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GiovanniIndice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
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17:6 ad 887; w84 1/6 12; w80 15/7 10; w77 92; w75 109; g74 8/7 26; w73 579; w63 171; g63 8/7 29; el 12
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Giovanni — Approfondimenti al capitolo 17Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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Ho fatto conoscere il tuo nome O “ho reso manifesto il tuo nome”. I discepoli di Gesù conoscevano e usavano già il nome di Dio. Lo vedevano scritto e lo leggevano nei rotoli delle Scritture Ebraiche che si trovavano nelle loro sinagoghe. Inoltre lo vedevano scritto e lo leggevano nella Settanta, traduzione greca delle Scritture Ebraiche usata nell’insegnamento. (Vedi App. A5 e C.) Nella Bibbia il termine “nome” a volte viene usato per indicare non solo la persona che lo porta ma anche la sua reputazione e tutto ciò che dice di essere. (Vedi approfondimento a Mt 6:9; confronta Ri 3:4, nt.) Gesù fece conoscere il nome di Dio non solo usandolo, ma anche rivelando i propositi, le attività e le qualità di Colui che lo porta. Essendo stato “accanto al Padre”, Gesù poteva farlo conoscere meglio di chiunque altro (Gv 1:18; Mt 11:27). Il “nome” di Dio acquistò così un significato molto più profondo per i primi discepoli di Gesù.
mondo Evidentemente in questo contesto il termine greco kòsmos si riferisce all’umanità lontana da Dio e separata dai veri discepoli di Cristo, cioè dalla sua congregazione. (Vedi approfondimento a Gv 15:19.)
hanno ubbidito O “hanno osservato”, “hanno custodito”. Per come è usato in questo contesto, il verbo greco (terèo) può esprimere l’idea di mostrare un’ubbidienza che dura nel tempo, prestare attenzione con costanza.
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