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  • Atti 2:24
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture
    • 24 Ma Dio lo ha risuscitato,+ liberandolo dalla morsa* della morte, perché non era possibile che la morte lo trattenesse.+

  • Atti 2:24
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture con riferimenti
    • 24 Ma Dio lo ha risuscitato,+ sciogliendo le doglie della morte,+ perché non era possibile che ne fosse ritenuto.+

  • Atti
    Indice delle pubblicazioni Watch Tower 1986-2025
    • 2:24 it-1 717-718; it-2 339; w87 15/3 24

  • Atti
    Indice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
    • 2:24 ad 349, 853; si 104-105; im 266; w62 365

  • Atti
    Guida alle ricerche per i Testimoni di Geova — Edizione 2019
    • 2:24

      Perspicacia, vol. 2, p. 339

      Perspicacia, vol. 1, pp. 717-718

      La Torre di Guardia,

      15/3/1987, p. 24

  • Atti — Approfondimenti al capitolo 2
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
    • 2:24

      morsa della morte Lett. “dolori della morte”. Anche se la Bibbia dice chiaramente che i morti non si rendono conto di nulla e non provano dolore (Sl 146:4; Ec 9:5, 10), qui viene detto che la “morte” provoca “dolori”. Probabilmente l’espressione “dolori della morte” è riconducibile al fatto che la morte viene presentata come qualcosa di amaro e straziante (1Sa 15:32, nt.; Sl 55:4; Ec 7:26). È così non solo per la penosa agonia che di solito la precede (Sl 73:4, 5) ma anche per la cessazione di qualsiasi attività e per la perdita della libertà dovute alla sua morsa paralizzante (Sl 6:5; 88:10). A quanto pare è in questo senso che la risurrezione liberò Gesù dai “dolori della morte”, svincolandolo dalla sua sconvolgente morsa immobilizzante. Il termine greco per “dolori” (odìn) altrove è usato per indicare le doglie (1Ts 5:3), ma si può riferire in senso più ampio a pena, calamità o sofferenza (Mt 24:8). L’espressione “dolori della morte” si trova nella Settanta in 2Sa 22:6 e Sl 18:4 (17:5, LXX), dove il testo ebraico masoretico presenta la lezione “funi della Tomba” e “funi della morte”. È interessante che negli antichi manoscritti ebraici, che erano scritti senza vocali, il termine chèvel — che può essere reso “fune”, “corda”, “legame” — ha le stesse consonanti della parola ebraica per “dolore”. Questo potrebbe spiegare perché nella Settanta si trova la resa “funi”. Sia “dolori della morte” che “funi della morte” trasmettono fondamentalmente lo stesso concetto, ovvero che la morte è qualcosa di amaro e straziante.

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