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Atti — Approfondimenti al capitolo 4Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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ebbero terminato la loro supplica O “ebbero terminato la loro fervida preghiera [o “implorazione”]”. Il verbo greco dèomai si riferisce all’azione di rivolgere una preghiera sincera e particolarmente sentita. Il sostantivo affine dèesis (“supplica”) è definito “richiesta umile e sincera”. Nelle Scritture Greche Cristiane il sostantivo è usato esclusivamente in riferimento a invocazioni rivolte a Dio. “Con forti grida e lacrime”, anche Gesù “offrì suppliche e richieste a colui che poteva salvarlo dalla morte” (Eb 5:7). L’uso del plurale “suppliche” indica che Gesù invocò Geova più volte. Ad esempio, nel giardino di Getsemani pregò ripetutamente e con fervore (Mt 26:36-44; Lu 22:32).
la parola di Dio Questa espressione ricorre molte volte nel libro degli Atti (At 6:2, 7; 8:14; 11:1; 13:5, 7, 46; 17:13; 18:11). Qui si riferisce al messaggio cristiano che proviene da Geova Dio e che dà risalto all’importante ruolo di Gesù Cristo nella realizzazione del Suo proposito.
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