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  • Atti 4:36
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture
    • 36 Allora Giuseppe, dagli apostoli soprannominato Bàrnaba+ (che tradotto significa “figlio di conforto”), un levita originario di Cipro,

  • Atti 4:36
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture con riferimenti
    • 36 E Giuseppe, dagli apostoli soprannominato Barnaba,+ che tradotto significa Figlio di Conforto, un levita, nativo di Cipro,

  • Atti
    Indice delle pubblicazioni Watch Tower 1986-2025
    • 4:36 w98 15/4 20; w90 1/6 14

  • Atti
    Indice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
    • 4:36 w80 1/9 14; si 180; w63 605

  • Atti
    Guida alle ricerche per i Testimoni di Geova — Edizione 2019
    • 4:36

      La Torre di Guardia,

      15/4/1998, p. 20

      1/6/1990, p. 14

  • Atti — Approfondimenti al capitolo 4
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
    • 4:36

      figlio di In ebraico, aramaico e greco, “figlio di” può indicare una qualità o caratteristica predominante che distingue una persona o descrive un gruppo di persone. Ad esempio, in De 3:18 “uomini valorosi” letteralmente sarebbe “figli di abilità”. In Gb 1:3 “orientali” alla lettera è “figli dell’Oriente”. L’espressione “buono a nulla” che ricorre in 1Sa 25:17 traduce l’originale “figlio di belial”, ovvero “figlio di inutilità”. Nelle Scritture Greche Cristiane coloro che seguono una certa linea di condotta o manifestano certe caratteristiche sono definiti con espressioni come “figli dell’Altissimo”, “figli della luce e figli del giorno” e “figli della disubbidienza” (Lu 6:35; 1Ts 5:5; Ef 2:2).

      figlio di conforto O “figlio d’incoraggiamento”. Si tratta della traduzione del soprannome Barnaba, dato a uno dei discepoli che si chiamavano Giuseppe. Visto che Giuseppe era un nome comune fra gli ebrei, forse gli apostoli gli diedero il nome Barnaba per praticità. (Confronta At 1:23.) L’espressione “figlio di” era a volte usata per indicare una qualità o caratteristica predominante che distingueva una persona. (Vedi l’approfondimento figlio di in questo versetto.) A quanto pare il soprannome “figlio di conforto” metteva in evidenza la spiccata capacità che Giuseppe aveva nel dare incoraggiamento e conforto. Luca riferisce che Giuseppe (Barnaba) fu mandato nella congregazione di Antiochia di Siria e lì “incoraggiò” i fratelli (At 11:22, 23). Il verbo greco che in At 11:23 viene reso “incoraggiare” (parakalèo) è affine al termine greco per “conforto” (paràklesis) usato in At 4:36.

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