-
Atti — Approfondimenti al capitolo 8Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
-
-
eunuco Il termine greco eunoùchos si riferisce letteralmente a un uomo privato della facoltà di procreare. Nelle antiche corti del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale uomini evirati venivano spesso usati perché ricoprissero vari incarichi, specialmente quello di servitore o guardiano della regina e delle concubine. Comunque il termine “eunuco” non era sempre usato in riferimento a un uomo evirato. Con il tempo finì per indicare in senso lato un uomo a cui veniva affidato un incarico ufficiale all’interno della corte reale. Come il termine greco, anche quello ebraico per “eunuco” (sarìs) può designare un funzionario reale. Ad esempio Potifar, un uomo sposato, era “funzionario di corte [lett. “eunuco”] del faraone” (Gen 39:1). Qui in Atti l’uomo etiope che amministrava il tesoro reale è definito “eunuco”, a quanto pare nel senso che era un funzionario di corte. Era senza dubbio un proselito circonciso, cioè un non ebreo che era diventato adoratore di Geova, dal momento che era stato a Gerusalemme ad adorare. (Vedi Glossario, “proselito”.) La Legge mosaica vietava agli uomini evirati di far parte della congregazione d’Israele (De 23:1), motivo per cui l’etiope non poteva essere eunuco in senso letterale. A quanto pare, quindi, questo proselito etiope non era considerato un gentile. Fu Cornelio il primo gentile, cioè non ebreo, che si convertì al cristianesimo (At 10:1, 44-48; per una spiegazione sull’uso figurato del termine “eunuco”, vedi approfondimenti a Mt 19:12).
etiope Originario della regione di un’antica nazione a S dell’Egitto, in seguito chiamata Etiopia. Il termine greco per “Etiopia” (Aithiopìa, che significa “regione dei visi bruciati”) era il nome con cui gli antichi greci si riferivano alla regione dell’Africa a S dell’Egitto. Corrispondeva grossomodo al termine ebraico Kuš (“Cus”), usato per indicare il paese che abbracciava principalmente la parte più meridionale dell’odierno Egitto e l’attuale Sudan. Per rendere l’ebraico Kuš i traduttori della Settanta usarono quasi sempre il termine greco Aithiopìa. Un esempio si trova in Isa 11:11, dove “Cus” (“Etiopia” nella LXX) è menzionato tra i paesi in cui erano stati dispersi gli ebrei esiliati dopo la conquista di Giuda da parte dei babilonesi. È possibile quindi che questo funzionario etiope fosse stato a contatto con gli ebrei nel suo paese o forse in Egitto, dove gli ebrei erano molti.
Candace Più che uno specifico nome proprio, Candace, come faraone e Cesare, è considerato un titolo. Antichi scrittori, fra cui Strabone, Plinio il Vecchio ed Eusebio, usarono questo titolo a proposito delle regine d’Etiopia. Plinio il Vecchio (ca. 23-79 E.V.) scrive: “Meroe [capitale dell’antica Etiopia] ha pochi edifici ed è governata da una donna, Candace, un nome che hanno già portato, per molti anni, generazioni e generazioni di regine” (Storia naturale, VI, XXXV, 186, trad. e note di A. Barchiesi, R. Centi, M. Corsaro, A. Marcone, G. Ranucci, Giulio Einaudi editore, Torino, 1982).
-