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Romani — Approfondimenti al capitolo 2Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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Dio non fa parzialità La parola greca resa “parzialità” (prosopolempsìa) potrebbe essere tradotta alla lettera “il prendere [o “l’accettare”] i volti”. (Un termine affine viene commentato nell’approfondimento ad At 10:34.) Si rifà all’espressione ebraica nasàʼ panìm, che significa letteralmente “sollevare il volto” e che in Le 19:15 è resa “fare preferenze” (o “mostrare parzialità”, nt.). Fra gli orientali un comune modo di salutare una persona più grande o più importante era quello di inchinarsi umilmente con la faccia rivolta a terra. Come risposta al saluto e in segno di benevolenza, la persona salutata sollevava il volto di chi si era inchinato. Col tempo individui corrotti adottarono questa consuetudine per mostrare un trattamento di favore, e quindi l’espressione assunse un significato spregiativo. Paolo voleva dire che Dio non fa favoritismi, sollevando per così dire il volto di alcuni e non di altri, ma accetta sia ebrei che greci. Questo è un tema ricorrente nelle lettere di Paolo (Ef 6:9).
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