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Romani — Approfondimenti al capitolo 6Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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è stato assolto O “è stato liberato”, “è stato perdonato”. Lett. “è stato giustificato”. Il verbo greco qui usato (dikaiòo) è spesso reso “dichiarare giusto”. Dal contesto si capisce che Paolo parla dei cristiani unti con lo spirito che erano in vita ai suoi giorni. Quei cristiani erano stati battezzati in Cristo Gesù e avevano ricevuto la prospettiva della vita celeste. Comunque, per essere unti con lo spirito santo ed essere accettati come figli spirituali di Dio, dovevano simbolicamente morire rispetto al loro precedente modo di vivere quali esseri umani imperfetti e ottenere da Dio il perdono dei peccati. In questo modo poteva essere attribuita loro la perfezione umana. Nel presentare questa argomentazione riguardo ai cristiani unti, Paolo si rifà a una verità fondamentale. Dal momento che sa che la pena per il peccato di Adamo è la morte (Gen 2:17), Paolo afferma che “chi è morto è stato assolto dal suo peccato” perché con la morte ha scontato la pena del peccato. In Ro 6:23 Paolo dice: “Il salario del peccato è la morte”. Questo significa che, quando una persona è morta, i suoi peccati non le vengono più imputati. Inoltre, se non fosse per il sacrificio di Gesù e per il proposito di Dio di risuscitarla, quella persona non tornerebbe mai più a vivere. Tuttavia, sarebbe comunque stata assolta dai suoi peccati, dato che Dio non riesaminerebbe il suo caso per condannarla a una pena ulteriore.
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