-
RomaniIndice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
-
-
8:20 ad 1079; rs 435; w80 1/5 10; w80 1/10 16-21; w76 168-169, 696; w74 191, 255, 383, 671; g74 22/4 28; w72 15; li 38, 52, 55; g64 22/7 30; w55 70; w48 323
-
-
RomaniGuida alle ricerche per i Testimoni di Geova — Edizione 2019
-
Romani — Approfondimenti al capitolo 8Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
-
-
futilità O “vanità”, “nullità”, “caducità”. Il termine greco che ricorre qui è usato nella Settanta per tradurre l’ebraico hèvel (che letteralmente contiene l’idea di un fugace “alito” o “vapore”). Il termine ebraico ricorre più di 35 volte nel libro di Ecclesiaste in espressioni come “vanità delle vanità” e “tutto è vanità” (Ec 1:2; 2:17; 3:19; 12:8). Lo scrittore di Ecclesiaste, Salomone, a volte usa questo termine facendo un parallelismo con l’espressione “un correre dietro al vento” (Ec 1:14; 2:11). Nel contesto di Ro 8:20, Paolo descrive un insieme di sforzi vani, ma menziona anche la speranza che Dio libererà la creazione, cioè l’umanità, dalla “futilità” a cui è stata sottoposta finora (Ro 8:21).
colui che l’ha sottoposta Qui non ci si riferisce né a Satana né ad Adamo, come sostengono alcuni, ma a Geova Dio. Anche se Adamo ed Eva potevano trasmettere solo l’imperfezione, il peccato e la morte, Geova nella sua misericordia permise loro di avere figli. Con questa concessione, sottopose consapevolmente la creazione “alla futilità”, ma lo fece sulla base della speranza resa possibile tramite la “discendenza”, Gesù Cristo (Gen 3:15; 22:18; Gal 3:16). La speranza certa che Dio offre è che alla fine l’umanità fedele “sarà liberata dalla schiavitù della corruzione” (Ro 8:21).
-