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RomaniIndice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
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13:4 ad 134, 689, 834, 1246; w84 1/1 24, 31; w81 1/8 25; g78 8/1 7; w76 303; g76 8/7 27-28; w75 576; w72 589; li 203; w63 394-397; w52 360; el 195; w51 92; w48 148; w45 167
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Romani — Approfondimenti al capitolo 13Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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è al servizio di Dio O “è ministro di Dio”; in riferimento all’“autorità” menzionata in Ro 13:1-3. Le autorità umane sono “al servizio di Dio” in senso particolare. L’espressione resa “al servizio”, o “ministro”, traduce il greco diàkonos. Nella Bibbia questo termine è anche tradotto “servitori” e “quelli che servivano” (Mt 22:13; Gv 2:5, 9). Il verbo affine diakonèo (“servire”) può riferirsi anche a vari tipi di assistenza personale fornita a qualcuno. (Vedi approfondimento a Lu 8:3.) È in questo senso che le autorità secolari possono essere definite ministri o servitori. Sono al servizio di Dio perché è lui che permette loro di esistere per un certo periodo di tempo. Rendono certi servizi per il bene della collettività, offrendo un certo grado di ordine e protezione ed evitando l’anarchia. La Bibbia mostra che in alcuni casi le autorità secolari sono state al servizio di Dio anche in altri modi. Ciro, re di Persia, ad esempio, permise agli ebrei di lasciare Babilonia per andare a ricostruire la casa di Dio a Gerusalemme (Esd 1:1-4; Isa 44:28). Un altro re persiano, Artaserse, mandò Esdra a Gerusalemme con una contribuzione per la ricostruzione di quella casa e in seguito incaricò Neemia di ricostruire le mura della città (Esd 7:11-26; 8:25-30; Ne 2:1-8). Le autorità romane salvarono Paolo da una folla inferocita a Gerusalemme, gli offrirono protezione dopo che ebbe fatto naufragio e gli permisero di rimanere agli arresti domiciliari in una casa presa in affitto in attesa di comparire davanti a Cesare (At 21:31, 32; 28:7-10, 30, 31).
la spada Qui in riferimento al diritto o potere delle autorità secolari di punire chi pratica il male. Quando è usato in modo dovuto, questo potere può essere un forte deterrente contro il crimine e contribuisce all’ordine pubblico. Le autorità devono comunque rispondere a Dio del modo in cui lo usano. Ad esempio, il re Erode Antipa usò male questa simbolica spada quando fece decapitare Giovanni Battista (Mt 14:1-12). In modo simile, il re Erode Agrippa I abusò della sua autorità facendo “uccidere con la spada Giacomo, fratello di Giovanni” (At 12:1, 2). I governanti di questo sistema non sono al servizio di Dio quando cercano di costringere i cristiani a comportarsi in modo contrario alle Scritture.
manifestare la sua ira Quando una persona viola una legge umana che non è in contrasto con le leggi divine, la punizione inflitta dai “governanti” è un’espressione indiretta dell’ira di Dio contro chi pratica il male (Ro 13:3). In questo contesto l’espressione greca resa “manifestare la sua ira” potrebbe anche essere tradotta “punire”.
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