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RomaniIndice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
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15:12 w84 15/5 25; w81 1/12 30; w80 1/5 12; sl 169, 195; si 121, 205; w66 207; w63 580; w51 92; w47 89; na46-1 8
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Romani — Approfondimenti al capitolo 15Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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la radice di Iesse Paolo cita queste parole, secondo cui “le nazioni” avrebbero riposto la loro speranza nella “radice di Iesse”, per dimostrare che la congregazione cristiana sarebbe stata composta anche da persone delle nazioni. Iesse era il padre di Davide (Ru 4:17, 22; 1Sa 16:5-13). Qui Paolo cita dalla Settanta il passo di Isa 11:10, dove il Messia che doveva venire è definito “la radice di Iesse”. (Confronta Ri 5:5, dove Gesù è chiamato “la radice di Davide”; vedi anche Ri 22:16.) In natura di solito la radice di un albero o di una pianta viene prima del tronco e dei rami. Poteva quindi sembrare più logico definire Iesse, o suo figlio Davide, la radice da cui sarebbe venuto Gesù, e non il contrario; d’altronde il Messia era un discendente, non un antenato, di Iesse o di Davide (Mt 1:1, 6, 16). Ma l’idea che Gesù è la radice di Iesse è confermata da altri passi della Bibbia. Visto che Gesù è immortale, la linea genealogica di Iesse è in vita grazie a lui (Ro 6:9). Inoltre Gesù ha ricevuto l’incarico di Giudice e Re celeste, il che influisce sulla sua posizione anche rispetto ai suoi antenati (Lu 1:32, 33; 19:12, 15; 1Co 15:25). E profeticamente Davide chiamò Gesù “mio Signore” (Sl 110:1; At 2:34-36). Infine, durante il futuro Millennio, il sacrificio di riscatto di Gesù recherà beneficio anche a Iesse, la cui vita sulla terra dipenderà proprio da Gesù. A quel tempo Gesù ricoprirà per Iesse e per Davide il ruolo di “Padre eterno” (Isa 9:6).
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