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2 Corinti — Approfondimenti al capitolo 1Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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con le vostre suppliche per noi O “con le vostre fervide preghiere per noi”. Il sostantivo dèesis (“supplica”) è definito “richiesta umile e sincera”. Nelle Scritture Greche Cristiane è usato esclusivamente in riferimento a invocazioni rivolte a Dio. La Bibbia mette continuamente in risalto che pregare per i compagni di fede produce effetti positivi, sia che le preghiere vengano fatte da un singolo individuo sia che vengano fatte da un gruppo (Gc 5:14-20; confronta Gen 20:7, 17; 2Ts 3:1, 2; Eb 13:18, 19). Geova ascolta le preghiere sincere che vengono dal cuore e che sono in armonia con la sua volontà, e poi agisce (Sl 10:17; Isa 30:19; Gv 9:31; 1Gv 5:14, 15). Una supplica può incidere su ciò che Dio fa e quando lo fa. (Vedi approfondimento ad At 4:31.)
in risposta alle preghiere di tante persone O “a motivo di molte facce supplichevoli”. In questo contesto l’espressione letterale greca “(fuori) da molte facce” può trasmettere l’immagine di visi rivolti verso l’alto che indirizzano preghiere a Dio. Questo versetto suggerisce anche l’idea che, quando Dio avrebbe risposto alle preghiere rivolte in favore di Paolo, molti cristiani sarebbero stati spinti a rendere grazie a Lui. Anziché pensare ai benefìci che ne avrebbe tratto, Paolo era più interessato al fatto che fosse data gloria a Geova.
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