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Filippesi — Approfondimenti al capitolo 2Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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Spero [...] di mandarvi presto Timoteo Il racconto non specifica se Timoteo avrebbe fatto questo viaggio da Roma a Filippi via terra o via mare. Chi viaggiava da Roma verso oriente poteva o percorrere le strade del vasto sistema viario dell’impero o imbarcarsi. Entrambe le opzioni comportavano delle difficoltà. Si pensi ad esempio a un eventuale viaggio via mare: all’epoca era difficile trovare un passaggio su una nave, e chi riusciva a salire a bordo rimaneva di giorno e di notte sul ponte, quali che fossero le condizioni meteorologiche; se le acque erano agitate, si poteva soffrire di mal di mare e a volte si rischiava il naufragio. Raggiungere Filippi via terra invece comportava un viaggio di una quarantina di giorni; poteva richiedere che si percorresse un tratto della Via Appia, che ci si imbarcasse per una breve traversata nel Mare di Adria e che infine si proseguisse via terra, forse lungo la Via Egnatia. (Vedi App. B13.) Il viandante doveva fare i conti con gli elementi naturali, come sole, pioggia, caldo e freddo, e con il rischio di essere aggredito dai briganti. I luoghi in cui pernottare sono descritti da autori dell’epoca come malfamati, sudici, sovraffollati e infestati dalle pulci. (Confronta approfondimento ad At 28:15.) Eppure, Paolo era sicuro che Timoteo fosse disposto ad affrontare questo viaggio, come pure quello di ritorno, per portargli notizie riguardo alla salute spirituale dei cristiani di Filippi.
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