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2 TimoteoIndice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
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3:2 w83 15/1 3; w83 15/7 5; w83 1/12 3-7; pe 152; g81 8/12 23; g80 22/6 24; g79 8/10 6; w74 137, 152; w73 167; w70 506; is 132; g69 22/4 10; g67 8/3 28; g66 22/4 6; w65 387; g65 22/1 3; w63 515, 650; w62 282; w60 687; pa 184; w58 525; w52 374-375
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2 Timoteo — Approfondimenti al capitolo 3Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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gli uomini saranno O “le persone saranno”. Il termine greco qui reso “uomini” spesso si riferisce agli esseri umani in generale, sia di sesso maschile che femminile. Paolo prosegue facendo un elenco di una ventina di caratteristiche che le persone avrebbero manifestato “negli ultimi giorni”, un’epoca molto lontana nel futuro rispetto alla sua (2Tm 3:1 e approfondimento). Comunque Paolo non intende dire che le persone dei suoi giorni non avessero queste qualità negative. Anzi, esorta Timoteo ad allontanarsi da quel tipo di persone, il che significa che quei tratti costituivano una minaccia anche all’epoca. (Vedi approfondimento a 2Tm 3:5; confronta Mr 7:21, 22.) Qui in ogni caso viene predetto un periodo di tempo in cui l’umanità tutta sarebbe stata dominata da queste caratteristiche malvagie.
attaccati al denaro Vedi approfondimento a 1Tm 6:10.
gradassi, superbi Chi è gradasso si vanta delle proprie capacità, delle proprie qualità e delle cose che possiede, spesso esagerandole. Chi è superbo pensa di essere migliore degli altri. Anche se queste due tipologie di persone sono simili, la parola “gradassi” si riferisce principalmente a quelle persone il cui orgoglio traspare dalle parole e dal modo in cui si esprimono, mentre “superbi” a quelle il cui orgoglio si manifesta a livello di pensieri e sentimenti.
bestemmiatori O “persone che parlano in modo ingiurioso”. Paolo utilizza un termine greco (blàsfemos) che si riferisce a chi usa un linguaggio “blasfemo”, “calunnioso”, “diffamatorio”, “offensivo”. Durante gli “ultimi giorni” un gran numero di persone avrebbe parlato in questo modo contro Dio e contro il prossimo (2Tm 3:1).
disubbidienti ai genitori Secoli prima dell’era cristiana, la Legge mosaica comandava ai figli di onorare i genitori (Eso 20:12; Mt 15:4). Anche nella congregazione cristiana, ai figli veniva insegnato a ubbidire ai genitori e a mostrare loro onore (Ef 6:1, 2). Persino tra gli antichi greci e romani, che non adoravano Geova, era fortemente radicata l’idea che fosse sbagliato e contro natura che un figlio si ribellasse ai genitori (Ro 2:14, 15). Nell’antica Grecia se un uomo picchiava un genitore perdeva i suoi diritti civili; e secondo la legge romana picchiare il padre era un reato grave quanto l’omicidio. Comunque qui Paolo sta predicendo un tempo in cui la disubbidienza ai genitori sarebbe stata dilagante o, per usare le parole di un’opera di consultazione, “indice della massima decadenza della civiltà”.
ingrati Alcuni pensano che tutto quello che hanno ricevuto, che sia dai genitori, da altre persone e persino da Dio, spetti loro di diritto (Lu 6:35). Questo è un atteggiamento che fondamentalmente nasce dall’egoismo.
sleali O “privi di amore leale”. (Vedi anche 1Tm 1:9, nt.) Il termine greco usato qui da Paolo ha un significato ampio: può trasmettere l’idea di slealtà nei confronti di altre persone o di Dio, ma può anche includere il senso di “profano” o “sacrilego”. Potrebbe perciò riferirsi all’atteggiamento di chi manca di rispetto a ciò che è santo o di chi, come dice un lessico, “non considera nulla come sacro”. A chi è sleale non importa essere fedele o assolvere i suoi doveri né verso i suoi simili né addirittura verso Dio.
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