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Tito 1:12Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture
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12 Uno di loro, un loro profeta, disse: “I cretesi sono sempre bugiardi, belve pericolose, oziosi ghiottoni”.
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Tito — Approfondimenti al capitolo 1Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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un loro profeta Paolo probabilmente cita Epimenide, poeta cretese del VI secolo a.E.V. Il termine greco qui reso “profeta” aveva un’ampia gamma di significati; a volte era usato per indicare genericamente un portavoce, un interprete o un araldo. In effetti alcuni antichi autori greci definirono Epimenide un profeta, e altri usarono lo stesso termine per riferirsi ad esempio al poeta Omero e al filosofo Diogene. Ovviamente Paolo non indica che Epimenide fosse un profeta ispirato da Dio (2Pt 1:21). Si limita piuttosto a citare un uomo che i cretesi rispettavano e che verosimilmente avrebbero accettato come portavoce della loro comunità.
“I cretesi sono sempre bugiardi, belve pericolose, oziosi ghiottoni” Nell’antichità i cretesi avevano fama di essere disonesti. Esisteva addirittura un verbo greco che letteralmente significa “fare il cretese”, “parlare [o “agire”] da cretese”, e che a volte veniva usato con il senso di mentire o ingannare. Paolo, comunque, non usa questo stereotipo per riferirsi ai cristiani fedeli di Creta (At 2:5, 11, 33); si riferisce piuttosto a quei cretesi che costituivano una minaccia per le congregazioni dell’isola. In questo brano parla infatti di “uomini ribelli, inutili chiacchieroni e ingannatori”, che promuovevano la circoncisione e sovvertivano intere famiglie. (Vedi approfondimenti a Tit 1:10.) Quindi Paolo fa questa citazione per mettere in risalto un punto importante: alcuni falsi cristiani si stavano comportando proprio come diceva quel famoso detto.
oziosi ghiottoni Il termine greco per “ghiottone” alla lettera significa “ventre”; suggerisce quindi l’idea di una persona che si concentra unicamente sulla sua ingordigia. Ovviamente non era solo a Creta che viveva gente del genere. (Vedi approfondimenti a Ro 16:18; Flp 3:19.) Scegliendo di citare questa parte del detto, a quanto pare Paolo vuole riferirsi a persone pigre e indolenti che desiderano soddisfare la loro ingordigia senza fare alcun lavoro.
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