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Tito — Approfondimenti al capitolo 3Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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Fa’ del tuo meglio per provvedere il necessario [...] per il viaggio Il verbo greco qui reso “provvedi il necessario [...] per il viaggio” ha un significato ampio. Potrebbe anche comprendere l’idea di accompagnare chi sta viaggiando per parte del percorso o fino a destinazione. (Confronta At 20:38; 21:5; Ro 15:24; 1Co 16:6.) Stando a un’opera di consultazione, l’aiuto che Paolo chiese a Tito di dare a Zena e ad Apollo poteva includere “cibo, denaro, compagni di viaggio, mezzi di trasporto e persone da cui fermarsi lungo il tragitto”. Un’altra opera di consultazione dice: “All’epoca aiutare i cristiani in viaggio era molto comune e indispensabile perché viaggiare era molto difficile; inoltre quei cristiani si sarebbero sentiti più tranquilli con altri compagni di fede”. Qui Paolo incoraggia Tito a dare aiuto ‘facendo del suo meglio’. In greco infatti compare un termine che può trasmettere l’idea di premura, serietà e solerzia. (Confronta approfondimenti a Flp 2:30; 2Tm 4:21.)
Zena, esperto della Legge Lett. “Zena il giurista”. Il termine greco usato in questo versetto (nomikòs) può indicare quello che oggi sarebbe un avvocato civilista, ma a quanto pare Paolo intende dire che Zena conosceva bene la Legge mosaica. Se le cose stavano così, Zena probabilmente era ebreo, forse addirittura uno scriba. Comunque Zena è un nome greco, quindi poteva essere un non ebreo che si era convertito al giudaismo prima di diventare cristiano. Oppure poteva essere un ebreo che aveva un nome greco, dato che ai giorni di Paolo molti ebrei avevano nomi greci o romani (At 1:23; 9:36 e approfondimento; 12:25). In ogni caso le istruzioni di Paolo a Tito fanno capire che Zena godeva di una buona reputazione come cristiano.
Apollo Nelle Scritture Greche Cristiane questa è l’ultima volta in cui si parla del fedele Apollo. Quest’“uomo eloquente” compare per la prima volta nel libro degli Atti mentre predicava a Efeso; ebbe però bisogno di acquisire ulteriore conoscenza. In seguito andò in Acaia, e lì “fu di grande aiuto” ai discepoli (At 18:24-28; vedi approfondimento ad At 18:24). Il rispetto che gli altri avevano di lui crebbe così tanto che alcuni cristiani di Corinto spiritualmente immaturi erano divisi tra chi diceva di appartenere ad Apollo e chi a Paolo (1Co 1:12; 3:5, 6). Comunque queste idee errate non influirono negativamente su Apollo, né sull’opinione che Paolo aveva di questo zelante missionario. (Vedi approfondimento a 1Co 16:12.) In questo versetto Paolo dice a Tito di ‘fare del suo meglio per provvedere’ ad Apollo il necessario per il viaggio, viaggio che probabilmente consisteva nel visitare le congregazioni in qualità di sorvegliante viaggiante.
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