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Filemone — ApprofondimentiTraduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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un amico Il termine greco qui reso “amico” letteralmente significa “compartecipe”. Scrivendo a Filemone, Paolo non si definisce mai apostolo; piuttosto, usando questo termine, che può anche essere tradotto “compagno”, “associato”, si mette sul suo stesso piano. La parola, che ha in sé l’idea di associazione, veniva usata per riferirsi a soci in affari (Lu 5:10; 2Co 8:23; 1Pt 5:1). In questo contesto, però, trasmette più calore. Secondo un commentario, il termine, che indica lo stretto legame tra Paolo e Filemone, mette in evidenza l’“appartenenza, profondamente vincolante, allo stesso Signore, la quale stringe in comune attività fondata su fede ed amore” (E. Lohse, Le lettere ai Colossesi e a Filemone, trad. di R. Bazzano, ed. italiana a cura di O. Soffritti, Paideia, Brescia, 1979, p. 361). È anche interessante notare che Aristotele abbia usato questo stesso termine per descrivere il legame, o associazione appunto, che si crea tra amici; infatti scrisse: “L’amico instaura un’associazione fondata o sulla stirpe, o sulla vita” (Etica eudemia, VII, 10, 21-22, in Le tre etiche, a cura di A. Fermani, Bompiani, Milano, 2008).
accoglilo benevolmente Con queste parole Paolo dimostra di avere grande fiducia in Filemone. All’epoca alcuni padroni punivano gli schiavi disubbidienti fustigandoli, marchiandoli a fuoco o addirittura uccidendoli; lo facevano anche solo per mettere in guardia gli altri loro schiavi.
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