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EbreiIndice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
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3:6 w84 15/12 30; w82 1/4 20; w73 567; g66 22/10 30; w65 137; w62 531, 688; w61 524
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Ebrei — Approfondimenti al capitolo 3Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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sulla casa di Dio come figlio Gesù non fu semplicemente un servitore nella casa di Dio, come lo era stato Mosè (Nu 12:7; Eb 3:2, 3, 5). Aveva infatti ricevuto da Geova l’incarico di governare in qualità di Re “sulla casa di Dio”, ovvero “l’Israele di Dio”, una nazione spirituale appena formata e composta da cristiani unti. (Vedi approfondimenti a Gal 6:16; Col 1:13.) Ecco perché Gesù godeva di una gloria maggiore di quella di Mosè, considerato dagli ebrei dei giorni di Paolo uno dei più grandi profeti di Dio.
la nostra libertà di parola O “il nostro coraggio”, “la nostra fiducia”. Per come è usata nelle Scritture Greche Cristiane, l’espressione resa “libertà di parola” può riferirsi al parlare con coraggio ma anche all’avvicinarsi a Geova con fiducia per adorarlo. I cristiani ebrei erano circondati da connazionali che per adorare Dio si rifacevano scrupolosamente a quanto stabilito dalla Legge mosaica. Gli ebrei consideravano la loro adorazione di gran lunga superiore a quella resa dai cristiani. Ecco perché quei cristiani avevano bisogno di coraggio per predicare la buona notizia che presentava Gesù quale vero Messia. (Confronta approfondimenti ad At 4:13; 28:31.) Avevano anche bisogno di continuare a nutrire fiducia nel fatto che, grazie a Gesù, avevano la libertà di avvicinarsi a Geova per adorarlo e pregarlo. (Vedi approfondimenti a Ef 3:12; Eb 4:16.)
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