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EbreiIndice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
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4:16 w83 1/8 20; w79 15/1 5; ts 139; w74 489; w73 133, 563; w71 144; g64 8/7 9; w63 524
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Ebrei — Approfondimenti al capitolo 4Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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Avviciniamoci dunque con fiducia O “avviciniamoci dunque con libertà di parola”. Anche se peccatori, i cristiani possono avvicinarsi a Geova adorandolo nel modo a lui gradito e pregandolo liberamente. Possono farlo perché Gesù, in qualità di “grande sommo sacerdote”, applica il valore del sacrificio di riscatto pagato in loro favore (Eb 4:14; 10:19-22, 35; vedi approfondimenti a Ef 3:12; Eb 3:6.) Il modo del verbo greco reso “avviciniamoci” indica che i cristiani possono avvicinarsi liberamente e in ogni momento al trono di Dio. Comunque questa “fiducia” o “libertà di parola” non dà loro il diritto di rivolgersi a Geova con un tono irriverente o eccessivamente colloquiale; devono piuttosto pregare in modo rispettoso e dignitoso con la totale certezza che Geova è disposto ad ascoltarli (1Gv 3:21, 22; 5:14).
trono dell’immeritata bontà Nella Bibbia il termine “trono” è spesso usato in senso metaforico per indicare la sede di una autorità governativa. Il trono dell’immeritata bontà di Geova rappresenta quindi il suo modo di governare, caratterizzato da amore e bontà smisurati. (Vedi Glossario, “immeritata bontà”.) Questa bontà lo ha spinto a fornire agli esseri umani imperfetti un modo per avvicinarsi alla sua regale presenza. Paolo esorta i cristiani ebrei ad avvalersi di questa grande e immeritata bontà, che è concessa agli uomini grazie a Gesù Cristo, il “grande sommo sacerdote”, sulla base del suo sacrificio di riscatto (Eb 4:14; vedi approfondimenti a Gv 1:14). Perciò, quando pregano Dio, i veri cristiani possono avere la piena fiducia di essere trattati con misericordia e immeritata bontà al momento opportuno, cioè in qualunque momento ne abbiano bisogno.
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