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EbreiIndice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
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5:14 w85 1/5 9; w85 15/6 9; km 12/83 1, 4; w82 1/4 9; w82 15/5 30; w79 1/6 23; w79 1/12 13; w78 1/10 20; w77 275; w74 461-462; w72 150; w71 112; w66 523; g65 22/4 22; w64 26, 152, 722; g64 8/5 7; w63 115, 212, 537; w61 557, 619; w60 47, 426, 496; w58 86; w57 645; w53 52, 121-122; w49 3
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EbreiGuida alle ricerche per i Testimoni di Geova — Edizione 2019
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Ebrei — Approfondimenti al capitolo 5Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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cibo solido Qui Paolo fa riferimento a verità più profonde e sostanziose, e le mette in contrapposizione con il “latte”, che invece rappresenta verità basilari facilmente comprensibili dai nuovi. (Vedi approfondimenti a 1Co 3:2; Eb 5:12.) Ad esempio, in questa lettera Paolo provvede tanto “cibo solido”: approfondisce il ruolo di Gesù quale “sommo sacerdote alla maniera di Melchisedec”, la superiorità del sacerdozio di Cristo rispetto a quello dei sacerdoti levitici e altri temi profondi (Eb 5:6, 10, 11; 6:20; 7:11, 15-17).
persone mature O “persone fatte (adulte)”. (Vedi approfondimenti a Ef 4:13; Eb 6:1; confronta 1Co 2:6 e nt.)
hanno allenato Qui Paolo usa una metafora che si rifà al mondo dell’atletica. Il termine greco (gymnàzo) alla lettera significa “esercitarsi (come un atleta)”. (Vedi approfondimento a 1Tm 4:7.) Proprio come gli atleti si sottoponevano a un rigido allenamento, i cristiani ebrei dovevano continuare a esercitarsi con impegno per affinare e utilizzare la loro “facoltà di giudizio”. Avevano bisogno di studiare i princìpi contenuti nelle Scritture ispirate (2Tm 3:16, 17). E poi dovevano mettere in pratica ciò che avevano acquisito; in questo modo potevano allenare la loro facoltà di giudizio con l’uso e diventare “persone mature”.
facoltà di giudizio O “facoltà percettive”. Il termine greco originale veniva a volte usato letteralmente per riferirsi agli organi di senso, come vista, udito o gusto. Qui però fa riferimento alla capacità che un cristiano maturo ha di utilizzare la propria mente per valutare, discernere, o capire, come prendere decisioni sagge in questioni morali e spirituali. (Vedi l’approfondimento a Flp 1:9, dove un termine greco affine è reso “pieno discernimento”.)
distinguere il bene dal male Fin qui Paolo ha fatto capire ai cristiani ebrei che avevano bisogno di impegnarsi per raggiungere la maturità (Eb 5:11-13). Se avessero allenato adeguatamente la loro “facoltà di giudizio”, sarebbero riusciti a non farsi ingannare dalle apparenze e a prendere decisioni in armonia con le norme di Dio. Una volta diventati cristiani maturi, sarebbero stati in grado di distinguere meglio i comportamenti giusti da quelli sbagliati e gli insegnamenti veri da quelli falsi (Ro 16:19; 1Co 14:20).
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