Nota in calce
a Il dott. A. T. Robertson commenta su Matteo 24:3: “Essi fanno tre domande circa la distruzione di Gerusalemme e del tempio, la sua seconda venuta (parousia, presenza, comune nei papiri per la visita dell’imperatore), e la fine del mondo. Pensavano forse che dovessero tutti avvenire simultaneamente? Non c’è modo di rispondere. Ad ogni modo Gesù le tratta tutt’e tre in questo grande discorso escatologico, il più difficile problema dei Vangeli sinottici. . . . È sufficiente per il nostro scopo pensare che Gesù usasse la distruzione del tempio e di Gerusalemme che avvenne effettivamente in quella generazione nel 70 d.C., anche come simbolo della sua seconda presenza e della fine del mondo . . . o consumazione dell’età. . . . Certo in questo discorso Gesù unisce in linguaggio apocalittico l’ambiente della sua morte sulla croce, la distruzione avvenire di Gerusalemme, la sua stessa seconda venuta e la fine del mondo. Ora menziona uno ora l’altro. Non ci è facile separare chiaramente i vari soggetti”. — Pagine 187, 188 di Word Pictures in the New Testament, Volume I.