Nota in calce
a La creazione dell’uomo fu situata nel 4128 e l’introduzione del peccato nel 4126 a.E.V. Tale cronologia fu dovuta a un inesatta versione manoscritta di Atti 13:20 in The Emphatic Diaglott, la quale diceva che Dio diede a Israele giudici “per circa quattrocentocinquant’anni, fino a Samuele il profeta”. Una nota in calce dichiarava che questo era in disaccordo con I Re 6:1, dove la lettera ebraica daleth (che si pensava rappresentasse il numero 4), si suppone fosse stata scambiata con il carattere he (5). Per cui fu suggerito che erano trascorsi 580 (non 480) anni dall’esodo d’Israele dall’Egitto al tempo in cui Salomone cominciò a costruire il tempio di Geova. Ma i manoscritti più antichi indicano chiaramente tutti i numeri. Per cui non avrebbe potuto aver luogo un errore visuale del copista in I Re 6:1, che indica il corretto periodo di 480 anni. Questo è in armonia con la corretta versione di Atti 13:20, secondo cui il periodo di “circa quattrocentocinquant’anni” lì menzionato precedette l’èra dei Giudici.
Nel 1943 il libro della Watch Tower Society “La verità vi farà liberi” tolse di mezzo gli inesistenti 100 anni nel periodo dei Giudici e situò negli anni settanta la fine di 6.000 anni di esistenza dell’uomo. Fissò anche l’inizio della presenza di Cristo non nel 1874, ma nel 1914 E.V.