BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • “Forse stavolta cambierà”
    Svegliatevi! 2001 | 8 novembre
    • “Forse stavolta cambierà”

      ROXANAa vive in Sudamerica: è una donna briosa e attraente, ha quattro figli ed è sposata con un chirurgo rispettato. “Mio marito è affascinante con le donne ed è benvoluto dagli uomini”, dice. Ma la sua personalità ha un lato oscuro, di cui nemmeno gli amici intimi sono a conoscenza. “In casa è un mostro”, spiega Roxana. “È gelosissimo”.

      Mentre Roxana continua il suo racconto, il suo volto si fa teso. “Il problema iniziò poche settimane dopo il matrimonio. Mia madre e i miei fratelli vennero a trovarci e passai dei bellissimi momenti parlando e ridendo con loro. Quando se ne andarono, però, mio marito mi scaraventò infuriato sul divano. Non riuscivo a credere ai miei occhi”.

      Purtroppo quello fu solo l’inizio della triste storia di Roxana: nel corso degli anni suo marito l’ha picchiata molte volte. Gli episodi di violenza sembrano seguire un cliché. Il marito la picchia, poi si profonde in scuse e promette di non farlo mai più. La sua condotta migliora, perlomeno per un po’. Poi l’incubo ricomincia. “Ogni volta mi dico che forse stavolta cambierà”, dice Roxana. “Anche quando scappo, alla fine torno sempre da lui”.

      Roxana teme che un giorno la violenza del marito peggiori. “Ha minacciato di uccidere me, i bambini e se stesso”, dice. “Una volta mi ha puntato delle forbici alla gola. Un’altra volta mi ha minacciata con una pistola: me l’ha puntata alla tempia e ha premuto il grilletto! Era scarica, ma sono quasi morta per lo spavento”.

      Soffrono in silenzio

      Come Roxana, in tutto il mondo milioni di donne soffrono per mano di uomini violenti.b Molte di loro non dicono nulla del loro tormento. Sono convinte che parlarne con altri non servirebbe a nulla. Dopo tutto, molti mariti violenti hanno semplicemente negato ogni accusa nei loro confronti dicendo cose come “Mia moglie si suggestiona facilmente”, o “Tende ad esagerare”.

      È triste che tante donne vivano con il costante timore di essere aggredite nel luogo in cui dovrebbero sentirsi più sicure, cioè in casa propria. Eppure, fin troppo spesso si è solidali con l’aggressore anziché con la vittima. Alcuni non riescono a credere che quello che sembra tanto un brav’uomo picchi la moglie. Prendete ciò che accadde a una certa Anita quando denunciò i maltrattamenti che pativa per mano del marito, un uomo molto rispettato. “Un conoscente mi disse: ‘Come puoi accusare un uomo così bravo?’ Un altro disse che evidentemente lo provocavo in qualche modo! Anche dopo che la condotta di mio marito venne smascherata, alcuni miei amici cominciarono a evitarmi. Secondo loro avrei dovuto sopportare in silenzio perché ‘gli uomini sono fatti così’”.

      Come mostra l’esperienza di Anita, molti fanno fatica a comprendere la triste realtà dei maltrattamenti coniugali. Cosa porta un uomo a essere così crudele con la donna che dice di amare? Che aiuto si può dare alle vittime della violenza?

      [Note in calce]

      a In questi articoli i nomi sono stati cambiati.

      b Riconosciamo che anche molti uomini sono vittime di violenze. Dagli studi, però, risulta che fra le donne le lesioni sono più frequenti e molto più gravi. Pertanto, in questi articoli si parlerà di maltrattamenti subiti da donne.

      [Riquadro/Immagine a pagina 4]

      Le molte facce della violenza domestica

      In base alla “Dichiarazione sull’eliminazione della violenza nei confronti delle donne” adottata dalle Nazioni Unite, il termine “violenza contro le donne” si può riferire a “qualsiasi atto di violenza contro le donne che provoca, o potrebbe provocare, un danno fisico, sessuale o psicologico o una sofferenza alle donne, incluse le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che si verifichino in pubblico o in privato”. Include, tra le altre cose, ogni forma di “violenza fisica, sessuale e psicologica nell’ambito della famiglia, incluse le percosse, l’abuso sessuale delle bambine in casa, la violenza derivante da cause legate all’eredità, lo stupro coniugale, la mutilazione genitale femminile e altre pratiche tradizionali che arrecano danno alle donne”.

  • Perché gli uomini picchiano le donne?
    Svegliatevi! 2001 | 8 novembre
    • Perché gli uomini picchiano le donne?

      SECONDO alcuni esperti ci sono più probabilità che una donna venga uccisa dal proprio partner che da un aggressore appartenente a una qualsiasi altra categoria. Per cercare di arginare i casi di violenza coniugale sono stati condotti numerosi studi. Che tipo di uomo picchia la moglie? Che tipo di infanzia ha avuto? Era violento durante il corteggiamento? Come reagisce alla psicoterapia?

      Una cosa che gli esperti hanno imparato è che gli uomini che sono violenti con la propria donna non sono tutti uguali. A un estremo c’è l’uomo che diventa violento sporadicamente. Non usa armi e non ha precedenti di maltrattamenti verso il coniuge. Nel suo caso, un episodio violento è atipico e sembra motivato da fattori esterni. All’altro estremo c’è il marito per cui picchiare la moglie è diventata un’abitudine. I maltrattamenti sono continui, e non prova nessun rimorso o quasi.

      Il fatto che gli uomini violenti siano diversi tra loro non significa, però, che certe forme di maltrattamento non siano gravi. In realtà qualsiasi forma di violenza può provocare lesioni, e persino la morte. Pertanto, il fatto che un uomo ricorra alla violenza meno di frequente o in modi meno gravi di un altro non lo giustifica in alcun modo. Picchiare la moglie non è mai “accettabile”. Ma quali fattori possono portare un uomo a fare del male alla donna che ha promesso di amare per tutta la vita?

      Il ruolo della famiglia

      Non è strano che molti uomini violenti provengano a loro volta da famiglie violente. “La maggior parte dei mariti che picchiano la moglie sono cresciuti in famiglie che erano veri e propri ‘teatri di guerra’”, scrive Michael Groetsch, che svolge ricerche sulla violenza tra coniugi da più di vent’anni. “Sin dalla più tenera età sono cresciuti in un ambiente ostile in cui la violenza emotiva e fisica erano ‘normali’”. Secondo un’esperta, un ragazzo che cresce in un ambiente del genere “può assorbire molto precocemente il disprezzo che il padre nutre per le donne. Impara che un uomo deve sempre tenere le donne sotto controllo e che per riuscirci deve spaventarle, far loro del male e umiliarle. Nello stesso tempo impara che un sistema sicuro per ottenere l’approvazione del padre è quello di comportarsi come lui”.

      La Bibbia dice chiaramente che la condotta del genitore può influire molto sul figlio, sia in bene che in male. (Proverbi 22:6; Colossesi 3:21) Naturalmente, l’ambiente familiare in cui un uomo è cresciuto non giustifica il fatto che picchi la moglie: può solo contribuire a spiegare dove sono stati seminati i semi di un carattere violento.

      Il ruolo della cultura

      In certi paesi picchiare una donna è considerato accettabile, persino normale. Un rapporto delle Nazioni Unite afferma: “L’idea che il marito abbia diritto di picchiare la moglie o di minacciarla fisicamente è profondamente radicata in molte società”. — UNFPA, Lo stato della popolazione nel mondo 2000, p. 26.

      Anche nei paesi in cui questo non è considerato accettabile, molti individui ricorrono sistematicamente alla violenza. È incredibile quanto sia irrazionale il punto di vista di alcuni uomini al riguardo. Secondo il settimanale sudafricano Weekly Mail and Guardian, da uno studio condotto nella penisola del Capo è emerso che la maggioranza degli uomini che sostenevano di non essere violenti con la moglie riteneva che dare un ceffone o un pugno a una donna fosse accettabile e che non costituisse una forma di violenza.

      Chiaramente, idee così distorte vengono spesso assorbite nell’infanzia. In Gran Bretagna, ad esempio, uno studio ha indicato che il 75 per cento dei ragazzini di 11 e 12 anni considera accettabile che un uomo dia un pugno a una donna se viene provocato.

      Nessuna giustificazione per chi picchia la moglie

      I fattori che abbiamo menzionato possono contribuire a spiegare i perché della violenza coniugale, ma non la giustificano. Per dirla in parole semplici, picchiare il coniuge è un grave peccato agli occhi di Dio. Nella sua Parola, la Bibbia, leggiamo: “I mariti devono amare le loro mogli come i propri corpi. Chi ama sua moglie ama se stesso, poiché nessun uomo odiò mai la propria carne, ma la nutre e ne ha tenera cura, come anche il Cristo fa con la congregazione”. — Efesini 5:28, 29.

      Molto tempo fa la Bibbia prediceva che negli “ultimi giorni” di questo sistema di cose molti sarebbero stati “senza amore”, “duri” e “violenti”. (2 Timoteo 3:1-3; Parola del Signore) La diffusione della violenza coniugale non è che un’altra indicazione del fatto che stiamo vivendo proprio nel tempo a cui si riferisce questa profezia. Ma che aiuto si può dare alle vittime di questa violenza? C’è qualche speranza che i mariti violenti possano cambiare?

      [Testo in evidenza a pagina 5]

      “Un uomo che picchia la moglie non è meno criminale di uno che dà un pugno a un estraneo”. — When Men Batter Women

      [Riquadro a pagina 6]

      MASCHILISMO: Un problema mondiale

      Spesso alla base della violenza nei confronti delle donne c’è il maschilismo, una particolare forma del quale è il cosiddetto “machismo”: un atteggiamento di virilità ostentata e aggressiva. Quest’ultimo termine è originario dell’America Latina, ma il maschilismo non è affatto un fenomeno limitato a quella regione, come indicano le seguenti notizie.

      Egitto: Stando a uno studio di tre mesi condotto ad Alessandria, la violenza domestica è la principale causa delle lesioni riportate dalle donne. Nel 27,9 per cento dei casi, se una donna si rivolge a un centro traumatologico è perché è stata picchiata dal marito. — “Résumé 5 of the Fourth World Conference on Women”.

      Thailandia: Nel più grande sobborgo di Bangkok il 50 per cento delle mogli vengono picchiate regolarmente. — Pacific Institute for Women’s Health.

      Hong Kong: “L’anno scorso il numero delle donne che dicono di essere state picchiate dal partner è aumentato di oltre il 40 per cento”. — South China Morning Post, 21 luglio 2000.

      Giappone: Le donne che chiedono asilo in appositi rifugi sono aumentate da 4.843 nel 1995 a 6.340 nel 1998. “Circa un terzo d’esse ha chiesto protezione a motivo della condotta violenta del marito”. — The Japan Times, 10 settembre 2000.

      Gran Bretagna: “Ogni sei secondi, in qualche casa della Gran Bretagna, qualcuno viene stuprato, picchiato o accoltellato”. Secondo un rapporto di Scotland Yard, “la polizia riceve ogni giorno 1.300 telefonate da vittime di violenza domestica: più di 570.000 telefonate l’anno. Nell’81 per cento dei casi si tratta di donne aggredite da uomini”. — The Times, 25 ottobre 2000.

      Perú: Il 70 per cento dei reati denunciati alla polizia riguarda donne picchiate dal marito. — Pacific Institute for Women’s Health.

      Russia: “In un solo anno 14.500 donne russe sono state uccise dal marito, e altre 56.400 hanno riportato gravi lesioni o sono rimaste invalide in episodi di violenza domestica”. — The Guardian.

      Cina: “È un problema nuovo. Sta aumentando rapidamente, soprattutto nelle città”, dice la prof. Chen Yiyun, direttrice del consultorio familiare di Jinglun. “L’influenza dei vicini non basta più a contenere la violenza domestica”. — The Guardian.

      Nicaragua: “In Nicaragua la violenza contro le donne è in vertiginoso aumento. Secondo un sondaggio, solo l’anno scorso il 52 per cento delle nicaraguensi avrebbe subìto qualche forma di violenza domestica da parte del proprio uomo”. — BBC News.

      [Riquadro a pagina 7]

      Fattori di rischio

      In base ai risultati di uno studio diretto da Richard J. Gelles presso l’Università del Rhode Island (Stati Uniti), tra i fattori di rischio per quanto riguarda i maltrattamenti fisici ed emotivi nell’ambiente domestico vi sono le seguenti situazioni:

      1. L’uomo ha alle spalle precedenti di violenza domestica.

      2. È disoccupato.

      3. Fa uso di droga almeno una volta l’anno.

      4. Quando viveva con i suoi, ha visto suo padre picchiare sua madre.

      5. I due convivono senza essere sposati.

      6. Se l’uomo ha un lavoro, guadagna poco.

      7. L’uomo non ha il diploma delle superiori.

      8. L’uomo ha un’età compresa fra i 18 e i 30 anni.

      9. Almeno uno dei genitori è violento con i figli in casa.

      10. Il reddito della famiglia è sotto il livello di povertà.

      11. L’uomo e la donna provengono da ambienti culturalmente diversi.

      [Immagine a pagina 7]

      La violenza domestica può avere gravi conseguenze sui figli

  • Come aiutare le donne che subiscono violenza
    Svegliatevi! 2001 | 8 novembre
    • Come aiutare le donne che subiscono violenza

      COSA si può fare per aiutare le donne che subiscono violenza? Per prima cosa, bisogna capire cosa stanno passando. Spesso le ferite inflitte da un uomo violento non sono solo fisiche. Di solito ci sono anche minacce e intimidazioni, che fanno sentire la vittima indegna e impotente.

      Prendete il caso di Roxana, la cui esperienza è stata raccontata nell’articolo iniziale. A volte il marito la maltratta verbalmente. “Mi affibbia epiteti umilianti”, spiega Roxana. “Dice: ‘Non hai neanche finito le scuole. Come potresti prenderti cura dei bambini se non ci fossi io? Sei una madre pigra e incompetente. Credi che le autorità ti permetterebbero di tenere i bambini se mi lasciassi?’”

      Il marito di Roxana mantiene la sua posizione di superiorità gestendo di persona tutto il denaro. Non permette alla moglie di usare la macchina, e le telefona più volte durante la giornata per controllare cosa sta facendo. Se lei esprime una preferenza, va su tutte le furie. Roxana, perciò, ha imparato a non dire mai quello che pensa.

      Come si vede, la violenza coniugale è un argomento complesso. Per essere d’aiuto bisogna ascoltare con compassione. Ricordate che di solito è molto difficile che una vittima parli di quello che sta passando. Il vostro obiettivo dovrebbe essere quello di rafforzare la vittima mentre affronta la situazione nei tempi e nei modi in cui lei si sente di farlo.

      Alcune donne che sono vittime di violenze possono avere bisogno di chiedere aiuto alle autorità. A volte un intervento drastico — come quello della polizia — può indurre un uomo violento a rendersi conto della serietà delle sue azioni. Bisogna ammettere, però, che spesso i buoni propositi svaniscono una volta passato il momento difficile.

      La moglie che viene picchiata dovrebbe lasciare il marito? La Bibbia non prende alla leggera la separazione dei coniugi. D’altra parte, non obbliga una moglie che viene picchiata a rimanere insieme a un uomo che mette in pericolo la sua salute e forse la sua stessa vita. L’apostolo cristiano Paolo scrisse: “Se in realtà [la moglie] si separa, che rimanga senza sposarsi oppure che si riconcili col marito”. (1 Corinti 7:10-16) Visto che la Bibbia non proibisce la separazione in circostanze estreme, quello che una donna decide di fare al riguardo è affar suo. (Galati 6:5) Nessuno dovrebbe persuadere una moglie a lasciare il marito, ma nessuno dovrebbe nemmeno fare pressioni per indurre una donna che viene picchiata a rimanere con un uomo violento quando la sua salute, la sua vita e la sua spiritualità sono in pericolo.

      C’è speranza per gli uomini violenti?

      La violenza nei confronti del coniuge è una sfacciata violazione dei princìpi biblici. In Efesini 4:29, 31 si legge: “Non esca dalla vostra bocca nessuna parola corrotta . . . Ogni acrimoniosa amarezza e collera e ira e clamore e parola ingiuriosa sia tolta via da voi con ogni malizia”.

      Nessun marito che si definisce seguace di Cristo può davvero dire di amare la moglie se la maltratta. Se lui trattasse male la moglie, di che valore sarebbero tutte le sue altre opere buone? Un “percotitore” non è idoneo per avere speciali privilegi nella congregazione cristiana. (1 Timoteo 3:3; 1 Corinti 13:1-3) Anzi, qualsiasi sedicente cristiano che ripetutamente e senza pentirsi si fa prendere da accessi d’ira può essere disassociato dalla congregazione cristiana. — Galati 5:19-21; 2 Giovanni 9, 10.

      È possibile che un uomo violento cambi? Alcuni ci sono riusciti. Di solito, però, un uomo del genere non cambierà a meno che (1) non ammetta che la sua condotta è sbagliata, (2) non abbia il desiderio di cambiare e (3) non chieda aiuto. I testimoni di Geova hanno riscontrato che la Bibbia può dare una forza incredibile per cambiare. Molti interessati che studiano la Bibbia con loro hanno sviluppato il forte desiderio di piacere a Dio. Riguardo a Geova Dio, questi nuovi studenti della Bibbia imparano che “la Sua anima certamente odia chiunque ama la violenza”. (Salmo 11:5) Naturalmente, per cambiare, un uomo violento non deve solo smettere di picchiare la moglie. Deve anche cambiare completamente il suo atteggiamento nei confronti di lei.

      Quando un uomo acquista conoscenza di Dio impara a considerare la moglie non come una serva bensì come un “aiuto”, non come una persona inferiore bensì come una persona da ‘onorare’. (Genesi 2:18; 1 Pietro 3:7) Impara anche a mostrare compassione, e capisce che deve ascoltare il punto di vista della moglie. (Genesi 21:12; Ecclesiaste 4:1) Il programma di studio biblico che i testimoni di Geova offrono ha aiutato molte coppie. Nella famiglia cristiana non c’è posto per despoti, tiranni o prepotenti. — Efesini 5:25, 28, 29.

      “La parola di Dio è vivente ed esercita potenza”. (Ebrei 4:12) Pertanto, la sapienza contenuta nella Bibbia può aiutare le coppie ad analizzare i propri problemi e dar loro il coraggio di affrontarli. Non solo, ma la Bibbia contiene anche la sicura e confortante speranza di vedere un mondo senza violenza quando il Re celeste intronizzato da Geova governerà su tutta l’umanità ubbidiente. La Bibbia dice: “Libererà il povero che invoca soccorso, anche l’afflitto e chiunque non ha soccorritore. Redimerà la loro anima dall’oppressione e dalla violenza”. — Salmo 72:12, 14.

      [Testo in evidenza a pagina 12]

      Nella famiglia cristiana non c’è posto per despoti, tiranni o prepotenti

      [Riquadro a pagina 8]

      Pregiudizi da sfatare

      • Se il marito picchia la moglie, la colpa è di quest’ultima.

      Molti mariti violenti non si assumono la responsabilità delle loro azioni, sostenendo che è la moglie a provocarli. Anche alcuni amici di famiglia possono convincersi che la moglie ha un carattere difficile, per cui non è strano che il marito ogni tanto perda il controllo. Questo, però, significa dare la colpa alla vittima e giustificare l’aggressore. La verità è che spesso le mogli che vengono picchiate fanno di tutto per cercare di rabbonire il marito. Comunque sia, picchiare il coniuge non è mai giustificato, in nessuna circostanza. Un libro sull’argomento afferma: “Gli uomini che i tribunali condannano a terapie riabilitative perché picchiano la moglie hanno una dipendenza psicologica nei confronti della violenza. La usano come valvola di sfogo per la rabbia e la depressione, come sistema per prendere il controllo e risolvere i conflitti, e per ridurre la tensione. . . . Spesso non riescono nemmeno a riconoscere che hanno un problema o a prenderlo sul serio”. — The Batterer—A Psychological Profile.

      • L’alcool porta a picchiare la moglie.

      È vero che alcuni uomini diventano più violenti dopo aver bevuto. Ma è ragionevole dare la colpa all’alcool? “Il fatto di essere sotto l’effetto dell’alcool dà all’uomo violento la possibilità di dare la colpa del suo comportamento a qualcosa di esterno invece che a se stesso”, scrive Karen J. Wilson in un libro sulla violenza domestica. E aggiunge: “Sembra che, nella nostra società, la violenza domestica sia più scusabile quando chi vi ricorre è sotto l’effetto dell’alcool. Una donna che viene picchiata può evitare di considerare violento il partner, considerandolo invece un forte bevitore o un alcolista”. Questo modo di pensare, dice la Wilson, può dare alla donna la falsa speranza che “se solo l’uomo smettesse di bere, gli episodi di violenza cesserebbero”. — When Violence Begins at Home.

      Attualmente molti ricercatori considerano il bere e il picchiare la moglie due problemi distinti. Dopo tutto, la maggioranza degli uomini con problemi di alcool o di droga non picchiano la moglie. Gli autori di un libro sui mariti violenti scrivono: “Sostanzialmente, se gli episodi violenti si perpetuano è perché sono efficaci nel controllare, intimidire e soggiogare la donna che ne è vittima. . . . Alcool e droga fanno parte del modo di vivere di chi picchia la sua donna. Ma sarebbe sbagliato pensare che siano la droga e l’alcool a provocare la violenza”. — When Men Batter Women.

      • Chi picchia la moglie è violento con tutti.

      Spesso chi picchia la moglie sa essere amabile con gli amici. È una specie di dottor Jekyll e mister Hyde. È per questo che gli amici di famiglia possono trovare difficile credere che sia violento. Ma la verità è che chi picchia la moglie sceglie la brutalità come sistema per dominarla.

      • Alle donne non dispiace essere maltrattate.

      Con tutta probabilità, chi ha questa idea non riesce a capire la condizione disperata di una donna che non ha nessuna via di scampo. Gli amici di una donna che viene picchiata dal marito la possono accogliere per una settimana o due, ma poi? Dover trovare un lavoro e pagare un affitto allevando nel contempo dei figli non è una cosa da poco. Inoltre, può darsi che la legge proibisca di andarsene di casa con i figli. Alcune donne hanno cercato di andarsene ma il marito le ha rintracciate e ricondotte a casa, con la forza o con le lusinghe. Gli amici che non possono capire la situazione potrebbero pensare a torto che a queste donne non dispiaccia essere maltrattate.

  • “A volte mi sembra di sognare!”
    Svegliatevi! 2001 | 8 novembre
    • “A volte mi sembra di sognare!”

      Lourdes osserva la città dalla finestra del suo appartamento; con le dita si copre le labbra tremanti. È una donna latino-americana che ha sopportato per più di vent’anni le violenze del marito, Alfredo. Alfredo ha trovato la motivazione necessaria per cambiare. Per Lourdes, però, è ancora difficile parlare delle sofferenze fisiche ed emotive che ha subìto.

      “È cominciato dopo che erano passate solo due settimane dalle nozze”, dice Lourdes con tono sommesso. “Una volta mi ha fatto saltare due denti. Un’altra volta ho schivato un pugno che ha fracassato un armadio. Ma gli insulti fanno ancora più male. Mi chiamava ‘schifosa’ e ‘buona a nulla’, e mi trattava come una stupida. Avrei voluto andarmene, ma come potevo con tre figli?”

      Alfredo sfiora con la mano la spalla di Lourdes. “Sono un professionista conosciuto”, dice. “Quando mi arrivò un ordine di comparizione e mi fu consegnata un’ordinanza cautelativa mi sentii umiliato. Cercai di cambiare, ma ben presto ricominciai a comportarmi come al solito”.

      Come avvenne il cambiamento? “La signora del negozio all’angolo è testimone di Geova”, spiega Lourdes, ora visibilmente più rilassata. “Si offrì di aiutarmi a capire la Bibbia. Imparai che Geova Dio apprezza le donne. Cominciai a frequentare le adunanze dei testimoni di Geova, anche se all’inizio questo mandava Alfredo su tutte le furie. Per me era un’esperienza nuova stare insieme a persone amiche nella Sala del Regno. Era una sorpresa scoprire che potevo avere le mie convinzioni, esprimerle liberamente e persino insegnarle ad altri. Mi resi conto che Dio mi considera importante. Questo mi diede coraggio.

      “A un certo punto ci fu una svolta che non dimenticherò mai. Alfredo andava ancora a messa ogni domenica, e si lamentava di quello che stavo facendo con i testimoni di Geova. Lo guardai dritto negli occhi e gli dissi con tono calmo ma sicuro: ‘Alfredo, tu la pensi in un modo e io in un altro’. E non mi picchiò! Dopo non molto mi battezzai. Sono passati cinque anni, e lui non mi ha più picchiata”.

      Ma ci sarebbero stati dei cambiamenti ancora maggiori. Alfredo spiega: “Circa tre anni dopo il battesimo di Lourdes, un collega che è testimone di Geova mi invitò a casa sua, e mi spiegò cose affascinanti con la Bibbia. Senza dirlo a mia moglie, cominciai a studiare la Bibbia con lui. Ben presto accompagnavo Lourdes alle adunanze. Molti dei discorsi che sentivo lì riguardavano la vita familiare, e spesso mi sentivo in imbarazzo”.

      Alfredo rimase colpito vedendo i membri della congregazione, uomini inclusi, spazzare il pavimento dopo le adunanze. Quando fu invitato a casa loro, vide mariti che aiutavano la moglie a lavare i piatti. Questi piccoli particolari fecero capire ad Alfredo come si comporta il vero amore.

      Poco tempo dopo Alfredo si battezzò, e ora lui e la moglie prestano servizio come ministri a tempo pieno. “Spesso mi aiuta a sparecchiare la tavola e a rifare i letti”, dice Lourdes. “Mi fa complimenti per quello che cucino e mi lascia scegliere, ad esempio la musica che mi va di sentire o le cose da comprare per la casa. Sono cose che Alfredo non avrebbe mai fatto prima! Di recente, per la prima volta, mi ha comprato un mazzo di fiori. A volte mi sembra di sognare!”

      [Immagine a pagina 10]

      “Mi resi conto che Dio mi considera importante. Questo mi diede coraggio”

      [Immagine a pagina 10]

      Alfredo rimase colpito vedendo i membri della congregazione, uomini inclusi, spazzare il pavimento dopo le adunanze

      [Immagine a pagina 10]

      Vide mariti che aiutavano la moglie a lavare i piatti

      [Immagine a pagina 10]

      “Di recente, per la prima volta, mi ha comprato un mazzo di fiori”

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
Disconnetti
Accedi
  • Italiano
  • Condividi
  • Impostazioni
  • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
  • Condizioni d’uso
  • Informativa sulla privacy
  • Impostazioni privacy
  • JW.ORG
  • Accedi
Condividi