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  • Perché le più alte speranze furono deluse
    Paradiso restaurato per il genere umano, dalla Teocrazia!
    • mezzo del profeta Ezechiele. Non c’è in questo un punto che oggi, noi che speriamo nella trasformazione dell’intera terra in un Paradiso, dovremmo prendere a cuore? Sì. Ma quale fu il rimedio che in quel tempo bisognava applicare? Dovrebbe ora essere per noi un esempio indicativo.

  • Il rimedio per quelli dalle speranze deluse
    Paradiso restaurato per il genere umano, dalla Teocrazia!
    • Capitolo III

      Il rimedio per quelli dalle speranze deluse

      1. Era ancora quale data, e Geova suscitò Aggeo per aiutare i Giudei a vedere la relazione fra quali due cose?

      È ANCORA il 1º Elul, o il primo giorno del sesto mese lunare, nel secondo anno di regno di Dario I, il re dell’Impero Persiano. Questo sarebbe verso la metà del mese di agosto dell’anno 520 a.E.V., secondo il nostro calendario odierno. (Aggeo 1:1) Per mezzo del suo profeta Aggeo, Geova richiamava l’attenzione sui modi d’agire del suo popolo ricomprato che egli aveva ristabilito nella loro patria dopo ch’era stata desolata per settant’anni. (2 Cronache 36:17-21) Geova li esortava a considerare di cuore gli insoliti modi in cui accadevano loro le cose. Quindi avrebbero potuto vedere la relazione fra tutto il duro lavoro che facevano nella terra con risultati così poco rimunerativi e la desolazione in cui lasciavano la casa di Geova, quantunque avessero buona cura circa la condizione delle loro abitazioni. — Aggeo 1:2-6.

      2. Basilarmente, che specie di contesa era per quei Giudei, e chi poteva dunque prescrivere il giusto rimedio, e come cominciava la prescrizione?

      2 Era la ragione per cui i Giudei se la passavano così male, dopo esser tornati nella loro patria da diciassette anni, una ragione basilarmente religiosa? Se lo era, Geova era Colui che avrebbe potuto infallibilmente indicare loro quella ragione e anche prescriverne il rimedio. Egli non si compiaceva che si preoccupassero tanto del loro benessere materiale e che trascurassero la sua casa di adorazione. Quindi, dopo aver sopportato per tanto tempo questa loro attitudine non equilibrata, per mezzo del profeta Aggeo disse loro: “Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Ponete il cuore alle vostre vie’. ‘Salite al monte, e dovete portare legname. Ed edificate la casa, affinché io me ne compiaccia e sia glorificato’, ha detto Geova”. Quindi per indicare a che cosa dovessero attribuirsi in realtà i loro deludenti risultati dopo tale duro lavoro, egli fece ancora profetizzare ad Aggeo:

      3. Chi asserì d’essere responsabile della loro cattiva condizione economica?

      3 “‘Si cercava molto, ma, ecco, c’era solo un poco; e lo avete portato nella casa, e io vi soffiai sopra, per quale ragione?’ è l’espressione di Geova degli eserciti. ‘Per la ragione che la mia casa è devastata, mentre voi vi date da fare, ciascuno per la sua propria casa. Perciò su di voi i cieli trattennero la loro rugiada, e la terra stessa trattenne il suo prodotto. E chiamavo l’aridità sulla terra, e sui monti, e sul grano, e sul vino nuovo, e sull’olio, e su ciò che la terra produceva, e sull’uomo terreno, e sull’animale domestico, e su tutta la fatica delle vostre mani’” — Aggeo 1:7-11.

      4. Nonostante la proibizione imperiale, quale azione prescrisse Geova ai Giudei di compiere, e quale decisiva domanda questo pose ai Giudei?

      4 Quando tali precedenti parole furono proferite, l’incostituzionale proibizione che era stata emanata dal defunto re Artaserse di Persia contro l’edificazione del tempio di Geova in Gerusalemme era ancora in vigore. Tuttavia Geova degli eserciti, parlando per mezzo di Aggeo, disse ai Giudei che se la passavano male di prendere i materiali e di ‘edificare la casa, affinché egli se ne compiacesse e fosse glorificato’. (Aggeo 1:8) Ora sulla contesa sorse la domanda: A chi si deve ubbidire, alla volontà di Geova o alla proibizione imperiale, la volontà di un uomo male informato ora morto? Quale ordine era da adempiere, quello del vivente Iddio Altissimo, il Grande Teocrata, o quello di un morto imperatore persiano? Se avessero agito come fecero in seguito gli apostoli cristiani, ubbidendo “a Dio quale governante anziché agli uomini”, avrebbero suscitato le obiezioni e l’opposizione di quelli che erano a favore della proibizione, ma avrebbero ottenuto l’approvazione di Dio. (Atti 5:29) Essi già facevano piacere a quegli oppositori pagani ma dispiacevano a Dio. Or dunque, erano disposti a suscitare il dispiacere dei loro avversari pagani e in tal modo ottenere il compiacimento di Geova degli eserciti?

      5. Gli avversari e gli oppositori che cosa non potevano controllare, e che cosa non potevano eliminare a favore dei Giudei?

      5 Quegli avversari pagani non potevano controllare il tempo atmosferico nel paese di Giuda. Non lo avrebbe potuto controllare nemmeno l’intero Impero Persiano. Non potevano far produrre ai cieli la necessaria rugiada nella stagione asciutta dell’anno. Non potevano far rendere alla terra il suo prodotto, così che i Giudei che coltivavano il suolo non solo seminassero molto e attendessero molto ma anche raccogliessero molto. O, al contrario, quei Persiani imperiali e i vicini avversari dei Giudei non potevano eliminare, durante la comune stagione delle piogge, l’aridità che si abbatteva sulla terra, sul grano, sul vino nuovo, sull’olio, su tutti gli altri prodotti della terra, né l’aridità che si abbatteva sull’uomo, sull’animale domestico e su ciò che gli uomini avevan coltivato con le loro mani. Ma Geova degli eserciti poteva far questo, poiché tali cose avverse venivano da lui come espressione del suo dispiacere.

      6. Per questa ragione, i Giudei chi avrebbero dovuto temere, ma come non mostravano tale timore?

      6 A differenza di quegli Israeliti ai quali si fa riferimento in Geremia 5:24, i rimpatriati Giudei non avrebbero dovuto temere l’ira dell’Impero Persiano ma avrebbero dovuto dire: “Temiamo, ora, Geova nostro Dio, Colui che dà la pioggia a rovesci e la pioggia autunnale e la pioggia primaverile nella sua stagione, Colui che per noi guarda pure le prescritte settimane della mietitura”. (Geremia 10:10-13) Tale timore di Geova non potevano mostrarlo semplicemente correndo alle loro proprie case private per giungere il più presto possibile nelle loro accoglienti dimore mentre nello stesso tempo lasciavano desolata la casa di adorazione del loro Dio. La casa di un Personaggio così grande come Geova degli eserciti, il Grande Teocrata, si sarebbe dovuta mettere al primo posto. Il timore dell’uomo non li avrebbe dovuti distogliere dall’edificarla, affinché egli se ne compiacesse e fosse glorificato.

      7, 8. (a) Perché Geova disse ai Giudei di portare il legname per la casa? (b) Perché una tale casa materiale non era necessaria, eppure era appropriata, per Geova?

      7 Questo era il rimedio per tali deludenti condizioni in cui si trovavano sia in senso materiale che in senso spirituale, ubbidire cioè a Dio quale governante anziché all’uomo e andare avanti ed edificare la casa di adorazione di Dio. Andassero sul monte coperto di foreste ad abbattere gli alberi e portassero il legname per costruire l’importantissima casa. Non che il tempio di Dio dovesse costruirsi tutto in legno. Ma le pietre del precedente tempio demolito erano lì sul posto, e il legname per ricoprire le pareti e per altre necessità era il materiale più richiesto da preparare. Non che Geova degli eserciti avesse alcun bisogno di una terrestre casa materiale come dimora in cui abitare fra i ben alloggiati Giudei. Egli aveva già il suo luogo di dimora non fatto da mani umane, nei santi cieli, e questo tempio di pietra e legno sul monte Moria in Gerusalemme era solo una rappresentazione di un futuro tempio spirituale, una vera casa di adorazione dell’Iddio Altissimo. Era esattamente come Salomone costruttore del tempio aveva detto:

      8 “Ma dimorerà veramente Dio sulla terra? Ecco, i cieli, sì, il cielo dei cieli, essi stessi non ti possono contenere; quanto meno, quindi, questa casa che io ho edificata!” — 1 Re 8:27.

      9. (a) Come Dio avrebbe dimorato dunque in quella casa? (b) Adorando in tale tempio, che cosa avrebbero rinnovato i Giudei, con quali risultati per se stessi?

      9 Dio avrebbe dimorato dunque nel riedificato tempio di Gerusalemme non in persona, ma solo mediante il suo spirito, la sua santa e invisibile forza attiva, e volgendo a tale tempio la sua faccia o attenzione. Egli l’avrebbe santificato o ne avrebbe fatto una casa santa, e sarebbe stato il centro di adorazione religiosa per l’intera nazione. I sacrifici per gli individui o per l’intera nazione vi sarebbero stati offerti sul solo altare autorizzato, e sarebbe stato il luogo presso cui la nazione si sarebbe riunita in assemblea alle sue tre feste annuali e al Giorno di Espiazione per l’intera nazione. Il sommo sacerdote Giosuè figlio di Iozadac e tutti i sacerdoti vi avrebbero potuto compiere le loro funzioni a favore del popolo. Così la nazione d’Israele avrebbe potuto mantenere con il suo Teocratico Governante, Geova, una rinnovata relazione, e si sarebbe potuta mantenere in buona condizione spirituale. Geova sarebbe stato glorificato dalla riedificazione del tempio sul quale sarebbe stato posto il Suo nome, e avrebbe fatto conoscere il proprio compiacimento versando su loro benedizioni sia spirituali che materiali.

      UBBIDIENZA A DIO QUALE GOVERNANTE? O ALL’UOMO?

      10, 11. A chi fu rivolta l’iniziale profezia di Aggeo, e la successiva azione mostrò ch’era stata presa quale decisione?

      10 L’iniziale messaggio del profeta Aggeo fu rivolto specialmente “a Zorobabele figlio di Sealtiel, governatore di Giuda, e a Giosuè figlio di Iozadac il sommo sacerdote”. (Aggeo 1:1) Questo li obbligò a prendere la direttiva e a dare il giusto esempio all’intera nazione. Comunque, questi due uomini, il governatore e il sommo sacerdote, sapevano cosa attendersi dagli avversari se avessero ripreso l’edificazione del tempio in Gerusalemme. La storia cosa mostra che fecero: ubbidirono a Geova degli eserciti quale Governante o ubbidirono all’uomo? Essi misero al primo posto gli interessi spirituali e ubbidirono a Dio. Aggeo riferisce:

      11 “E Zorobabele figlio di Sealtiel, e Giosuè figlio di Iozadac il sommo sacerdote, e tutti i rimanenti del popolo ascoltavano la voce di Geova loro Dio, e le parole di Aggeo il profeta, come Geova loro Dio l’aveva mandato; e il popolo temeva a causa di Geova”. — Aggeo 1:12.

      12. Il popolo comprese che Aggeo era stato mandato da chi, e quale timore superarono?

      12 Dal messaggio che il profeta proclamò loro in quel giorno della sesta luna nuova dell’anno, il popolo seppe da quale parte era questo coraggioso Aggeo nella contesa di ubbidire a Dio o all’uomo. Si resero conto che Geova aveva mandato Aggeo, e perciò lo ascoltarono come colui che

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