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  • Perché le più alte speranze furono deluse
    Paradiso restaurato per il genere umano, dalla Teocrazia!
    • Di conseguenza, non era volontà di Geova degli eserciti che il decreto di Ciro relativo alla casa di Geova in Gerusalemme fosse annullato. Geova non è la specie di Dio che fa gettare le fondamenta di un edificio e poi si trovi nell’incapacità di completare l’edificio, così che tutti gli osservatori comincino “a schernirlo, dicendo: ‘Questo [Dio] ha cominciato a edificare ma non ha potuto finire’”. (Luca 14:29, 30) No, Geova completa ciò che comincia; la sua parola non torna mai a lui inadempiuta, “senza risultati”. — Isaia 55:11.

      SFIDANO L’OPINIONE POPOLARE E LA PROIBIZIONE IMPERIALE

      21. Come e in quale anno Geova cominciò a correggere l’errata impressione a lungo espressa dai Giudei circa l’edificazione del tempio?

      21 Or dunque era venuto il tempo che Geova degli eserciti correggesse l’errata impressione a lungo espressa dai Giudei in Gerusalemme e in Giuda che non fosse ancora venuto il tempo di riedificare la casa di Geova. Quindi, che fece egli? Suscitò profeti che non ebbero timore di parlare contrariamente all’opinione popolare. Esdra 5:1 ci narra chi fossero questi profeti, dicendo: “E Aggeo il profeta e Zaccaria nipote di Iddo, il profeta, profetizzarono ai Giudei che erano in Giuda e in Gerusalemme, nel nome dell’Iddio d’Israele che era su di loro”. I versetti iniziali delle riportate profezie di Aggeo e Zaccaria ci danno l’anno che cominciarono a profetizzare, cioè “nel secondo anno di Dario il re” di Persia. Ma Aggeo cominciò prima di Zaccaria, poiché la parola di Geova si ebbe per mezzo di lui il primo giorno del mese lunare di Elul, il giorno della luna nuova quando Gerusalemme poteva avere molti pellegrini venuti dalle esterne città di Giuda.

      22. Quale avvertimento Aggeo dovette prima dare al popolo, e come sfida all’opinione popolare, che cosa si dovette mostrar loro?

      22 Prima di tutto, il profeta Aggeo avvertì il popolo lì a Gerusalemme che Geova degli eserciti sapeva ciò che dicevano del tempo per edificare la Sua casa di adorazione, la cui edificazione era stata autorizzata dall’imperatore persiano, Ciro il Grande. La pazienza divina era stata esercitata abbastanza a lungo verso i Giudei che avevano tale attitudine mentale. Ora, quando la situazione sembrava esser la peggiore, quando la costante opposizione degli avversari religiosi pagani era stata rafforzata con una proibizione imperiale, proprio ora era il tempo di sfidare l’opinione popolare di questo popolo ricomprato. Si doveva mostrar loro che erano colpevoli e si doveva dire loro la ragione per cui le cose erano andate loro così male.

      23. Come la sfida presentata mostrò una relazione fra la condizione della casa di Geova in quel tempo e la loro condizione economica?

      23 Ora viene la sfida! “E la parola di Geova continuò a essere indirizzata per mezzo di Aggeo il profeta, dicendo: ‘È il tempo per voi stessi di dimorare nelle vostre case rivestite, mentre questa casa è devastata? E ora Geova degli eserciti ha detto questo: “Ponete il cuore alle vostre vie. Avete seminato molto seme, ma si porta poco. Si mangia, ma non a sazietà. Si beve, ma non fino al punto d’essere inebriati. Si indossano vesti, ma nessuno si riscalda; e chi lavora con un salario lavora con un salario per una borsa che ha buchi [l’operaio ha avuto il suo salario, ma per metterlo in un sacchetto forato]”’”. — Aggeo 1:3-6, NM; Na.

      24. Quale stato di cose privo di equilibrio esisteva tra le loro case personali e la casa di Geova, e quali domande questo poneva?

      24 C’era una ragione essenziale per cui se la passavano così male in senso materiale. Quei Giudei rimpatriati dicevano che non era per loro il tempo di edificare il tempio di Geova, e così “questa casa” di adorazione divina era “desolata”, essendone state gettate solo le fondamenta nel 536 a.E.V., ma senza sovrastrutture su di esse. Nello stesso tempo essi abitavano nelle loro case ben coperte con un soffitto e con le pareti piacevolmente rivestite di legni eccellenti. Quale netto contrasto c’era fra le loro case private per le comodità carnali e la sacra casa di Geova per gli interessi spirituali dell’intera nazione! Non era questo uno stato di cose privo di equilibrio? Non tradiva il fatto che davano più importanza alle cose materiali, alle comodità della propria carne, anziché alle loro necessità spirituali e ai loro obblighi verso il Grande Teocrata, Geova? Fu questo per loro senza conseguenze, non solo in senso spirituale ma anche in senso materiale? Si procuravano danno non solo religiosamente, ma anche economicamente? Sì!

      25. Qual era l’essenziale ragione per cui si procuravano danno non solo religiosamente, ma economicamente, in senso materiale?

      25 Perché anche economicamente, in senso materiale? Perché il loro paese era stato dato loro da Dio. Geova li aveva inoltre ricomprati da Babilonia e li aveva ricondotti in quel paese come suo popolo riscattato. Quindi, come Egli aveva molto tempo fa detto ai loro antenati, “la terra non si dovrebbe . . . vendere in perpetuo, perché la terra è mia. Poiché secondo il mio punto di vista voi siete residenti forestieri e avventizi”. (Levitico 25:23) Giacché la terra era Sua, avrebbe potuto rendere la terra prospera e avrebbe potuto trattenere dalla terra la sua benedizione. Divenne così responsabile della sua produttività. Se non avesse provato piacere del suo popolo riscattato, non avrebbe forse logicamente trattenuto le sue benedizioni? E per mezzo del suo profeta Aggeo non indicò Egli il dispiacere divino perché la sua casa, la casa più importante dell’intero paese di Giuda, era desolata ed era stata in tali condizioni per tanti anni?

      26. La relazione fra lo stato di desolazione della casa di Geova e la loro cattiva condizione economica a che cosa doveva attribuirsi?

      26 Date le circostanze, doveva esserci stata qualche relazione fra lo stato di “desolazione” della casa di adorazione di Geova e il fatto che questi riscattati Giudei seminavano nella terra data loro da Dio molto seme eppure raccoglievano poco in quanto alle messi. Raccoglievano qualche cosa da mangiare, in realtà, ma non era sufficiente per soddisfare il loro desiderio o il loro bisogno. Bevevano vino fatto con il succo delle loro vigne, ma non ne avevano in grande quantità alla vendemmia da farci vino sufficiente da potervisi ubriacare. Potevano fare qualche cosa da mettersi addosso, ma non bastava, o non era di tale qualità, da mantenerli caldi quando faceva freddo. E se dei bisognosi lavoravano per guadagnarsi da vivere o per pagare le spese, sembrava che il denaro guadagnato fosse messo in una borsa per il denaro piena di buchi da far cadere le monete e da farle perdere senza alcun profitto per i salariati. In vista della relazione che questi occupanti del paese avevano con il celeste Proprietario della terra e dei loro obblighi religiosi verso di Lui, doveva esserci stata qualche essenziale relazione fra la sua casa “desolata” e la loro depressione economica.

      27. Come la precedente profezia di Geova in Ezechiele 36:33-36 indicò che ci sarebbe stata una tale relazione?

      27 Questa relazione doveva essere stata reale in vista di ciò che Geova loro Dio aveva promesso per mezzo del suo profeta Ezechiele poco dopo la distruzione di Gerusalemme e la desolazione del paese di Giuda più di settant’anni prima: “Il Sovrano Signore Geova ha detto questo: ‘Nel giorno che vi purificherò da tutti i vostri errori per certo farò anche abitare le città, e dovranno essere riedificati i luoghi devastati. E lo stesso paese desolato sarà coltivato, mentre era divenuto una distesa desolata dinanzi agli occhi di ogni passante. E la gente per certo dirà: “Quel paese laggiù che era desolato è divenuto simile al giardino d’Eden, e le città che erano devastate e che giacevan desolate e che erano demolite sono fortificate; sono divenute abitate”. E le nazioni che vi saranno lasciate rimanere all’intorno dovranno conoscere che io stesso, Geova, ho edificato le cose demolite, ho piantato ciò che era stato desolato. Io stesso, Geova, ho parlato e ho fatto’”. — Ezechiele 36:33-36, NW.

      28. Perché quell’anno 520 a.E.V. tale profezia comunicata per mezzo di Ezechiele non si era adempiuta sui Giudei, e perché oggi dovremmo applicare questo a noi stessi?

      28 Quando il riscattato rimanente dei Giudei timorati di Dio fu tornato nel paese desolato nel 537 a.E.V., ebbe le più alte speranze che tale splendida profezia si adempisse. Ma ora, nell’anno 520 a.E.V., le loro più alte speranze erano state deluse. Perché? Sì, perché i popoli pagani all’intorno non dicevano: “Quel paese laggiù che era desolato è divenuto simile al giardino d’Eden”? La ragione è ovvia. Il riscattato rimanente dei Giudei trascurava l’adorazione di Colui che aveva fatto tale grande promessa per mezzo del profeta Ezechiele. Non c’è in questo un punto che oggi, noi che speriamo nella trasformazione dell’intera terra in un Paradiso, dovremmo prendere a cuore? Sì. Ma quale fu il rimedio che in quel tempo bisognava applicare? Dovrebbe ora essere per noi un esempio indicativo.

  • Il rimedio per quelli dalle speranze deluse
    Paradiso restaurato per il genere umano, dalla Teocrazia!
    • Capitolo III

      Il rimedio per quelli dalle speranze deluse

      1. Era ancora quale data, e Geova suscitò Aggeo per aiutare i Giudei a vedere la relazione fra quali due cose?

      È ANCORA il 1º Elul, o il primo giorno del sesto mese lunare, nel secondo anno di regno di Dario I, il re dell’Impero Persiano. Questo sarebbe verso la metà del mese di agosto dell’anno 520 a.E.V., secondo il nostro calendario odierno. (Aggeo 1:1) Per mezzo del suo profeta Aggeo, Geova richiamava l’attenzione sui modi d’agire del suo popolo ricomprato che egli aveva ristabilito nella loro patria dopo ch’era stata desolata per settant’anni. (2 Cronache 36:17-21) Geova li esortava a considerare di cuore gli insoliti modi in cui accadevano loro le cose. Quindi avrebbero potuto vedere la relazione fra tutto il duro lavoro che facevano nella terra con risultati così poco rimunerativi e la desolazione in cui lasciavano la casa di Geova, quantunque avessero buona cura circa la condizione delle loro abitazioni. — Aggeo 1:2-6.

      2. Basilarmente, che specie di contesa era per quei Giudei, e chi poteva dunque prescrivere il giusto rimedio, e come cominciava la prescrizione?

      2 Era la ragione per cui i Giudei se la passavano così male, dopo esser tornati nella loro patria da diciassette anni, una ragione basilarmente religiosa? Se lo era, Geova

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