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AdamoPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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avevano peccato”. “La morte regnò da Adamo”. (Ro 5:12, 14) Ma Geova, nella sua sapienza e nel suo amore, provvide un “secondo uomo”, “l’ultimo Adamo”, che è il Signore Gesù Cristo. Grazie a questo ubbidiente “Figlio di Dio”, per i discendenti del disubbidiente “primo uomo Adamo” è stata aperta la via che conduce al Paradiso e alla vita eterna, perfino alla vita celeste per la chiesa o congregazione di Cristo. “Poiché come in Adamo tutti muoiono, così anche nel Cristo tutti saranno resi viventi”. — Gv 3:16, 18; Ro 6:23; 1Co 15:22, 45, 47.
Dopo essere stato espulso dall’Eden il peccatore Adamo visse abbastanza da vedere l’assassinio di uno dei suoi figli, l’esilio del figlio omicida, la violazione della disposizione matrimoniale e la profanazione del sacro nome di Geova. Fu testimone della costruzione di una città, dello sviluppo di strumenti musicali e della fabbricazione di arnesi di ferro e di rame. Osservò e fu condannato dall’esempio di Enoc, “il settimo uomo nella discendenza da Adamo”, che “continuò a camminare con il vero Dio”. Visse fino alla nona generazione, fino al tempo di Lamec padre di Noè. Infine, dopo 930 anni, la maggior parte dei quali trascorsi nel lento processo che l’avrebbe portato alla morte, nel 3096 a.E.V. Adamo tornò alla terra da cui era stato tratto, proprio come aveva detto Geova. — Ge 4:8-26; 5:5-24; Gda 14; vedi LAMEC n. 2.
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Adar, IIPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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ADAR, II
(adàr).
Nome postesilico del 12º mese lunare ebraico del calendario sacro e 6º mese del calendario secolare. (Est 3:7) Corrisponde a parte di febbraio e di marzo. Dopo il mese di adar, in certi anni, veniva aggiunto il mese intercalare, chiamato veadar o secondo adar.
Durante questo mese finiva la stagione invernale e iniziava la primavera, in alcune parti della Palestina cominciavano a fiorire i carrubi, e nelle pianure calde si raccoglievano arance e limoni.
Per un decreto reale di Assuero re di Persia, il 13º giorno di adar avrebbe dovuto segnare la distruzione di tutti gli ebrei dei distretti giurisdizionali del suo impero, questo per istigazione del primo ministro, Aman. Un nuovo decreto, emanato grazie all’intercessione della regina Ester, permise agli ebrei di riportare la vittoria su quelli che avrebbero dovuto essere i loro assassini, e quindi Mardocheo ordinò che il 14º e il 15º giorno di adar si commemorasse questa liberazione. (Est 3:13; 8:11, 12; 9:1, 15, 20, 21, 27, 28) Questa festa ebraica si chiama Purim, nome derivato da “Pur, cioè la Sorte”. — Est 9:24-26; vedi PURIM.
Adar è anche il mese in cui il governatore Zorobabele ultimò la ricostruzione del tempio di Gerusalemme. (Esd 6:15) Altrove nella Bibbia è menzionato solo come “il dodicesimo mese”. — 2Re 25:27; 1Cr 27:15; Ger 52:31; Ez 32:1.
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AdasaPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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ADASA
(Adàsa) [nuova].
Città di Giuda nella Sefela. (Gsè 15:33, 37) La sua esatta ubicazione è attualmente sconosciuta.
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AddarPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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ADDAR
(Addàr).
1. Beniaminita, figlio di Bela. — 1Cr 8:1, 3.
2. Città al confine meridionale di Giuda, vicino a Cades-Barnea. (Gsè 15:3) In Giosuè viene posta fra Ezron e Carca, mentre a quanto pare nella descrizione parallela di Numeri 34:4 il nome Ezron (cortile; insediamento) è unito ad Addar dando origine alla forma Azar-Addar. È stata suggerita come possibile ubicazione quella di ʽAin el-Qudeirat, dove una fonte perenne bagna una piccola ma fertile valle. (G. E. Wright, Biblical Archaeology, 1962, p. 71) Si trova circa 8 km a NNO di ʽAin Qedeis, possibile ubicazione di Cades-Barnea.
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AddonPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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ADDON
(Addòn).
A quanto pare una località non identificata della Babilonia, da dove nel 537 a.E.V. alcuni esiliati tornarono a Gerusalemme alla fine dei 70 anni di desolazione di Giuda. Questi, non essendo in grado di stabilire la propria genealogia in base alle registrazioni pubbliche, non furono idonei per il servizio sacerdotale. Alcuni studiosi ritengono che Addon fosse un singolo individuo che non era in grado di provare la propria origine. — Esd 2:59-62; Ne 7:61-64.
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AdesPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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ADES
(Àdes).
Questa è la comune traslitterazione italiana del corrispondente termine greco hàides, che forse significa “luogo non visto”. Il termine ricorre in tutto dieci volte nei più antichi manoscritti delle Scritture Greche Cristiane. — Mt 11:23; 16:18; Lu 10:15; 16:23; At 2:27, 31; Ri 1:18; 6:8; 20:13, 14.
La Diodati traduce hàides “inferno” in tutti questi versetti, tranne Atti 2:27, 31 dove ha “luoghi sotterra”. La Riveduta invece usa ogni volta “Ades”, come fanno altre traduzioni moderne.
La Settanta, traduzione greca delle Scritture Ebraiche (da Genesi a Malachia), usa 73 volte il termine “Ades”, 60 volte per tradurre il termine ebraico sheʼòhl, reso comunemente “Sceol”. Luca, l’ispirato scrittore di Atti, nel tradurre la citazione che Pietro fa di Salmo 16:10, indica chiaramente che Ades è l’equivalente greco di Sceol. (At 2:27) A loro volta nove traduzioni ebraiche moderne delle Scritture Greche Cristiane usano la parola “Sceol” per tradurre Ades in Rivelazione 20:13, 14; e la traduzione siriaca usa l’analogo termine Shiul.
Tutte le volte che ricorre nelle Scritture Greche Cristiane, con l’eccezione di due casi, il termine Ades ha attinenza con la morte, nel versetto stesso o nell’immediato contesto; degli altri due casi si parla nel paragrafo seguente. Ades non si riferisce a una singola tomba (gr. tàfos) e neanche a un singolo sepolcro o tomba commemorativa (gr. mnèma; mnemèion), ma alla comune tomba di tutto il genere umano, dove i morti e sepolti non si possono vedere. Quindi ha lo stesso significato del termine corrispondente “Sceol”, come risulta esaminando i dieci casi in cui ricorre. — Vedi SCEOL; TOMBA.
La prima volta che ricorre, in Matteo 11:23, Ades è usato da Gesù Cristo nel rimproverare Capernaum per la sua mancanza di fede e indicarne la profonda degradazione, in contrasto con l’altezza del cielo a cui era stata esaltata a motivo del ministero che Gesù vi aveva svolto. Con significato corrispondente ricorre in Luca 10:15. Si noti l’uso simile di Sceol in Giobbe 11:7, 8.
Liberati Gesù e la congregazione. A proposito della congregazione cristiana, in Matteo 16:18 Gesù disse che “le porte dell’Ades [“la potenza della morte”, PS] non la sopraffaranno”. Similmente, in punto di morte, il re Ezechia aveva detto: “Nel mezzo dei miei giorni certamente entrerò nelle porte dello Sceol”. (Isa 38:10) È dunque evidente che Gesù, promettendo la vittoria sull’Ades, voleva dire che le sue “porte” si sarebbero aperte per lasciare liberi i morti mediante la risurrezione, come avvenne per Cristo Gesù stesso.
Poiché Ades si riferisce alla comune tomba di tutto il genere umano, Gesù passò per “le porte dell’Ades” quando venne sepolto da Giuseppe d’Arimatea. Alla Pentecoste del 33 E.V. Pietro disse di Cristo: “Non fu abbandonato nell’Ades e . . . la sua carne non vide la corruzione. Questo Gesù ha Dio risuscitato, del quale fatto noi siamo tutti testimoni”. (At 2:25-27, 29-32; Sl 16:10) Sebbene “le porte dell’Ades” (Mt 16:18) ai giorni di Pietro avessero ancora in loro potere Davide (At 2:29), si erano aperte per Cristo Gesù quando il Padre suo lo aveva risuscitato dall’Ades. Da allora, grazie al potere della risurrezione conferitogli (Gv 5:21-30), Gesù è il Detentore delle “chiavi della morte e dell’Ades”. — Ri 1:17, 18.
Chiaramente l’Ades della Bibbia non è il luogo immaginario descritto nell’antica mitologia greca come una “regione oscura, senza sole, all’interno della terra”, anche perché da quell’oltretomba mitologico non c’era risurrezione.
Uso illustrativo. In Rivelazione 6:8 l’Ades è descritto in modo figurativo nell’atto di seguire da vicino il cavaliere del cavallo pallido, la morte personificata, per accogliere le vittime dei mortiferi effetti di guerra, carestia, piaghe e bestie selvagge.
Il mare (che a volte diventa per alcuni una tomba acquea) è menzionato oltre all’Ades (la comune tomba terrena) per sottolineare che tutti questi morti sono inclusi quando Rivelazione 20:13, 14 dice che il mare, la morte e l’Ades dovranno essere svuotati o rendere i loro morti. Dopo di che la morte e l’Ades (ma non il mare) sono scagliati nel “lago di fuoco”, “la seconda morte”. In tal modo l’Ades (Sceol), la comune tomba del genere umano, e anche la morte ereditata da Adamo scompaiono definitivamente.
Il restante brano in cui si menziona l’Ades è quello di Luca 16:22-26, nel racconto del “ricco” e di “Lazzaro”. Il linguaggio è chiaramente quello di una parabola e, in considerazione di tutti i versetti precedenti, non può essere preso alla lettera. Si noti però che del “ricco” della parabola viene detto che è “sepolto” nell’Ades, a riprova del fatto che l’Ades è la comune tomba del genere umano. — Vedi GEENNA; TARTARO.
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AdidPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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ADID
(Adìd).
Città avita di certi beniaminiti tornati dall’esilio in Babilonia (Esd 2:1, 2, 33; Ne 7:6, 7, 37; 11:31, 34), comunemente identificata con el-Haditheh (Tel Hadid), villaggio arabo abbandonato circa 5 km a ENE di Lod (Lidda). In genere si ritiene che Adid sia la “Huditi” menzionata nelle liste di Tutmosi III rinvenute a Karnak, e la “Adida” del libro apocrifo di 1 Maccabei (12:38; 13:13, Con), ivi descritta come località della Sefela prospiciente la pianura costiera.
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