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  • Speranza: È davvero così importante?
    Svegliatevi! 2004 | 22 aprile
    • Speranza: È davvero così importante?

      DANIEL aveva solo dieci anni, ma da un anno lottava contro il cancro. I medici che lo seguivano, come altri che gli stavano vicini, avevano perso ogni speranza. Ma non Daniel. Era convinto che da grande avrebbe fatto il ricercatore e che un giorno avrebbe contribuito a trovare una cura per il cancro. Era particolarmente pieno di speranze perché aspettava di lì a poco la visita di un medico specializzato nel curare il tipo di cancro che aveva lui. Ma quando il giorno tanto atteso arrivò, lo specialista dovette disdire l’appuntamento a causa del cattivo tempo. Daniel ebbe un crollo. Per la prima volta diventò apatico. Nel giro di pochi giorni morì.

      La storia di Daniel è stata raccontata da un’infermiera che ha studiato il ruolo della speranza e della disperazione sulla salute. Forse avete sentito episodi simili. Una persona anziana, per esempio, è in fin di vita ma ha davanti a sé un evento a cui tiene molto: forse la visita di un suo caro o anche solo un anniversario. Quando l’evento è passato, la morte sopraggiunge velocemente. Cosa entra in gioco in questi casi? È possibile che la speranza sia una forza così potente come credono alcuni?

      Un crescente numero di ricercatori ritengono che l’ottimismo, la speranza e altri sentimenti positivi abbiano davvero un potente effetto sulla vita e la salute dell’individuo. Ma non tutti sono di questo avviso. Alcuni ricercatori respingono queste idee considerandole semplici storie senza riscontri scientifici. Preferiscono pensare che i disturbi fisici abbiano esclusivamente cause fisiche.

      Naturalmente che ci sia scetticismo riguardo all’importanza della speranza non è una cosa nuova. Migliaia di anni fa venne chiesto al filosofo greco Aristotele di definire la speranza, ed egli disse: “È un sogno fatto da svegli”. E più di recente lo statista americano Benjamin Franklin osservò con una punta di sarcasmo: “Chi vive sperando muore digiuno”.

      Come stanno veramente le cose? La speranza è sempre e solo una pia illusione, un modo per rifugiarsi in qualcosa di irreale? Oppure ci sono valide ragioni per considerare la speranza qualcosa di più, uno stato d’animo di cui tutti abbiamo bisogno per godere di buona salute e felicità, che ha una solida base e che porta benefìci concreti?

  • Perché abbiamo bisogno di speranza?
    Svegliatevi! 2004 | 22 aprile
    • Perché abbiamo bisogno di speranza?

      COSA sarebbe successo se Daniel, il bambino morto di cancro menzionato all’inizio del precedente articolo, non avesse smesso di sperare? Avrebbe sconfitto il cancro? Oggi sarebbe ancora vivo? Anche i più convinti sostenitori del potere della speranza probabilmente non si azzarderebbero a fare affermazioni simili. Questo sottolinea un aspetto importante: la speranza non va sopravvalutata. Non è una panacea miracolosa.

      In un’intervista alla CBS News il dott. Nathan Cherney ha avvertito del pericolo di dare eccessiva importanza al potere della speranza quando si ha a che fare con pazienti molto gravi: “Abbiamo avuto casi di mariti che rimproveravano alla moglie di non aver meditato abbastanza o di non aver pensato in maniera sufficientemente positiva”. Cherney ha aggiunto: “Questa scuola di pensiero ha creato l’illusione che si possano controllare le malattie, così quando le persone stanno male è come dire che non sono riuscite a controllare il tumore, e questo non è giusto”.

      A dire il vero coloro che lottano contro una malattia allo stadio terminale sono impegnati in una battaglia sfibrante e spossante. Aggiungere al loro carico già pesante il senso di colpa è senz’altro l’ultima cosa che i loro cari vorrebbero fare. Dovremmo concludere, allora, che la speranza non ha nessun valore?

      Niente affatto. Lo stesso Cherney, per esempio, è specializzato in trattamenti palliativi, ovvero trattamenti che si prefiggono non di combattere direttamente la malattia o di prolungare la vita, ma di rendere la vita del paziente più serena e piacevole fino alla fine. I medici specializzati in questo campo credono fermamente nel valore di quei trattamenti che mirano a creare uno stato mentale più felice, persino quando la malattia è molto grave. Esistono molte prove a sostegno del fatto che la speranza può fare questo e anche di più.

      Il valore della speranza

      “La speranza è una potente medicina”, afferma W. Gifford-Jones, giornalista in campo medico. Questo giornalista ha preso in esame vari studi effettuati per determinare quanto è importante il sostegno emotivo nei malati terminali. Si ritiene che questo sostegno aiuti le persone a mantenere una mentalità più positiva e fiduciosa. Uno studio del 1989 riscontrò che i pazienti che ricevevano questo tipo di sostegno vivevano più a lungo, mentre studi più recenti sono stati meno risolutivi al riguardo. Ad ogni modo, quello che è stato confermato è che i pazienti che ricevono sostegno emotivo soffrono meno di depressione e hanno meno dolore di quelli che non lo ricevono.

      Considerate un altro studio che ha preso in esame il ruolo dell’ottimismo e del pessimismo nelle affezioni cardiache di origine coronarica (CHD). Un gruppo di oltre 1.300 uomini furono sottoposti a una serie di test per capire se avevano una visione ottimistica o pessimistica della vita. A un controllo effettuato dieci anni dopo risultò che più del 12 per cento d’essi avevano sofferto di una qualche forma di CHD. Tra questi, i pessimisti erano quasi il doppio degli ottimisti. Laura Kubzansky, docente di igiene e comportamento sociale alla Harvard School of Public Health, ha dichiarato: “Finora la maggior parte delle prove a sostegno dell’idea che il ‘pensiero positivo’ faccia bene alla salute aveva carattere aneddotico. Questo studio provvede alcune delle prime prove mediche concrete a favore di questo concetto nel campo delle malattie cardiache”.

      Da alcuni studi è emerso che chi ritiene di non godere di buona salute si riprende più lentamente da un’operazione rispetto a chi ritiene di avere un’ottima salute. Anche la longevità è stata associata all’ottimismo. Uno studio ha esaminato come influisce sulle persone anziane l’avere una visione positiva o negativa dell’invecchiamento. Quando delle persone anziane vennero esposte a messaggi subliminali che mettevano in relazione il processo di invecchiamento con l’avere più saggezza ed esperienza, si riscontrò che in seguito costoro camminavano con più vigore ed energia. In effetti il miglioramento equivaleva a quello che avrebbero ottenuto seguendo un programma di ginnastica di 12 settimane!

      Perché fattori come la speranza, l’ottimismo e una mentalità positiva sembrano avere un effetto positivo sulla salute? Forse ricercatori e medici non conoscono ancora la mente e il corpo umano abbastanza bene da fornire risposte definitive. Nondimeno esperti che studiano questo soggetto possono fare ipotesi plausibili. Per esempio un professore di neurologia dichiara: “Essere felici e pieni di speranza fa sentire bene. È una sensazione piacevole che produce pochissimo stress: l’ideale per l’organismo. È un’altra cosa che le persone possono fare per cercare di rimanere in buona salute”.

      Questo concetto è forse innovativo per alcuni medici, psicologi e scienziati, ma non per chi conosce la Bibbia. Quasi 3.000 anni fa il saggio re Salomone fu ispirato a mettere questo pensiero per iscritto: “Il cuore allegro giova, come una medicina; ma lo spirito afflitto secca le ossa”. (Proverbi 17:22, Diodati) Notate l’equilibrio di questa affermazione. Questo passo non dice che il cuore allegro guarisce ogni disturbo ma semplicemente che “giova, come una medicina”.

      In effetti sarebbe giusto chiedersi: ‘Se la speranza fosse una medicina, quale dottore non la prescriverebbe?’ Inoltre grazie alla speranza si hanno benefìci che vanno ben oltre la sfera della salute.

      Ottimismo e pessimismo condizionano la vita

      I ricercatori hanno riscontrato che chi è ottimista è avvantaggiato in molti modi. Tende ad avere migliori risultati a scuola, sul lavoro e persino nello sport. Per esempio, fu fatto uno studio su una squadra femminile di atletica leggera. Gli allenatori fornirono una valutazione accurata delle pure e semplici capacità atletiche delle ragazze che componevano la squadra. Allo stesso tempo le ragazze furono intervistate, e fu attentamente valutato il loro grado di speranza. I risultati mostrarono che le prestazioni di queste atlete rispecchiavano molto più il loro grado di speranza che le valutazioni fatte dagli allenatori. Perché la speranza esercita un’influenza così forte?

      Si è imparato molto studiando l’opposto dell’ottimismo, cioè il pessimismo. Durante gli anni ’60 gli esperimenti portarono a fare una scoperta inaspettata in relazione al comportamento animale, così che gli psicologi coniarono l’espressione “impotenza appresa”. Riscontrarono che anche gli esseri umani ne possono soffrire. Ad esempio, nel corso di un test alcuni individui vennero esposti a un forte rumore e fu detto loro che avrebbero potuto farlo cessare premendo dei pulsanti nella giusta sequenza. Essi riuscirono a far cessare il rumore.

      A un secondo gruppo fu detta la stessa cosa, ma anche se premevano i pulsanti non succedeva niente. Come si può immaginare, molti di questo secondo gruppo finirono per sentirsi impotenti. Quando, più tardi, furono sottoposti ad altri test, esitarono a fare qualsiasi tipo di azione. Erano convinti che qualunque cosa avessero fatto non sarebbe servita a niente. Anche in questo secondo gruppo, però, gli ottimisti non si diedero per vinti e non adottarono questa mentalità.

      Martin Seligman, che partecipò alla preparazione di alcuni di questi primi test, fu spinto a dedicarsi allo studio dell’ottimismo e del pessimismo. Esaminò a fondo il modo di pensare di coloro che erano inclini a considerarsi impotenti. Il pessimismo, concluse, è di ostacolo in molte attività della vita e può avere un effetto paralizzante. Sintetizzando, Seligman descrive il pessimismo e i suoi effetti in questo modo: “Venticinque anni di studio mi hanno convinto che se di abitudine crediamo, come i pessimisti, che la colpa delle avversità sia nostra, che gli eventi negativi dureranno per sempre e che rovineranno ogni cosa che faremo, subiremo più sventure di quanto succederebbe se utilizzassimo una diversa modalità di pensiero”.a

      Ancora una volta, queste conclusioni possono sembrare nuove ad alcuni, ma suonano familiari a chi conosce la Bibbia. Notate questo proverbio: “Ti sei mostrato scoraggiato nel giorno dell’angustia? La tua potenza sarà scarsa”. (Proverbi 24:10) Sì, la Bibbia spiega chiaramente che lo scoraggiamento e i pensieri negativi che lo accompagnano ci fiaccano, togliendoci la forza di agire. Cosa si può dunque fare per combattere il pessimismo e portare una ventata di ottimismo e di speranza nella vita?

      [Nota in calce]

      a M. E. P. Seligman, Imparare l’ottimismo, Giunti, Firenze, 1996, p. 9.

      [Immagine alle pagine 4 e 5]

      La speranza può fare molto bene

  • Il pessimismo si può combattere
    Svegliatevi! 2004 | 22 aprile
    • Il pessimismo si può combattere

      COME considerate i vostri insuccessi? Molti esperti ritengono che la risposta a questa domanda la dica lunga riguardo al fatto se siete ottimisti o pessimisti. Tutti noi nel corso della vita incontriamo diverse serie difficoltà, alcuni più di altri. Perché sembra che certuni si riprendano con facilità da un brutto colpo, pronti a ricominciare, mentre sembra che altri si diano per vinti anche di fronte a difficoltà relativamente piccole?

      Per esempio, mettiamo il caso che stiate cercando lavoro. Fate un colloquio ma non venite assunti. Come considerate questo episodio? Potreste metterlo su un piano molto personale e considerarlo un problema permanente, dicendo a voi stessi: ‘Nessuno assumerebbe un tipo come me. Non troverò mai un lavoro’. O, peggio ancora, potreste lasciare che quest’unico insuccesso condizioni il modo in cui considerate ogni aspetto della vostra vita, pensando: ‘Sono un vero e proprio fallimento, non servo a nessuno’. In entrambi i casi, questo modo di pensare altro non è che pessimismo.

      Combattere il pessimismo

      Come potete contrastare il pessimismo? Un primo passo essenziale è quello di imparare a riconoscere i pensieri negativi. Il passo successivo è quello di combatterli. Cercate di trovare spiegazioni alternative plausibili. Per esempio, è proprio vero che siete stati scartati perché nessuno vi assumerebbe? Non è possibile che il datore di lavoro cercasse semplicemente qualcuno con altre qualifiche?

      Utilizzando fatti specifici, smascherate i pensieri pessimistici che sono esagerati. Il fatto che non abbiate ottenuto un impiego una volta significa davvero che siete un vero e proprio fallimento, oppure riuscite a pensare ad altri campi della vita (come attività spirituali, rapporti familiari o amicizie) in cui avete un certo successo? Imparate a non prendere sul serio le vostre previsioni più nere per il futuro, rendendovi conto che sono esagerate. Dopo tutto, potete davvero essere sicuri che non troverete mai lavoro? Ma c’è dell’altro che potete fare per allontanare i pensieri negativi.

      Pensare positivo, fissando degli obiettivi

      In anni recenti i ricercatori hanno elaborato una definizione di speranza che è interessante, anche se limitativa. Dicono che la speranza implica la fiducia di riuscire a raggiungere i propri obiettivi. Come mostrerà il prossimo articolo, la speranza in realtà implica molto di più, ma questa definizione sembra utile in diversi modi. Analizzare questa dimensione personale della speranza può aiutare a sviluppare un modo di pensare più positivo e a fissarsi degli obiettivi.

      Per avere fiducia che riuscirete a raggiungere i vostri obiettivi dovete ripensare a tutti quegli obiettivi che avete già raggiunto. Se non ve ne viene in mente nessuno, forse vale la pena di pensare seriamente agli obiettivi che vi prefiggete. Prima di tutto, ne avete? È molto facile essere assorbiti dalla routine vorticosa della vita al punto di non fermarci mai a riflettere su cosa vogliamo davvero dalla vita e quali sono le cose che hanno più valore per noi. Anche in relazione a questo principio pratico, ovvero all’importanza di stabilire priorità precise, troviamo che molto tempo fa la Bibbia diceva giustamente: “Accertatevi delle cose più importanti”. — Filippesi 1:10.

      Dopo aver stabilito quali sono le nostre priorità, diventa più facile prefiggersi alcuni importanti obiettivi in vari campi, ad esempio nella sfera spirituale, familiare o secolare. Ad ogni modo, è indispensabile non porsi troppi obiettivi contemporaneamente e prefiggersi solo quelli che si sa di poter facilmente raggiungere. Se abbiamo una meta troppo difficile potremmo scoraggiarci e darci per vinti. Spesso, quindi, è meglio suddividere obiettivi più grandi e a lungo termine in obiettivi più piccoli e a breve termine.

      “Volere è potere”. Sembra che in questo detto ci sia del vero. Una volta che abbiamo in mente degli obiettivi importanti, per raggiungerli ci vuole forza di volontà, ovvero voglia e determinazione. Possiamo rafforzare la nostra determinazione riflettendo sull’importanza delle mete che ci prefiggiamo e sui benefìci che ne deriveranno una volta raggiunte. Naturalmente troveremo degli ostacoli, ma dobbiamo imparare a considerarli come situazioni stimolanti invece che situazioni senza sbocchi.

      Naturalmente, dobbiamo anche pensare a come raggiungere in pratica i nostri obiettivi. Rick Snyder, che ha fatto uno studio approfondito sul valore della speranza, consiglia di pensare a più strade alternative per raggiungere qualsiasi obiettivo. In questo modo, se una strada non funziona se ne può tentare una seconda, una terza, e così via.

      Snyder inoltre raccomanda di imparare a capire quando è il caso di accantonare un obiettivo a favore di un altro. Se siamo davvero nell’impossibilità di raggiungerlo, rimuginarci sopra non farà altro che scoraggiarci. D’altra parte, sostituirlo con un obiettivo più realistico ci darà qualche altro motivo per sperare.

      La Bibbia contiene un esempio illuminante al riguardo. L’ambito obiettivo del re Davide era quello di costruire un tempio per il suo Dio, Geova. Ma Dio gli disse che sarebbe stato suo figlio Salomone ad avere quel privilegio. Di fronte a questa risposta scoraggiante, invece di essere amareggiato od ostinarsi, Davide cambiò i suoi obiettivi. Si diede da fare per raccogliere il denaro e i materiali che sarebbero serviti a suo figlio per portare a termine la costruzione. — 1 Re 8:17-19; 1 Cronache 29:3-7.

      Anche se riusciamo ad avere più speranza sul piano personale, combattendo il pessimismo e sviluppando un modo di pensare positivo con degli obiettivi in vista, potremmo avere ancora un grosso deficit per quanto riguarda la speranza. Come è possibile? Ebbene, gran parte della disperazione che proviamo in questo mondo deriva da fattori su cui non abbiamo nessun controllo. Quando riflettiamo sugli schiaccianti problemi che affliggono l’umanità — la povertà, le guerre, le ingiustizie, la minaccia sempre incombente delle malattie e della morte — come possiamo mantenere una mentalità positiva?

      [Immagine a pagina 7]

      Se a un colloquio importante non venite assunti, concludete che non troverete mai un lavoro?

      [Immagine a pagina 8]

      Il re Davide fu flessibile in fatto di obiettivi

  • Dove trovare vera speranza?
    Svegliatevi! 2004 | 22 aprile
    • Dove trovare vera speranza?

      IL VOSTRO orologio si è fermato e sembra rotto. Per ripararlo vi si presentano una marea di possibilità: le inserzioni per la riparazione di orologi sono tante, fanno tutte grandi promesse, e alcune sono in contraddizione fra loro. Ma che dire se scoprite che è stato un vostro vicino, anni fa, a progettare proprio quel tipo di orologio che avete voi? Inoltre, venite a sapere che quest’uomo è pronto ad aiutarvi, gratuitamente. Non sarebbe chiara la decisione da prendere?

      Ora paragoniamo l’orologio alla vostra capacità di sperare. Se riscontrate che la vostra speranza si sta affievolendo, come sta succedendo a molti in questi tempi difficili, a chi vi rivolgerete per avere aiuto? Molti asseriscono di poter risolvere il problema, ma i numerosi consigli possono essere disorientanti e contraddittori. Perché, quindi, non rivolgersi a Colui che ha creato il genere umano e lo ha dotato della capacità di sperare? La Bibbia dice che egli ‘non è lontano da ciascuno di noi’ e che ci aiuta più che volentieri. — Atti 17:27; 1 Pietro 5:7.

      Una definizione più esaustiva

      Il concetto biblico di speranza è più ampio e più profondo di quello comunemente usato da medici, scienziati e psicologi odierni. Nelle lingue originali della Bibbia i termini tradotti “speranza” significano attendere con ansiosa aspettazione e aspettare qualcosa di buono. Fondamentalmente la speranza si compone di due elementi. Implica sia il desiderio di qualcosa di buono che la base per credere che questo si realizzerà. La speranza offerta nella Bibbia non è una pia illusione. È ben fondata su fatti e prove.

      Sotto questo aspetto la speranza è simile alla fede, che deve basarsi su prove, non sulla credulità. (Ebrei 11:1) La Bibbia, comunque, fa una distinzione tra fede e speranza. — 1 Corinti 13:13.

      Facciamo un esempio: Quando chiedete a un caro amico un favore, potete sperare nel suo aiuto. La vostra speranza non è infondata perché avete fiducia in lui: lo conoscete bene e avete visto che in passato si è comportato in modo gentile e generoso. Analogamente, la fede è un’espressione di completa fiducia in Dio. Fede e speranza sono strettamente legate, anzi l’una dipende dall’altra, ma sono comunque due cose distinte. È possibile nutrire questo tipo di speranza in Dio?

      La base per la speranza

      Geova Dio è la fonte della vera speranza. Nei tempi biblici fu chiamato “speranza d’Israele”. (Geremia 14:8) Tutte le speranze sicure che il suo popolo aveva venivano da lui; egli stesso era la loro speranza. Tale speranza non era un semplice desiderio. Dio diede loro una solida base per sperare. Nel trattare con loro, nel corso dei secoli, si era fatto la reputazione di un Dio che mantiene le sue promesse. Il condottiero Giosuè disse a Israele: “Voi sapete bene . . . che nemmeno una parola di tutte le buone parole che Geova vostro Dio vi ha proferito è venuta meno”. — Giosuè 23:14.

      Benché siano passati migliaia di anni quella affermazione è ancora vera. La Bibbia è piena di straordinarie promesse fatte da Dio e di accurate narrazioni storiche che mostrano come le ha mantenute. Le sue promesse profetiche sono così sicure che a volte nella Bibbia se ne parla come se si fossero già adempiute al tempo in cui furono pronunciate.

      Ecco perché possiamo definire la Bibbia il libro della speranza. Man mano che esaminerete come Dio si è comportato con gli esseri umani, i motivi per riporre in lui la vostra speranza non potranno che diventare più forti. L’apostolo Paolo scrisse: “Tutte le cose che furono scritte anteriormente furono scritte per nostra istruzione, affinché per mezzo della nostra perseveranza e per mezzo del conforto delle Scritture avessimo speranza”. — Romani 15:4.

      Quale speranza ci offre Dio?

      Quand’è che sentiamo più che mai il bisogno di avere speranza? Non è forse quando ci troviamo di fronte alla morte? Eppure, per molti è proprio in un momento del genere, ad esempio quando la morte ci priva di un nostro caro, che la speranza sembra più sfuggente che mai. Dopo tutto, quale situazione potrebbe essere più disperata della morte? Insegue ciascuno di noi senza darci tregua. Possiamo evitarla solo per un po’, ma non siamo in grado di eliminarla. Appropriatamente la Bibbia definisce la morte l’“ultimo nemico”. — 1 Corinti 15:26.

      Dove possiamo, quindi, trovare speranza di fronte alla morte? Ebbene, il passo biblico che definisce la morte l’ultimo nemico dice anche che questo avversario ‘sarà ridotto a nulla’. Geova Dio è più forte della morte. Lo ha dimostrato in tantissime occasioni. Come? Risuscitando persone che erano morte. La Bibbia descrive nove occasioni in cui Dio usò il suo potere per riportare in vita dei morti.

      In un caso memorabile Geova conferì a suo Figlio, Gesù, il potere di risuscitare un uomo di nome Lazzaro, che era morto da quattro giorni. Gesù non risuscitò questo suo caro amico in segreto, ma apertamente, davanti a una folla. — Giovanni 11:38-48, 53; 12:9, 10.

      Potreste chiedere: ‘Perché delle persone furono risuscitate? Non invecchiarono lo stesso e non morirono forse di nuovo?’ È vero, ma grazie a resoconti attendibili come quello della risurrezione di Lazzaro possiamo avere più che il semplice desiderio che i nostri cari morti tornino in vita; abbiamo validi motivi per ritenere che questo avverrà. In altre parole abbiamo una vera speranza.

      Gesù disse: “Io sono la risurrezione e la vita”. (Giovanni 11:25) Egli è colui al quale Geova conferirà il potere di compiere risurrezioni su scala mondiale. Gesù disse: “L’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce [la voce di Cristo] e ne verranno fuori”. (Giovanni 5:28, 29) Sì, tutti quelli che dormono nella tomba hanno la prospettiva di essere risuscitati per vivere in un paradiso sulla terra.

      Il profeta Isaia descrisse la risurrezione in modo toccante: “I tuoi morti vivono, i loro corpi sorgeranno di nuovo. Quelli che dormono nella terra si sveglieranno e grideranno di gioia; poiché la tua rugiada è rugiada di luce scintillante, e la terra farà nascere di nuovo quelli che sono morti da tempo”. — Isaia 26:19, The New English Bible.

      Non è una promessa confortante? I morti sono nella condizione più sicura che si possa immaginare, come un nascituro protetto nel grembo materno. In effetti quelli che riposano nella tomba sono conservati perfettamente nell’illimitata memoria dell’Iddio Onnipotente. (Luca 20:37, 38) E presto saranno riportati in vita, facendo il loro ingresso in un mondo felice e ospitale che li accoglierà con lo stesso entusiasmo con cui un neonato viene accolto dalla famiglia amorevole che lo sta aspettando. Così, c’è speranza perfino di fronte alla morte.

      Cosa può significare la speranza per voi

      Paolo ci insegna molto riguardo al valore della speranza. La paragonò a una parte essenziale dell’armatura spirituale: l’elmo. (1 Tessalonicesi 5:8) Cosa intendeva dire? Ebbene, nei tempi biblici il soldato che andava in battaglia indossava un elmo di metallo, spesso sopra un berretto di feltro o di cuoio. Grazie all’elmo la maggioranza dei colpi diretti alla testa invece di risultare fatali sarebbero rimbalzati via. Paolo indica quindi che, come l’elmo protegge la testa, la speranza protegge la mente, le facoltà di pensare. Se avete una solida speranza in armonia con i propositi divini, quando affronterete difficoltà la vostra pace mentale non verrà sconvolta dal panico o dalla disperazione. Chi di noi non ha bisogno di questo elmo?

      Paolo fece un’altra vivida illustrazione sulla speranza, mettendola in relazione con la volontà di Dio. Scrisse: “Questa speranza noi l’abbiamo come un’àncora per l’anima, sicura e ferma”. (Ebrei 6:19) Dal momento che era sopravvissuto a più di un naufragio, Paolo sapeva bene quanto fosse importante l’ancora. Nel mezzo di una tempesta, i marinai gettavano l’ancora. Se questa faceva presa sul fondo marino ed era ben fissata, la nave aveva la possibilità di superare la tempesta relativamente indenne anziché essere sospinta verso la costa e fracassarsi contro le rocce.

      In modo simile, se le promesse di Dio sono per noi una speranza “sicura e ferma”, questa speranza ci può aiutare a superare i tempi burrascosi in cui viviamo. Geova promette che verrà presto il tempo in cui il genere umano non sarà più afflitto da guerre, criminalità, dolore, e nemmeno dalla morte. (Vedi il riquadro a pagina 10). Tenerci stretti a questa speranza può aiutarci ad evitare il disastro, dandoci l’incentivo di cui abbiamo bisogno per vivere secondo i princìpi di Dio invece di cedere allo spirito caotico e immorale oggi così diffuso.

      La speranza che Geova offre riguarda anche voi a livello personale. Egli vuole che abbiate la vita che si proponeva per voi. Desidera che “ogni sorta di uomini siano salvati”. Come? Innanzi tutto ciascuno deve ‘venire all’accurata conoscenza della verità’. (1 Timoteo 2:4) Gli editori di questa rivista vi incoraggiano ad acquistare questa conoscenza vivificante della verità della Parola di Dio. La speranza che Dio vi darà attraverso questa conoscenza è molto superiore a qualsiasi speranza possiate trovare in questo mondo.

      Grazie ad essa non vi sentirete mai abbandonati a voi stessi, perché Dio può darvi la forza necessaria per raggiungere qualunque obiettivo vi siate prefissi, se è in armonia con la sua volontà. (2 Corinti 4:7; Filippesi 4:13) Non è forse la speranza di cui avete bisogno? Se sentite questo bisogno e state cercando questa speranza, fatevi coraggio. La speranza è a portata di mano. Potete trovarla!

      [Riquadro/Immagine a pagina 10]

      Ragioni per avere speranza

      Questi pensieri scritturali possono aiutarvi a rafforzare la vostra speranza:

      ◼ Dio promette un futuro felice.

      La sua Parola dice che tutta la terra diverrà un paradiso e sarà abitata da una famiglia umana unita e felice. — Salmo 37:11, 29; Isaia 25:8; Rivelazione (Apocalisse) 21:3, 4.

      ◼ Dio non può mentire.

      Egli detesta la menzogna in tutte le sue forme. Geova è infinitamente santo e puro, di conseguenza per lui è impossibile mentire. — Proverbi 6:16-19; Isaia 6:2, 3; Tito 1:2; Ebrei 6:18.

      ◼ Dio ha potere illimitato.

      Solo Geova è onnipotente. Niente nell’universo può impedirgli di mantenere le sue promesse. — Esodo 15:11; Isaia 40:25, 26.

      ◼ Dio vuole che viviate per sempre.

      — Giovanni 3:16; 1 Timoteo 2:3, 4.

      ◼ Dio ci guarda con speranza.

      Egli sceglie di concentrare la sua attenzione non sulle nostre mancanze o sui nostri punti deboli, ma sulle buone qualità che abbiamo e sugli sforzi che facciamo. (Salmo 103:12-14; 130:3; Ebrei 6:10) Spera che faremo ciò che è giusto e si compiace quando lo facciamo. — Proverbi 27:11.

      ◼ Dio promette di aiutarvi a raggiungere gli obiettivi spirituali che vi prefiggete.

      I suoi servitori non devono sentirsi impotenti. Dio ci aiuta elargendoci il suo spirito santo, la forza più potente che esista. — Filippesi 4:13.

      ◼ Sperare in Dio non porta mai alla delusione.

      Poiché è degno di fiducia nel modo più assoluto, non vi deluderà mai. — Salmo 25:3.

      [Immagine a pagina 12]

      Come l’elmo protegge la testa, la speranza protegge la mente

      [Immagine a pagina 12]

      Come un’ancora, la speranza solidamente fondata può dare stabilità

      [Fonte]

      Cortesia di René Seindal/Su concessione del Museo Archeologico Regionale A. Salinas di Palermo

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