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EreditàPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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Se c’era una ragione valida, il padre poteva trasferire la primogenitura, dando a un figlio minore l’eredità spettante al primogenito. Nei casi del genere menzionati nella Bibbia non si trattò di un capriccio né di favoritismo: il padre aveva un motivo per fare un cambiamento riguardo alla primogenitura. Ismaele, quale figlio maggiore di Abraamo, fu per circa 14 anni il probabile erede. (Ge 16:16; 17:18-21; 21:5) Ma, dietro richiesta di Sara e con l’approvazione di Geova, Abraamo mandò via Ismaele, che allora aveva circa 19 anni. Isacco entrò così in possesso della primogenitura e in seguito ricevette tutto ciò che Abraamo aveva, ad eccezione dei doni che Abraamo diede ai figli avuti in seguito da Chetura. (Ge 21:8-13; 25:5, 6) Ruben, primogenito di Giacobbe, perse la primogenitura per aver commesso fornicazione con la concubina di suo padre. (Ge 49:3, 4; 1Cr 5:1, 2) Giacobbe impartì la benedizione principale a Efraim, figlio minore di Giuseppe, anziché a Manasse, il maggiore. — Ge 48:13-19.
Il concubinato era legale. Infatti nella Bibbia la concubina a volte è chiamata “moglie”, e l’uomo con cui vive, “marito”. Il padre di lei è chiamato suocero e l’uomo genero. (Ge 16:3; Gdc 19:3-5) I figli delle concubine erano figli legittimi e perciò in quanto all’eredità avevano una posizione pari a quella dei figli della moglie.
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EreditàPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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All’epoca della Legge. Sotto la Legge il padre non poteva costituire come primogenito il figlio della moglie prediletta a spese dell’effettivo primogenito avuto da una moglie meno amata. Doveva dare al primogenito una parte doppia di tutto quello che possedeva. (De 21:15-17) In assenza di figli maschi, l’eredità passava alle figlie. (Nu 27:6-8; Gsè 17:3-6)
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