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ArcheologiaPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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Certi aspetti rivelano una notevole somiglianza con usanze patriarcali descritte in Genesi. La consuetudine che una coppia senza figli ne adottasse uno, libero o schiavo, perché si prendesse cura di loro, provvedesse alla loro sepoltura e fosse il loro erede, trova riscontro nelle parole di Abraamo a proposito del fidato schiavo Eliezer in Genesi 15:2. È descritta la vendita della primogenitura, che ricorda il caso di Giacobbe ed Esaù. (Ge 25:29-34) Questi testi indicano inoltre che il possesso delle divinità familiari, spesso piccole statuine d’argilla, equivaleva a un documento comprovante un diritto di proprietà, tanto che il possessore si riteneva avesse diritto alla proprietà o alla relativa eredità. Questo potrebbe spiegare la ragione per cui Rachele prese i terafim del padre e la preoccupazione di Labano di ritrovarli. — Ge 31:14-16, 19, 25-35.
Egitto. Nella Bibbia la descrizione più particolareggiata dell’Egitto è quella relativa alla presenza di Giuseppe e al successivo arrivo e soggiorno dell’intera famiglia di Giacobbe nel paese. Le scoperte archeologiche dimostrano che questa descrizione è estremamente accurata, e non avrebbe ragionevolmente potuto essere opera di uno scrittore vissuto in epoca molto più tarda (come alcuni critici hanno cercato di insinuare a proposito dello scrittore di questa parte di Genesi). Riguardo allo scrittore della storia di Giuseppe è stato osservato: “Ricorre al corretto titolo in uso ed esattamente com’era usato nel periodo in questione, e, dove non c’è un equivalente ebraico, semplicemente adotta il termine egiziano e lo traslittera in ebraico”. (J. G. Duncan, New Light on Hebrew Origins, 1936, p. 174) I nomi egiziani, la posizione di Giuseppe, economo della casa di Potifar, le case di prigionia, i titoli “capo dei coppieri” e “capo dei panettieri”, l’importanza attribuita dagli egiziani ai sogni, l’usanza dei panettieri egiziani di portare ceste di pane sulla testa (Ge 40:1, 2, 16, 17), l’incarico di primo ministro e amministratore annonario concesso a Giuseppe dal faraone, il modo in cui fu investito di tali poteri, l’avversione degli egiziani per i pastori di pecore, la grande influenza dei maghi alla corte egiziana, il soggiorno degli israeliti nella terra di Gosen, le usanze funerarie egiziane: tutti questi particolari e altri ancora descritti nella Bibbia sono chiaramente convalidati dagli scavi archeologici effettuati in Egitto. — Ge 39:1–47:27; 50:1-3.
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ArcheologiaPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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Di particolare interesse è la presenza di nomi quali Peleg, Serug, Nahor, Tera e Haran, tutte città della Mesopotamia settentrionale che presero nome da parenti di Abraamo. — Ge 11:17-32.
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