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SignorePerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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Geova Dio. Geova Dio è il “Signore del cielo e della terra”, essendone il Creatore e quindi il Sovrano Universale. (Mt 11:25; Ri 4:11) Creature celesti lo chiamano “Signore”, come si legge in Rivelazione 11:15: “Vi furono alte voci in cielo, che dicevano: ‘Il regno del mondo è divenuto il regno del nostro Signore e del suo Cristo’”. Fedeli servitori di Dio sulla terra si rivolsero a lui, il “Sovrano Signore”, e questo titolo ricorre più di 300 volte nelle Scritture ispirate. (Ge 15:2; Ri 6:10) Egli inoltre è appropriatamente definito il “vero Signore”. (Isa 1:24) Al suo comando le persone sono radunate, o raccolte, per la vita. Quindi la richiesta che altri operai aiutino a fare la raccolta deve essere rivolta a lui, il “Signore della messe”. — Mt 9:37, 38; vedi NM, appendice, pp. 1569, 1570.
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SignorePerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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Usato al posto del nome divino. Nel II o III secolo E.V. gli scribi sostituirono il nome divino, Geova, con i termini Kỳrios (Signore) e Theòs (Dio) nelle copie della Settanta, traduzione greca delle Scritture Ebraiche. Altre traduzioni, quali la Vulgata latina, la Martini (basata sulla Vulgata) e la Diodati, come pure numerose traduzioni moderne (ATE, CEI, Con, PS), hanno fatto la stessa cosa.
Lo stesso era avvenuto nelle traduzioni inglesi (come la KJ) mentre, discostandosi da questa consuetudine, il comitato di traduzione dell’American Standard Version (1901) affermò: “I revisori americani, dopo attenta riflessione, sono giunti all’unanime convinzione che la superstizione giudaica, secondo cui il Nome Divino era troppo sacro per potersi pronunciare, non doveva più condizionare la versione inglese o alcun’altra versione dell’Antico Testamento, come fortunatamente non avviene in numerose versioni fatte da missionari odierni. . . . Questo nome personale [Geova], con i suoi numerosissimi legami sacri, è stato ora ripristinato nel testo sacro al posto che indiscutibilmente gli compete”. — AS, prefazione, p. iv.
Diverse traduzioni successive (Ga, Mar, Mor [italiane], An, BJ [inglese e francese], NC, BC [spagnole], ecc.) hanno regolarmente reso il Tetragramma “Jahve” o “Yahweh”, o con una forma simile.
Alla voce GEOVA (Nelle Scritture Greche Cristiane), sono inoltre presentate delle prove che il nome divino, Geova, era usato negli originali delle Scritture Greche Cristiane, da Matteo a Rivelazione. Perciò la Traduzione del Nuovo Mondo, usata in questa pubblicazione, ha ripristinato il nome divino nella traduzione delle Scritture Greche Cristiane, per un totale di 237 volte. Altre traduzioni hanno fatto la stessa cosa, specie nel tradurre le Scritture Greche Cristiane in ebraico.
A proposito del “Ripristino del nome divino”, il Comitato di Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo dichiara: “Per sapere dove il nome divino fu sostituito con le parole greche Κύριος e Θεός, abbiamo determinato dove gli scrittori cristiani ispirati citarono versetti, passi ed espressioni delle Scritture Ebraiche e quindi abbiamo consultato il testo ebraico per appurare se vi compare il nome divino. In questo modo abbiamo determinato quale identità dare a Kỳrios e Theòs e quale personalità attribuire loro”. Quindi spiega ulteriormente: “Per non oltrepassare i limiti del traduttore sconfinando nel campo dell’esegesi, siamo stati estremamente cauti nel rendere il nome divino nelle Scritture Greche Cristiane, esaminando sempre attentamente le Scritture Ebraiche come base. A conferma della nostra versione abbiamo cercato sostegno in versioni ebraiche”. In tutti i 237 luoghi in cui il Comitato di Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo ha ripristinato il nome divino nel corpo della traduzione, l’ha fatto col sostegno di versioni ebraiche. — NM, appendice, pp. 1566-1568.
“ʼAdhòhn” e “ʼAdhonài”. Il termine ebraico ʼadhòhn ricorre 334 volte nelle Scritture Ebraiche. Dà l’idea di proprietà o autorità ed è usato a proposito di Dio e di uomini. Il plurale ʼadhonìm a volte è un semplice plurale numerico e allora è reso “signori” o “padroni”. (Sl 136:3; Isa 26:13) Altre volte è un plurale di eccellenza o maestà, riferito a Dio o all’uomo (Sl 8:1; Ge 39:2), e in questi casi gli eventuali pronomi o gli aggettivi qualificativi sono al singolare. (Sl 45:11; 147:5) Qualche volta sono usati due plurali uno accanto all’altro per distinguere Geova dai numerosi altri signori mediante il plurale maiestatico. — De 10:17; Sl 136:3; cfr. 1Co 8:5, 6.
I titoli ʼAdhòhn e ʼAdhonìm nelle Scritture sono riferiti 25 volte a Geova. Nel testo masoretico nove volte ʼAdhòhn è preceduto dall’articolo determinativo ha, che limita l’applicazione del titolo a Geova. (Eso 23:17; 34:23; Isa 1:24; 3:1; 10:16, 33; 19:4; Mic 4:13; Mal 3:1) Tutte e sei le volte in cui ʼAdhòhn senza l’articolo determinativo si riferisce a Geova, lo descrive come il Signore (Proprietario) della terra e quindi non è ambiguo. (Gsè 3:11, 13; Sl 97:5; 114:7; Zac 4:14; 6:5) Nei dieci brani in cui ʼAdhonìm è usato a proposito di Geova, l’immediato contesto ne assicura l’identità. — De 10:17; Ne 8:10; 10:29; Sl 8:1, 9; 135:5; 136:3; 147:5; Isa 51:22; Os 12:14.
La desinenza ai aggiunta al termine ebraico ʼadhòhn è un’altra forma di plurale maiestatico. Quando ʼAdhonài ricorre nell’ebraico senza altro suffisso, si riferisce esclusivamente a Geova e indica che è il Sovrano Signore. Secondo l’International Standard Bible Encyclopedia (1986, vol. 3, p. 157), “la forma dà risalto alla potenza e sovranità di Yahweh quale ‘Signore’”. Il suo uso da parte di uomini che si rivolgono a lui esprime sottomissione e riconoscimento di questa grandiosa realtà. — Ge 15:2, 8; De 3:24; Gsè 7:7.
Evidentemente all’inizio dell’era volgare il nome divino, YHWH, era ritenuto dai rabbini ebrei troppo sacro per essere pronunciato. Nel leggere le Scritture ad alta voce, essi lo sostituivano con ʼAdhonài (a volte con ʼElohìm). I soferim, o scribi, fecero di più: sostituirono 134 volte (133 nella Biblia Hebraica Stuttgartensia) nel testo scritto il nome divino con ʼAdhonài. Più o meno dal V al IX secolo E.V., i masoreti ricopiarono il testo con gran cura e annotarono nella masora (l’insieme delle loro note testuali) i punti in cui i soferim avevano fatto dei cambiamenti. Per cui questi 134 cambiamenti sono noti. (Vedi l’elenco in NM, appendice, p. 1564). Tenuto conto di ciò, rimangono 306 passi in cui in effetti ʼAdhonài compariva originariamente nel testo.
Il titolo ʼAdhonài è usato soprattutto dai profeti, e da Ezechiele molto più spesso che da chiunque altro. Quasi ogni volta è unito al nome divino formando l’espressione ʼAdhonài Yehwìh, “Sovrano Signore Geova”. Un altro titolo composto, che ricorre 16 volte, è ʼAdhonài Yehwìh tsevaʼòhth, “Sovrano Signore, Geova degli eserciti”, e tutte le volte tranne due (Sl 69:6; Am 9:5) ricorre in Isaia e Geremia. Questo titolo è usato in contesti che rivelano che Geova ha il potere e la volontà non solo di vendicare il suo popolo oppresso ma anche di punirlo quando è infedele.
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