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PattoPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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Il “seme” della “donna”, lungamente atteso dai giusti, va identificato col “seme” di Abraamo, Gesù Cristo. (Gal 3:16; Mt 1:1) Il “seme” doveva essere ferito al calcagno dal serpente. Gesù Cristo venne messo a morte, ma la ferita non risultò permanente, poiché Dio lo risuscitò. A sua volta il “seme” deve schiacciare la testa al serpente, sconfiggendolo in modo permanente.
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PattoPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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Per poter sconfiggere o ‘ridurre a nulla’ una creatura spirituale come Satana il Diavolo, il “seme” doveva essere spirituale, non umano. (Eb 2:14) Alla nascita Gesù era un Figlio umano di Dio, ma al momento del battesimo Dio lo riconobbe come proprio Figlio, mandando su di lui lo spirito santo. In quell’occasione Gesù divenne il Figlio di Dio generato dallo spirito. (Mt 3:13-17; Gv 3:3-5) In seguito, alla sua risurrezione, egli fu “reso vivente nello spirito”. (1Pt 3:18)
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PattoPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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Dio apparve di nuovo ad Abraamo dopo che era entrato in Canaan e si era spinto fino a Sichem, e ampliò la promessa dicendo: “Darò questo paese al tuo seme”. In tal modo indicò la relazione che c’era fra questo patto e la promessa edenica, e rivelò che il “seme” sarebbe venuto per mezzo di una discendenza umana. (Ge 12:4-7)
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