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SanguePerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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Il valore salvifico del sangue di Cristo era stato prefigurato in vari modi nelle Scritture Ebraiche. In occasione della prima Pasqua, in Egitto, il sangue sugli stipiti e sulla parte superiore delle porte delle case degli israeliti protesse il primogenito che era all’interno dalla morte per mano dell’angelo di Dio. (Eso 12:7, 22, 23; 1Co 5:7) Il patto della Legge, che includeva un aspetto espiatorio tipico, fu convalidato mediante il sangue di animali. (Eso 24:5-8) I numerosi sacrifici cruenti, in particolare quelli offerti il giorno di espiazione, servivano in modo tipico per espiare i peccati, additando il sacrificio di Cristo che avrebbe realmente eliminato il peccato. — Le 16:11, 15-18.
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SanguePerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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Nella disposizione cristiana, la santità del sangue venne messa ancor più in risalto. Non si doveva più offrire sangue animale, poiché quelle offerte animali erano solo un’ombra della realtà, Gesù Cristo. (Col 2:17; Eb 10:1-4, 8-10) In Israele il sommo sacerdote portava una parte simbolica del sangue nel Santissimo del santuario terreno. (Le 16:14) Gesù Cristo, il vero Sommo Sacerdote, entrò nel cielo stesso non con il suo sangue, che era stato versato sulla terra (Gv 19:34), ma con il valore della sua perfetta vita umana rappresentato dal sangue. Non peccando egli non perse mai quel diritto alla vita, ma lo conservò e lo poté utilizzare per espiare il peccato. (Eb 7:26; 8:3; 9:11, 12)
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