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  • Coscienza
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • e costituire una guida sicura. (Tito 1:15) In tal caso la condotta dell’uomo è determinata dal timore di essere scoperto e della punizione anziché da una buona coscienza. (Rom. 13:5) Menzionando una coscienza segnata come da un ferro rovente, Paolo indica che sarebbe come carne cauterizzata, coperta di cicatrici e priva di terminazioni nervose e perciò senza il senso del tatto. (I Tim. 4:2) Chi ha una coscienza del genere non può distinguere il bene dal male. Non può apprezzare la libertà che Dio gli concede e, ribellandosi, diventa schiavo di una cattiva coscienza. È facile contaminare la propria coscienza. Il cristiano dovrebbe prefiggersi di far sue le parole di Atti 23:1: “Fratelli, fino a questo giorno mi sono comportato dinanzi a Dio con perfetta buona coscienza”.

  • Costola
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    • Costola

      Nel corpo umano ventiquattro di queste ossa arcuate, lunghe e sottili, disposte dodici per parte, racchiudono la cavità toracica. Le costole sono fra le ossa nel cui midollo viene prodotto il sangue, e formano la cassa toracica che protegge cuore e polmoni.

      Nel creare la donna, Dio non la fece separata e distinta dall’uomo formandola dalla polvere della terra, come aveva fatto nel creare Adamo. Prese invece come base una costola tolta dal fianco di Adamo e ne fece un perfetto complemento di Adamo: la donna Eva. (Gen. 2:21, 22) Adamo rimase comunque un uomo perfetto, ora unito alla moglie che era ‛ossa delle sue ossa e carne della sua carne’. (Gen. 2:23; Deut. 32:4) Inoltre ciò non alterò l’equilibrio cellulare di Adamo in modo da influire sulla struttura ossea dei suoi figli, maschi o femmine. Ogni essere umano, sia uomo o donna, ha ventiquattro costole.

      È interessante notare che quando si asporta una costola, questa cresce di nuovo, si sostituisce, fintanto che il periostio (la membrana fibro–elastica che avvolge l’osso) rimane intatto. La Bibbia non dice se Geova Dio seguì questo procedimento o no; comunque, essendo il Creatore dell’uomo, Dio conosceva senz’altro questa insolita proprietà dell’osso della costola.

  • Cotone
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    • Cotone

      [ebr. karpàs].

      Il termine originale ebraico, corrispondente al persiano kirpas e al greco kàrpasos, può significare sia cotone che lino fine, e molti traduttori moderni preferiscono tradurlo “cotone” in Ester 1:5, 6. Il cotone è qui menzionato fra i materiali usati per addobbare il cortile del palazzo di Susan (Susa) in occasione del banchetto che il re Assuero vi tenne per sette giorni. La coltivazione del cotone in Persia e in India risale ai tempi più remoti. Invece il lino pare fosse più largamente usato in Egitto e in Palestina, anche se è dimostrato che l’uso del cotone vi era già stato introdotto a partire dal I millennio a.E.V.

      La pianta del cotone menzionata nella Bibbia si pensa fosse quella classificata come Gossypium herbaceum. L’arbusto raggiunge un’altezza di m 1,5 circa, ha fiori gialli o a volte rosa e, dopo che questi si seccano, produce le capsule che racchiudono i semi di cotone. Quando sono mature, le capsule si aprono, lasciando uscire il soffice cotone. Una volta che questo è stato raccolto, si devono separare i semi dalla fibra, a mano o passando il cotone in una sgranatrice.

  • Cotta di maglia
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    • Cotta di maglia

      Vedi ARMI, ARMATURA

  • Creazione
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    • Creazione

      L’atto del creare o portare all’esistenza qualcuno o qualche cosa, oppure la condizione o il fatto di esser stato creato o portato all’esistenza.

      Nelle Scritture Geova Dio è identificato come il Creatore. La prima creazione di Geova fu il suo “unigenito Figlio” (Giov. 3:16), “il principio della creazione di Dio”. (Riv. 3:14) Questi, “il primogenito di tutta la creazione”, fu impiegato da Geova nel creare tutte le altre cose, nei cieli e sulla terra, “le cose visibili e le cose invisibili”. (Col. 1:15-17) L’ispirata testimonianza dell’apostolo Giovanni circa questo Figlio, la Parola, è che “tutte le cose son venute all’esistenza per mezzo di lui, e senza di lui neppure una cosa è venuta all’esistenza”; e la Parola, divenuta carne, è identificata con Gesù Cristo. (Giov. 1:1-4, 10, 14, 17) Quale sapienza personificata egli dice: “Geova stesso mi produsse come il principio della sua via”. Quindi rivela di essere stato accanto a Geova Dio, il Creatore, quale “artefice”. — Prov. 8:12, 22-31.

      Dopo aver creato il suo unigenito Figlio, Geova si servì di lui per portare all’esistenza gli angeli celesti. Questo precedette la fondazione della terra, come Geova rivelò nell’interrogare Giobbe e nel chiedergli: “Dov’eri tu quando io fondai la terra quando le stelle del mattino gridarono gioiosamente insieme, e tutti i figli di Dio emettevano urla d’applauso?” (Giob. 38:4-7) Dopo la creazione di tali creature spirituali celesti furono fatti o portati all’esistenza i cieli, la terra e tutti gli elementi materiali. Ed essendo Geova il principale responsabile di quest’opera creativa, è tutta attribuita a lui. — Nee. 9:6; Sal. 136:1, 5-9.

      Si noti che in Genesi 1:16 non è usato il verbo ebraico barà’ che significa creare. Troviamo invece il verbo ebraico ʽasàh, che significa fare. Dato che il sole, la luna e le stelle fanno parte dei “cieli” menzionati in Genesi 1:1, essi furono creati molto prima del quarto giorno. Nel quarto giorno Dio ‘fece’ occupare a quei corpi celesti un posto nuovo rispetto alla superficie della terra e alla “distesa” sopra di essa. Infatti si legge: “Dio li pose nella, stesa dei cieli per splendere sopra la terra”. Questo sembra indicare che erano diventati visibili attraverso la volta acquea che avvolgeva la terra, come se fossero nella distesa. Forse nell’atmosfera della distesa l’oscurità si era diradata, perciò la loro luce raggiungeva la superficie della terra. Inoltre gli astri o “luminari” dovevano servire come segni e per le stagioni e per i giorni e gli anni, provvedendo poi in vari modi una guida per l’uomo. — Gen. 1:14.

      Dicendo “in principio Dio creò i cieli e la terra” (Gen. 1:1), le Scritture lasciano indefinita la questione tempo. Il riferimento al “principio” è perciò inoppugnabile, qualunque sia l’età che gli scienziati cerchino di attribuire al globo terrestre, ai vari pianeti e altri corpi celesti. L’effettiva creazione dei cieli e della terra materiali può risalire a miliardi d’anni fa.

      ALTRE ATTIVITÀ CREATIVE RELATIVE ALLA TERRA

      Genesi, dal capitolo uno fino al capitolo due, versetto tre, dopo aver parlato della creazione dei cieli e della terra materiali (Gen. 1:1, 2), fornisce uno schema delle ulteriori attività creative relative alla terra. Il seguente prospetto espone le attività creative di Dio nei sei “giorni” menzionati in Genesi.

      OPERE CREATIVE DI GEOVA SULLA TERRA

      Giorno Opere creative Riferimento

      I Luce; divisione fra giorno

      e notte Gen. 1:3-5

      II Distesa; divisione fra acque

      sulla terra e sovrastante

      volta acquea Gen. 1:6-8

      III Terra asciutta; vegetazione Gen. 1:9-13

      IV Luminari celesti visibili

      da terra Gen. 1:14-19

      V Anime marine

      e creature volatili Gen. 1:20-23

      VI Animali terrestri; uomo Gen. 1:24-31

      A conclusione della rassegna di ciò che era stato fatto in ciascuno dei sei giorni di attività creativa troviamo le parole: “E si fece sera e si fece mattina”, un primo, secondo, terzo giorno, ecc. (Gen. 1:5, 8, 13, 19, 23, 31) Poiché la durata di ciascun giorno creativo superava le ventiquattr’ore (come sarà spiegato in seguito), quest’espressione non si applica a notte e giorno letterali, ma è figurativa. Nel periodo serale le cose sarebbero state indistinte; ma al mattino sarebbero diventate ben visibili. Durante la “sera” di ciascun periodo o “giorno” creativo il proposito di Dio per quel giorno, pur essendo pienamente noto a Lui, sarebbe stato indistinto per qualsiasi osservatore angelico. Tuttavia, quando era “mattina” ci sarebbe stata piena luce su ciò che Dio si era proposto per quel giorno, che ormai era compiuto. — Confronta Proverbi 4:18.

      DURATA DEI GIORNI CREATIVI

      La Bibbia non precisa la durata di ciascuno dei periodi creativi. Comunque tutti e sei sono terminati, infatti del sesto giorno (come di ciascuno dei cinque giorni precedenti) è detto: “E si fece sera e si fece mattina, un sesto giorno”. (Gen. 1:31) Ma queste parole non compaiono a proposito del settimo giorno, in cui Dio si accinse a riposare, indicando che continuava. (Gen. 2:1-3) Inoltre, più di 4.000 anni dopo l’inizio del settimo giorno o giorno del riposo di Dio, Paolo spiegò che continuava ancora. In Ebrei 4:1-11, dopo aver citato le parole di Davide, insisté: “Facciamo perciò tutto il possibile per entrare in quel riposo”. All’epoca dell’apostolo il settimo giorno durava da migliaia d’anni, e non era ancora terminato. — Sal. 95:11.

      Che un giorno possa essere più lungo di ventiquattr’ore è indicato da Genesi 2:4, dove si parla, fra l’altro, del “giorno che Geova Dio fece la terra e il cielo”. Ciò è confermato anche dall’ispirata osservazione di Pietro che un giorno è presso Geova come mille anni e mille anni come un giorno. (II Piet. 3:8) Calcolando che ciascuno dei giorni creativi non è di ventiquattr’ore ma è un periodo molto più lungo, migliaia di anni, si trova un punto d’accordo con l’evidenza geologica della terra stessa.

      NON DERIVA DA CONCETTI PAGANI

      Nel suo libro Creation Revealed in Six Days, P. J. Wiseman rileva che, quando furono scoperte le tavolette babilonesi sull’epopea della creazione, alcuni studiosi si aspettavano che nuovi studi e scoperte avrebbero dimostrato le analogie fra queste e la descrizione della creazione che si trova in Genesi. Alcuni pensavano che sarebbe stato evidente che Genesi era un’imitazione di descrizioni babilonesi. Tuttavia nuovi studi e scoperte hanno contribuito semplicemente a rivelare l’abisso che corre fra i due documenti, che non sono affatto simili fra loro. Wiseman cita uno studio sulle leggende babilonesi della creazione e la lotta fra Bel e il dragone, edito dai curatori del British Museum (The Babylonian Legends of the Creation and the Fight between Bel and the Dragon), che sostiene che “i concetti fondamentali dei documenti babilonesi ed ebraici sono essenzialmente diversi”. Egli stesso osserva: “È davvero un peccato che molti teologi, invece di tenersi al corrente delle moderne scoperte archeologiche, continuino a ripetere l’ormai confutata teoria delle ‛imitazioni’ di fonti babilonesi da parte degli ebrei”. — Creation Revealed in Six Days, Londra, 1948, p. 58.

      LA NUOVA CREAZIONE

      Dopo il sesto “giorno” o periodo creativo, Geova sospese ogni attività creativa sulla terra. (Gen. 2:2) Ma ha fatto cose grandi in campo spirituale. Per esempio l’apostolo Paolo scriveva: “Se alcuno è unito a Cristo, è una nuova creazione”. (II Cor. 5:17) Essere unito a Cristo o in Cristo significa identificarsi con lui essendo membro del suo corpo, della sua sposa. (Giov. 17:21; I Cor. 12:27) Perché questo rapporto possa esistere, Geova Dio attira l’individuo a suo Figlio e lo genera mediante lo spirito santo. Come figlio di Dio generato dallo spirito egli è una “nuova creazione”, e ha la prospettiva di aver parte nel regno celeste con Gesù Cristo. — Giov. 3:3-8; 6:44.

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