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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1951
w51 15/1 pp. 27-29

Giusta relazione tra uomini e animali

GEOVA Dio creò il bestiame dei campi, gli uccelli dell’aria e i pesci del mare e diede loro la vita. (Gen. 1:25) La vita di queste creature può essere giustamente tolta solo in conformità della legge di Dio. Gli animali e i volatili sono compresi nel patto eterno. ‘Io stabilisco il mio patto con voi, e con ogni creatura vivente che è con voi, gli uccelli, il bestiame e gli animali.’ (Gen. 9:9, 10) Noè prese seco nell’arca molti animali perché fossero preservati per produrre poi le loro specie. Quando Noè trasse questi animali fuori dell’arca e li mise in libertà si sarebbero ben presto sparsi per la terra e sarebbero aumentati rapidamente in modo da minacciare la vita di Noè e della sua famiglia. A protezione dell’uomo e per la stessa salvaguardia degli animali, Dio disse a Noè: “E avranno timore e spavento di voi tutti gli animali della terra e tutti gli uccelli del cielo. Essi son dati in poter vostro con tutto ciò che striscia sulla terra e con tutti i pesci del mare”. — Gen. 9:2.

Il timore e lo spavento che gli animali hanno avuto dell’uomo li ha spinti a tenersi lontani dalla via dell’uomo e a non molestarlo. Nella sua legge Iddio disse che l’uomo avesse gli animali per nutrimento quando ne avrebbe avuto bisogno, e che li uccidesse per tale scopo. (Gen. 9:3-5) Se un uomo aveva bisogno d’una bestia per cibo poteva ucciderla, ma il sangue di quella bestia doveva spargerlo per terra e non mangiarlo, perché la vita è nel sangue e mangiare il sangue è una violazione del patto eterno. La legge che Dio diede al popolo per mezzo di Mosè sostiene in pieno questa conclusione. Iddio specificò in quella legge cosa debbono fare i cacciatori, e tale legge indica come nessuno possa giustamente cacciare animali o volatili per sport, divertimento o avventura. — Lev. 17:13, 14.

È certo che il Diavolo induce gli uomini a violare il patto eterno per allontanarli da Dio. Poiché Satana è un ribelle, egli tenta di rendere ribelli gli uomini. Il figlio di Noè, Cam, generò un figliuolo a cui diede il nome di Cush. Nimrod era un figlio di Cush. Nimrod divenne un ribelle e un violatore del patto eterno. Essendo il preminente uomo dei tempi antichi che violò quel patto è citato nelle Scritture. (Gen. 10:6, 8-10) Egli fu un selvaggio uccisore di animali e di volatili. È il primo cacciatore menzionato nella Bibbia.

L’uccisione degli animali fu effettuata da Nimrod contro la legge di Dio e dietro incitamento di Satana per sfidare e vituperare il nome di Geova. Non è scritturalmente esatto dire, come alcuni critici han detto: “Il peccato di Nimrod e del popolo che lo seguiva non comprendeva l’arbitraria uccisione di animali, e le Scritture non ne parlano; e il peccato di Nimrod consisteva unicamente nell’adorazione della creatura in vece del Creatore”. Le Scritture dichiarano a suo riguardo: “E Cush generò Nimrod, che cominciò a esser potente sulla terra. Egli fu un potente cacciatore nel cospetto dell’Eterno; perciò si dice: ‘Come Nimrod, potente cacciatore nel cospetto dell’Eterno’”. (Gen. 10:8, 9) Se Nimrod fosse stato un semplice cacciatore per ottenere il cibo necessario, il popolo non sarebbe certo stato indotto a lodarlo come un potente cacciatore “nel cospetto dell’Eterno”.

L’espressione “nel cospetto” non rende il pensiero esatto. Il suo giusto significato fornisce tuttavia una chiave che rivela quale specie d’uomo fosse Nimrod, e indica ch’egli fu un volontario e deliberato peccatore e che uno dei suoi gravi misfatti fu l’uccisione degli animali in trasgressione del patto eterno. Altre traduzioni di questa scrittura e la definizione dell’espressione “nel cospetto” chiariranno questo argomento. Secondo certe autorità “nel cospetto” significa “contro”, “a dispetto di,” “in opposizione a”, “a dispetto di”. (Versione dei Settanta; Enciclopedia di Fausset) Nelle Antichità Giudaiche, libro I, capitolo IV, paragrafo II, Giuseppe Flavio dice:

“Nimrod persuase il genere umano a non attribuire a Dio la propria felicità, ma a ritenere che la sua stessa eccellenza ne era la sorgente. E ben presto trasformò le cose in tirannia, pensando che non ci fosse altro mezzo per strappare gli uomini dalla paura di Dio, eccetto quello d’indurli a fare assegnamento sulla sua propria potenza”. Il Commentario, il Targum di Gionatan, dice: “Dalla fondazione del mondo nessuno fu mai trovato simile a Nimrod, potente nella caccia, e nella rivolta contro il Signore”. Il Targum di Gerusalemme dice: “Egli era potente nella caccia e nella malvagità nel cospetto del Signore, perché era un cacciatore dei figliuoli degli uomini, e diceva loro: ‘Allontanatevi dal giudizio del Signore, e attenetevi al giudizio di Nimrod!’ Perciò è detto: ‘Come Nimrod (è) il forte, forte nella caccia, e nella malvagità nel cospetto del Signore.’” La parafrasi caldea di 1 Cronache 1:10 dice: “Cush generò Nimrod che cominciò a prevalere nella malvagità, poiché spargeva sangue innocente, e si ribellava contro Geova”. Nimrod fu il fondatore di Babilonia, la quale condivise la sua disposizione di grande antagonista della verità di Dio e del popolo di Dio. Non possiamo fare a meno di vedere, in Nimrod, il primo tentativo di Satana dopo il diluvio d’istituire un capo umano universale degli uomini.

Nimrod fu un religionista pagano. Egli si fece un grande nome fra il popolo con la sua arbitraria uccisione di bestie selvagge, e indusse in tal modo i creduli a considerarlo un dio. Organizzò la falsa religione, la praticò, e fece osservare al popolo i suoi formalismi. Tutto questo per allontanare il popolo da Geova, e in ciò fu uno strumento del Diavolo. La sua strage di belve doveva impressionare gli uomini per la sua prodezza e conquistare i loro applausi per poter ottenere il controllo sul popolo che avrebbe usato per i suoi scopi egoistici d’intraprendere guerre di conquista. No, la sua selvaggia uccisione di bestie non era fatta semplicemente per procacciare il nutrimento in armonia con la legge di Dio e nei termini del patto eterno; ma era un’aperta sfida a Geova Dio.

L’esempio dato da Nimrod ha influenzato d’allora in poi gli uomini d’ogni nazione. Fatti inoppugnabili dimostrano che la classe degli uomini compiacentisi nella caccia d’animali selvaggi e di volatili per puro divertimento e piacere egoistico è pure quella che si abbandona e si diletta in esercitazioni militari, nel combattere le guerre, che patrocina le guerre e che è in gran parte religionista dedita al formalismo, all’approvazione e adulazione degli uomini il che è tutto effettuato in diretto contrasto con la legge di Dio e contro di essa, ed è pertanto peccato.

Appare così chiaramente che il peccato di Nimrod e dei suoi sostenitori comprendeva l’arbitraria uccisione di belve, insieme alle sue guerre di conquista e all’uccisione d’uomini inoltre la glorificazione di uomini e l’aver indotto il popolo all’idolatria degli uomini; e pure la sua organizzazione di corpi politici per dominare e per esercitare il commercio raccogliendo ingiustamente guadagni personali. Lo scopo di tutto ciò fa ed è tuttora quello di attirare l’attenzione degli uomini sopra creature umane d’una classe supposta più elevata distogliendo le masse dal loro servizio e dalla loro dedizione verso l’Iddio Onnipotente. L’intero disegno è quello del Diavolo.

Iddio provvide la necessaria protezione dalle bestie selvagge per quelli che l’amano e lo servono. Quelli che lasciarono l’arca con Noè assommavano in tutto solo a otto persone, ed erano le uniche creature umane viventi. C’erano numerosi animali che Noè fece uscire, dall’arca con lui, e questi animali dovevano immediatamente spandersi per la terra e moltiplicarsi. Per la protezione dell’uomo Iddio mise la paura o lo spavento nelle menti degli animali affinché temessero o paventassero l’uomo; come è scritto: “E avranno timore e spavento di voi tutti gli animali della terra e tutti gli uccelli del cielo. Essi son dati in poter vostro con tutto ciò che striscia sulla terra e con tutti i pesci del mare”. — Gen. 9:2.

Questo indubbiamente significa che quando gli uomini si sarebbero avvicinati, le bestie selvagge, avendo timore o spavento dell’uomo, sarebbero fuggite allontanandosi dall’uomo, e questo fu fatto per la protezione delle bestie, e particolarmente per la protezione degli uomini. Pochi uomini non potrebbero proteggersi da un gran numero di bestie selvagge. Il loro spavento dell’uomo costituiva altresì la protezione dell’uomo.

PER CIBO E VESTIMENTO, NON PER SPORT

Il Diavolo instillò nella mente del suo agente Nimrod di cacciare le bestie quando fuggivano. Nimrod insegnò ad altri a far lo stesso. Per autodifesa e per loro sicurezza molti animali della foresta divennero feroci e impararono ad aggredire l’uomo. E questo perché il Diavolo operando per mezzo di Nimrod e d’altri uomini iniqui fece sì che molte bestie selvagge divenissero feroci. Se il comandamento di Dio fosse stato osservato dagli uomini, senza dubbio il leone, l’orso, la tigre, ed altre simili bestie selvagge non sarebbero diventate feroci e pericolose per gli uomini.

Ma fin dal tempo di Nimrod uomini che si chiamavano “sportivi” hanno inseguito le bestie selvagge, han loro teso degli agguati, le hanno cacciate e brutalmente uccise, e così le bestie delle foreste e gli uccelli selvatici dell’aria sono diventati i mortali nemici dell’uomo perché i cacciatori son divenuti i loro nemici mortali. Gli uomini si sono ingiustamente internati nei luoghi selvaggi e hanno preso in trappola le bestie selvatiche, le hanno portate via dal loro ambiente naturale, le han messe in prigioni, come i giardini zoologici, infliggendo loro in tal modo un crudele castigo. La scusa degli uomini nel far ciò è che questo soddisfa la curiosità e il capriccio della gente. Iddio mai rinchiuse le bestie selvagge in giardini zoologici, ma le protesse pietosamente durante il diluvio, e dopo il diluvio includendole nel suo patto eterno. Provvide le foreste per abitazione delle bestie selvagge, e gli uomini non hanno scusa o giustificazione di sorta nello spostare le bestie dal loro ambiente o nell’invadere le loro dimore e nell’ucciderle inutilmente.

L’esempio commerciale di Nimrod fu pure una violazione della legge di Dio. Seguendo quell’esempio, gli uomini hanno sin d’allora deliberatamente ucciso animali per far commercio della loro pelle o delle loro ossa. Le grandi mandre di bufali che un tempo abbondavano nelle selvagge lande d’America furono crudelmente distrutte per ragioni commerciali. L’elefante, il quale aveva abitato i recessi delle foreste dell’India e di altri luoghi, è stato arbitrariamente ucciso per poter usare a scopi commerciali l’avorio delle sue zanne. Queste cose ebbero origine dal Diavolo.

Per provvedere vesti o indumenti ad Adamo e a Eva il Signore fece usare la pelle di animali. (Gen. 3:21) Nella costruzione del tabernacolo furono impiegate “pelli di antilope”. (Eso. 26:14, Versione di Strong) Risulta anche che certe pelli furono usate per vestimento tra gli Israeliti. (Num. 31:20) Naturalmente, è necessario uccidere degli animali affin di ricavarne le pelli per fare coperture o indumenti. Queste scritture giustificherebbero quindi pienamente colui che uccidesse animali e ne prendesse le pelli allo scopo di provvedere abiti o indumenti necessari. Né il togliere la vita per provvedere indumenti dovrebbe esser limitato alla persona che usa le pellicce o pelli, ma queste potrebbero essere giustamente fornite ad altri.

Si può legalmente uccidere e mangiare la carne di bestie, uccelli e pesci, ma non se ne deve mangiare il sangue. Come dà istruzione Genesi 9:3, 4: “Tutto ciò che si muove ed ha vita vi servirà di cibo; io vi do tutto questo, come l’erba verde; ma non mangerete carne con la vita sua, cioè col suo sangue”. Nel tempo in cui la legge mosaica fu in vigore per Israele, quella nazione non poté mangiare certe carni, ma l’istruzione contenuta in Genesi capitolo 9 riguardante la santità del sangue fu data prima e per tutto il genere umano, ed essa in realtà è tuttora in vigore, molto dopo che la legge mosaica per Israele fu abrogata, diciannove secoli fa quando fu compiuta e inchiodata al legno di tortura sul quale morì Gesù. — Col. 2:14; Atti 15:24, 28, 29.

Vi sono altre circostanze nelle quali delle bestie possono essere uccise. Le bestie che recano danno ad altri o uccidono una creatura umana devono essere uccise. (Eso. 21:28) Se una bestia distrugge la proprietà di qualcuno o guasta il raccolto, sarebbe giusto ucciderla, e questo non costituirebbe una violazione del patto eterno. “Pigliateci le volpi, le volpicine che guastano le vigne, poiché le nostre vigne sono in fiore!” (C. dei C. 2:15) Viene così determinata la regola che gli animali i quali distruggono il nutrimento o la proprietà dell’uomo possono essere uccisi per la protezione dell’uomo.

Il popolo di Geova, sia l’unto rimanente che la classe delle “altre pecore” dovrebbe interessarsi di queste verità. Non vorrà seguire Nimrod o essere accalappiato da Satana in pratiche che trasgrediscono le leggi di Dio. Coloro che hanno preso l’impegno di fare la volontà di Dio sono ora per la crescente luce, assai bramosi di sapere come possono conformarsi al volere di Dio, non solamente in una cosa, ma in tutte le cose. Hanno un intenso desiderio di onorare il nome di Dio e di mostrare il loro amore verso di lui osservando con diligenza i suoi comandamenti. Specialmente quelli delle “altre pecore”, essendo loro comandato di ricercare mansuetudine e giustizia, debbono essere ora diligenti nell’apprendere ciò ch’è giusto e conformarsi ad esso.

Constatando dalle Scritture che la caccia o l’inseguimento e l’uccisione di bestie e volatili per puro sport è un male perché è una violazione del patto eterno, essi l’eviteranno e rinunzieranno d’aver a che fare in qualsiasi modo col cosiddetto “sport” della caccia soltanto per il divertimento che gli uomini provano sparando agli uccelli e agli animali. Iddio punirà ogni nazione che ha violato il suo patto eterno, il che vuol dire tutte le nazioni. Quelli che si sono consacrati per fare la volontà di Dio saranno estremamente ansiosi di astenersi dal commettere qualsiasi cosa che abbia persino una tendenza a violare l’espressa volontà di Dio. Se delle persone hanno bisogno di cibo e gli animali son presi per tale scopo, questo è in armonia con la volontà di Dio; ma nessuno effettivamente consacrato a Dio si dedicherà alla caccia soltanto per il cosiddetto “sport”. Né i Cristiani onesti saranno degli ipocriti usando il cibo come un pretesto per giustificare l’uccisione dell’animale, mentre in realtà sarebbe il divertimento della caccia a motivarla, e il vano desiderio di gioire dell’uccisione infilzando o reggendo la carcassa della loro vittima per esser con essa fotografati. Essi non si mettono in posa con un fagiano decapitato, con un cinghiale issato o un vitello abbattuto. Se il cibo è l’unico motivo non fotograferanno neppure il loro selvaggio gioco. Si rendano tutti conto che Geova Dio guarda attraverso i pretesti e le scuse per leggere nel cuore che li motiva.

Non ci saranno “sportivi” assetati di sangue nel nuovo mondo di Geova. Quando l’uomo fu creato gli venne accordato il “dominio sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sul bestiame e su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”. (Gen. 1:26, 28) Non per massacrare le bestie, ma per mostrare verso di loro giustizia e misericordia. Non per cacciarle e terrificarle, ma per associarsi con loro e compiacersi alla loro presenza. Come ha abusato l’uomo del suo dominio su questi muti sottoposti! Ma nel nuovo mondo di giustizia di Geova Dio gli uomini sulla terra apprezzeranno gli animali ed eserciteranno su di essi un giusto dominio.

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