Vita e luce sono inseparabili
“Poiché presso di te è la fonte della vita; mediante la luce da te noi possiamo vedere la luce”. — Sal. 36:9.
1, 2. Facendo contrasti, come possiamo accrescere il nostro intendimento della luce, sia come cosa necessaria che come fonte di piacere?
IL CONTRASTO esistente fra la luce e le tenebre è uno dei più grandi che ci siano. Se alla piena luce del giorno camminate in aperta campagna, in un luogo che vi è nuovo, vi sentite molto sicuri. Non solo vedete gli oggetti vicini, e facendo pochi passi potete stendere la mano e toccarli, ma godete anche una chiara veduta del paesaggio in lontananza e scorgete vari particolari, perfino un oggetto in movimento che si vede all’orizzonte. Ma nel buio completo sarebbe da stupidi fare anche solo un passo senza una torcia o una lampada. Vi muovereste con estrema cura e cautela.
2 Non solo la luce è essenziale a ogni forma di vita e per qualsiasi movimento, ma accresce di molto la bellezza e la gioia della vita. Immaginate di addentrarvi in un bosco ombroso dopo avere camminato sotto la luce abbagliante del sole di mezzogiorno. Che delizioso contrasto! Perché è tanto piacevole? Ora la luce è tenue e non offende gli occhi, riflettendosi in un’infinita varietà di sfumature e colori mentre vi soffermate a guardare i vari alberi e il loro fogliame, e forse qualche fiore nel sottobosco. Alzando gli occhi, invece d’essere abbagliati dal sole, vedete il cielo attraverso i rami e le foglie, simile a miriadi di puntolini e di macchie di luce. Provate il desiderio di restare lì a godervi quella quieta bellezza, specialmente se siete in compagnia di qualcuno che a sua volta sa godere della quiete.
3. Quale naturale relazione si può notare fra la luce e la vita?
3 Naturalmente, non apprezzereste lo straordinario valore della luce, né per quanto riguarda la sua utilità né come fonte di infinito piacere, se non foste vivi e non poteste vedere coi vostri occhi. Infatti, più la vostra salute e la vostra vista sono buone, più apprezzate la luce. Vita e luce sono davvero inseparabili.
4. (a) Perché e in che senso molti prendono queste cose per scontate? (b) Quale esperienza si può citare per il beneficio di chi ha uno spirito soddisfatto di sé?
4 Triste a dirsi, molti prendono queste cose per scontate. Sono contenti di valersi di tutti i vantaggi della vita e della luce, ma non si soffermano a considerarne la vera fonte. Pensano che la vita venisse all’esistenza soprattutto per caso, in seguito al processo dell’evoluzione, senza che alcuno vi desse inizio o che ne controlli l’operato. In quanto alla luce, dicono che per noi abitanti della terra la sorgente della luce non è altri che il sole. Che sorpresa, per non dire che colpo, avrebbero essi se facessero l’esperienza che fece una volta un uomo. Egli la narrò al re Agrippa II, dicendo: “Vidi a mezzogiorno sulla strada, o re, una luce oltre lo splendore del sole che dal cielo sfolgorò intorno a me e intorno a quelli che viaggiavano con me”. Chi era questo uomo? Quali furono le circostanze e il loro significato? — Atti 26:13.
5. Per quali ragioni l’esperienza di Paolo, che portò alla sua conversione, si può accettare per autentica?
5 Molti, inclusi alcuni che si dichiarano cristiani, credono che certe parti della Bibbia, che riportano fatti, si possano relegare fra i miti e le leggende. Ma anche chi adotta una simile veduta non nega che un uomo di nome Paolo, in precedenza chiamato Saulo di Tarso, visse effettivamente e scrisse molte lettere che formano parte delle Scritture Greche Cristiane. Similmente, non c’è motivo di dubitare dei particolari inerenti alla conversione di Saulo narrati in Atti 9:1-30 da uno storico attendibile, Luca. L’intero racconto ha l’accento della verità, incluse le parole dette a Saulo da Gesù in quell’occasione. Era del tutto contrario a qualsiasi cosa Saulo potesse immaginare, se si considera lo scopo per cui era deciso ad andare in quel tempo a Damasco. Egli descrisse l’intenso odio che nutriva allora per i cristiani, dicendo al re Agrippa: “Punendoli molte volte, in tutte le sinagoghe, cercavo di forzarli a fare ritrattazione; e siccome ero estremamente infuriato contro di loro, arrivai fino al punto di perseguitarli in città di fuori”, cioè fuori di Gerusalemme. Mentre era in cammino verso Damasco ebbe la più grande emozione e la più grande sorpresa della sua vita, come abbiamo detto sopra. Le cose andarono così. Ma quale fu il significato di questo avvenimento? — Atti 26:8-11.
DARE TESTIMONIANZA ALLA LUCE SIGNIFICA VITA
6. Quale incarico affidò Gesù a Saulo, e perché dovrebbe interessarci?
6 Sarà molto interessante e utile prestare viva attenzione a ciò che Gesù disse a Saulo in quell’occasione. Apprenderemo molte cose riguardo alla stretta relazione che c’è fra la vita e la luce, che indicano come interessa tutti noi, qualunque sia la nostra reazione. Parlando dell’incarico che stava per affidare a Saulo, Gesù disse: “Poiché a tal fine mi sono reso visibile a te, per sceglierti come servitore e testimone sia delle cose che hai viste che delle cose che ti farò vedere riguardo a me; mentre ti libero da questo popolo e dalle nazioni, ai quali ti mando, per aprire i loro occhi, per volgerli dalle tenebre alla luce e dall’autorità di Satana a Dio, affinché ricevano il perdono dei peccati e un’eredità fra i santificati mediante la loro fede in me”. — Atti 26:16-18.
7. In che modo Saulo, poi chiamato Paolo, diede prova d’avere accettato l’incarico?
7 Saulo accettò immediatamente l’incarico d’essere testimone, come mostrano le ulteriori parole che disse al re Agrippa: “Io non fui disubbidiente alla visione celeste. . . . Continuo fino a questo giorno a rendere testimonianza a piccoli e grandi . . . che il Cristo doveva soffrire e, come primo a esser risuscitato dai morti, doveva proclamare la luce a questo popolo [i Giudei] e alle nazioni”. (Atti 26:19-23) Saulo comprese giustamente e afferrò il significato di quanto Gesù gli aveva detto. Sorge pertanto la domanda: Afferrate il senso delle parole di Gesù e l’effetto che dovrebbero avere su di voi? Considerate quanto segue.
8. (a) Spiegate come alcune espressioni possono avere sia un significato letterale che figurativo. (b) Cosa mostra se la Bibbia fa uso del linguaggio figurato?
8 Ovviamente Gesù usava un linguaggio figurato nel parlare a Saulo in merito a vedere certe cose e ad aprire gli occhi di altri per volgerli dalle tenebre alla luce. Non c’era nulla di nuovo o di insolito in questo. C’è uno stretto legame fra la vista fisica e la mente, e di frequente usiamo espressioni che possono avere sia un significato letterale e fisico, che un significato figurativo e a volte spirituale, in relazione con la mente e con il cuore. Non usiamo spesso la parola “vedere” nel senso di capire? Un buon esempio di ciò lo troviamo in una certa lettera di Paolo, dove egli pregò Dio perché “vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione nell’accurata conoscenza di lui; essendo stati illuminati gli occhi del vostro cuore”. — Efes. 1:17, 18.
9. Che cosa simboleggiano la luce e le tenebre, in contrasto l’una con l’altra?
9 Da quanto precede si può capire che la luce viene usata come appropriato simbolo della verità e di altre cose in relazione con essa che gradiscono l’ispezione, come ad esempio la giustizia. Al contrario, le tenebre sono usate come simbolo dell’errore e dell’ignoranza, e anche di altre cose in relazione con esse che si sottraggono all’ispezione, come la condotta vergognosa e le opere malvage.
10. (a) Paolo rese forse testimonianza alla verità in generale? (b) Quali progressivi vantaggi si hanno accettando la verità della Bibbia?
10 Evidentemente Paolo si rese conto che, sotto la direttiva del risorto Signore Gesù, doveva rendere testimonianza alla luce “rendendo la verità manifesta” ad altri. (2 Cor. 4:2) Egli si riferiva non alla verità in generale, ma alla verità contenuta nella Parola di Dio, la Bibbia. (Giov. 17:17; 1 Tim. 2:4; 2 Tim. 2:15) Quelli che l’accettavano avrebbero aperto gli occhi della mente e avrebbero visto i passi da compiere non solo per venire alla luce, ma per ottenere la vita. E questa vita, come la luce, è qualche cosa che vale molto, molto di più della nostra attuale vita fisica legata al nostro corpo di carne e sangue. Le successive parole che Paolo dice agli Efesini indicano che la vita ha un significato più profondo: “Inoltre, Dio vi rese viventi benché [prima] foste morti nei vostri falli e peccati”. Questa spiegazione è solo il primo passo necessario per una piena comprensione della vita dal punto di vista di Dio. — Efes. 2:1.
11. (a) Come possiamo rendere testimonianza alla luce, e che relazione ha questo con la vita? (b) Quale spirito dobbiamo evitare a questo riguardo?
11 Quindi possiamo dire che la vita e la luce sono inseparabili, parlando in senso figurato e spirituale, oltre che in senso letterale. Rendere testimonianza alla luce, alla verità, significò vita per Paolo, ma significa vita anche per noi, prima perché riceviamo la luce, poi perché portiamo la luce ad altri. Riuscite a vedere, a capire dove e come tutto questo influisce su di voi? Per essere aiutati a capirlo, prestiamo un poco più attenzione a ciò che Gesù disse all’uomo che era in cammino verso Damasco. È piuttosto strano, ma sebbene rimanesse fisicamente cieco per qualche tempo, egli cominciò a vederci mentalmente, anzi, a vedere tutto da un punto di vista completamente diverso. Fu toccato anche il suo cuore. Non fu ribelle o disubbidiente. Confidiamo che si possa dire la stessa cosa di noi, ricordando l’avvertimento che Geova diede a Ezechiele: “Figlio d’uomo, tu dimori in mezzo a una casa ribelle, che ha occhi per vedere ma effettivamente non vede, che ha orecchi per udire ma effettivamente non ode, poiché è una casa ribelle”. — Ezec. 12:2.
SOTTO L’AUTORITÀ DI CHI SIETE VOI?
12. Quale obiettivo fu additato nell’incarico di Paolo, per cui sorge quale domanda?
12 Parlando a Saulo, Gesù disse che si dovevano aprire gli occhi delle persone per ‘volgerle dalle tenebre alla luce e dall’autorità di Satana a Dio’. (Atti 26:18) Pertanto, in queste parole è menzionata la sorgente principale e l’autorità dominante sia in relazione con le tenebre che con la luce, o, potremmo dire, sia in relazione con la morte che con la vita. Vogliamo senz’altro sapere sotto quale autorità siamo, e, se lo desideriamo, come essere trapiantati dall’una all’altra.
13. Come mostra la Parola di Dio che Geova è la Fonte (a) della luce e (b) della vita?
13 La Parola di Dio indica chiaramente che Geova è la Fonte sia della vita che della luce. Egli è “il Creatore dei cieli, . . . il Formatore della terra e il suo Fattore, . . . che la formò pure per essere abitata” da creature viventi. Il racconto della creazione contenuto nel libro di Genesi lo conferma, dicendo: “In principio Dio creò i cieli e la terra”. Poi, riguardo alla terra: “Dio diceva: ‘Si faccia luce’”. Più avanti esso menziona “il luminare maggiore per dominare il giorno”, cioè il sole, la principale sorgente di luce e di energia della terra, senza cui la vita sulla terra sarebbe impossibile. L’atto con cui fu coronata la creazione terrestre si ebbe quando “Geova Dio formava l’uomo dalla polvere della terra e gli soffiava nelle narici l’alito della vita, e l’uomo divenne un’anima vivente”, “a immagine di Dio”. Adamo, e poi Eva, furono creati perfetti, con tutti i sensi e le facoltà, fisiche e mentali, per usare e godere appieno sia la vita che la luce. — Isa. 45:18; Gen. 1:1, 3, 16, 27; 2:7.
14. Da che cosa si comprende che Geova è l’Autorità suprema, così che sorge quale domanda?
14 Da questo si comprende che non solo Geova Dio è la Fonte e l’Autore della vita e della luce, il Creatore e il Datore della vita, ma in virtù di ciò è giustamente l’Autorità suprema, il Governatore supremo. (Sal. 103:19; Dan. 4:17, 35; Riv. 4:11) Accettando questo fatto, è naturale voler conoscere come possa esserci un’autorità in opposizione a Geova. Qual è “l’autorità di Satana” che Gesù menzionò? Come venne all’esistenza? E come possiamo sottrarci al suo dominio?
15. (a) Come cercò Satana subdolamente di minare l’autorità di Dio? (b) Che effetto ebbe questo sulla parola di Dio? (c) Cosa spinse Adamo ed Eva a comportarsi in quel modo?
15 Come mostra il racconto ispirato, Satana tentò di usare la sua influenza in modo subdolo, e ci riuscì. Come? Insinuando una falsità. Egli presentò l’errore, nascosto da una menzogna, al posto della verità. In altre parole, presentò le tenebre per luce. È interessante che si trattava della vita, poiché disse a Eva che non sarebbe morta ma che avrebbe continuato a vivere nella carne sulla terra se avesse seguito il suo suggerimento. Le promise maggiore luce quando disse, per mezzo del serpente: “Nel medesimo giorno in cui ne mangerete [del frutto proibito] i vostri occhi davvero si apriranno”. Quindi, sottintendendo che ella sarebbe stata libera di esercitare l’autorità indipendentemente da Dio, aggiunse: “Voi sarete davvero simili a Dio, conoscendo [da voi stessi] il bene e il male”. (Gen. 3:1-5) In tal modo Satana asserì che Adamo non dovesse prendere la parola e il comando di Dio come vera luce per guidare e tenere lui e sua moglie sulla via giusta che conduce alla vita. Prima Eva e poi Adamo decisero di disubbidire al semplice e diretto comando di Dio, e di avviarsi sulla via dell’egoistica indipendenza, una via che li avrebbe portati lontano dalla vita e dalla luce nel favore di Dio, per condurli nelle tenebre e alla morte. — Sal. 119:105; vedere anche 2 Corinti 11:14.
16. (a) Perché è utile considerare il modo in cui agì Satana? (b) Come le Scritture fanno luce su questo?
16 Soffermiamoci a considerare una delle principali tattiche di Satana e come essa opera. Con mezzi subdoli, con l’inganno, egli ci tenta a considerare le cose da un punto di vista egoistico, come fece con Eva. Se il nostro cuore è guidato dall’egoismo, cadiamo presto nel laccio di Satana ed è facile farci accecare e ingannare. Cerchiamo di giustificarci e di escludere dalla nostra mente il timore di Dio. Notate con quanta chiarezza e vigore questo è espresso in Salmo 36:1-3: “L’espressione di trasgressione al malvagio è in mezzo al suo cuore; non c’è terrore di Dio di fronte ai suoi occhi. Poiché ai suoi propri occhi ha agito troppo dolcemente verso se stesso per scoprire il suo errore in modo da odiarlo. Le parole della sua bocca sono nocumento e inganno; ha cessato d’avere perspicacia per fare il bene”. Il profeta Isaia esprime appropriatamente il giudizio di Dio verso di loro: “Guai a quelli che dicono che il bene sia male e che il male sia bene, a quelli che mettono le tenebre per la luce e la luce per le tenebre . . .! Guai a quelli che son saggi ai loro propri occhi e discreti pure di fronte alle loro proprie facce!” Dobbiamo senz’altro temere di lasciarci ‘indurire [e quindi accecare] dal potere ingannatore del peccato’. — Isa. 5:20, 21; Ebr. 3:13.
17. Fino a che punto l’uomo stesso fu responsabile se venne a trovarsi sempre più sotto l’influenza di Satana?
17 Dal tempo della ribellione in Eden, l’umanità in generale è venuta a trovarsi sempre più sotto l’influenza e il dominio di Satana. Benché Satana fosse il principale responsabile, gran parte della colpa fu dell’uomo stesso. Ricordate che Dio non ha lasciato il mondo del genere umano senza testimonianza riguardo a se stesso. Benché sia invisibile, tuttavia “le sue invisibili qualità, perfino la sua sempiterna potenza e Divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, perché si comprendono dalle cose fatte, così che sono inescusabili”. In stretta armonia con Salmo 36:1-3, Paolo proseguì dicendo che “benché [gli uomini] abbiano conosciuto Dio, non lo hanno glorificato come Dio né lo hanno ringraziato, ma han vaneggiato nei loro ragionamenti e il loro cuore senza intelligenza si è ottenebrato”. (Rom. 1:19-23) È vero che Satana presentò le tenebre per luce, ma bisogna ammettere che in genere gli uomini hanno preferito le tenebre e l’empietà alla luce. L’ispirata profezia di Enoc lo conferma, menzionando quattro volte l’empietà per darvi enfasi. (Giuda 14, 15) Le tre eccezioni di cui si ha notizia fino al tempo del diluvio, cioè Abele, Enoc e Noè, servirono solo a mostrare che la maggioranza era inescusabile. Quegli uomini ‘camminarono con Dio’. Di Noè fu detto che ‘mostrò santo timore e condannò il mondo’. — Gen. 5:22; 6:9; Ebr. 11:4-7.
L’AUTORITÀ DEL REGNO
18. Che cosa accadde dopo il Diluvio per quanto riguarda l’autorità di Satana?
18 Dopo il Diluvio, giunse il tempo in cui Satana cominciò a esercitare l’autorità per mezzo di uno specifico dominio visibile. Per la prima volta leggiamo di un regno. Satana trovò in Nimrod uno strumento volenteroso per il conseguimento del suo fine ambizioso, e di lui leggiamo: “Egli cominciò a divenire potente sulla terra. Si mostrò potente cacciatore in opposizione a Geova. . . . E il principio del suo regno fu Babele . . . nel paese di Sinar. Da quel paese andò in Assiria [per conquistarla] e si mise a edificare Ninive”. — Gen. 10:8-12.
19. (a) Come si manifestò l’opposizione a Geova, e come reagì Egli? (b) Benché fermata, in che modo questa opposizione continuò a manifestarsi?
19 Pervasi dallo stesso spirito ambizioso e provocatorio, certi uomini decisero pertanto di innalzarsi e assumere essi stessi l’autorità. Essi dissero: “Suvvia! Edifichiamoci una città e anche una torre con la sua cima nei cieli, e facciamoci un nome celebre, affinché non siamo dispersi su tutta la superficie della terra”. Questo si confaceva al proposito di Satana, ma era in diretta opposizione a Geova, il Sovrano Signore, e al suo espresso proposito. Egli non fece finta di ignorare la situazione. Dio vide “la città e la torre che i figli degli uomini avevano edificate”. Quindi fece questa osservazione: “Ora non c’è nulla che abbiano in mente di fare che sia irraggiungibile per loro”. Così Geova ostacolò il loro unito proposito confondendo la loro lingua e facendoli disperdere su tutta la terra. (Gen. 9:1; 11:1-8; Atti 4:24) La maggioranza degli uomini, tuttavia, preferì ugualmente il dominio umano, e vi sono sempre stati alcuni che hanno avuto lo spirito ambizioso di Satana, quello di esercitare il potere e l’autorità. Gli uomini furono così portati a stabilire regni, a volte su una sola città, per estendersi poi fino ad abbracciare un’intera regione, come i regni di Moab e Ammon; infine si formarono i grandi imperi e le potenze mondiali.
20. (a) Quale parte ha avuto la religione nei regni stabiliti dall’uomo? (b) Quale eccezione registra la Bibbia? (c) Come e fino a che punto Satana ha esercitato il dominio sulla maggior parte dell’umanità?
20 La religione ebbe una parte notevole in tutti questi regni, ma i governanti e i loro sudditi non riconobbero Geova quale Supremo Governante a cui erano dovute adorazione e sottomissione. (Ger. 10:10; Dan. 6:26) La Bibbia menziona solo un’eccezione, cioè Melchisedec, re di Salem. Egli servì anche quale “sacerdote dell’Iddio Altissimo”, e, benedicendo Abramo, disse: “Benedetto sia Abramo dall’Iddio Altissimo, che ha fatto il cielo e la terra”. Abramo, parlando al re di Sodoma, si riferì a Dio nello stesso modo. (Gen. 14:18-23) Salvo questa eccezione, con la falsa religione e l’inganno Satana esercitò il dominio su tutti i regni, insieme agli angeli disubbidienti che si unirono a lui. In genere questo fatto non è compreso perché Satana e le sue schiere demoniche sono invisibili agli occhi umani. Invisibili, sì, ma pur sempre molto attivi. Tre volte, parlando di Satana il Diavolo, Gesù lo chiamò ‘il governante di questo mondo’. E parlando del combattimento del cristiano contro il Diavolo, Paolo dice che è un combattimento “contro le autorità, contro i governanti mondiali di queste tenebre, contro le malvage forze spirituali che sono nei luoghi celesti”. — Giov. 12:31; 14:30; 16:11; Efes. 6:11, 12; vedere anche 2 Corinti 4:4.
21. (a) Che cosa occorre per essere liberati dall’autorità di Satana? (b) In che modo la situazione odierna ha raggiunto il culmine da ambo le parti?
21 Da questo si capisce che quando Gesù disse a Paolo di volgere le persone “dall’autorità di Satana a Dio”, si riferiva all’essere trapiantati da un dominio a un altro. Infatti, Paolo scrisse: “Egli [Geova] ci ha liberati dall’autorità delle tenebre e ci ha trapiantati nel regno del Figlio del suo amore”. (Col. 1:13) Oggi, le due parti opposte, quella di Geova Dio e quella di Satana il Diavolo, sono giunte a un grande culmine di tensione. L’“inimicizia” predetta fra le due parti è veramente giunta all’apice. (Gen. 3:15) Sotto il dominio di Satana, le tenebre sono più fitte che mai. I governanti e i governati non sanno da che parte girarsi per risolvere tutti i loro tormentosi problemi. Sono ‘tenebre caliginose che si possono tastare’. (Eso. 10:21, 22) Ma sotto il dominio di Geova esercitato dal suo Re messianico, Cristo Gesù, la luce della verità e della giustizia rifulge più intensa che mai, dando ai suoi sudditi una chiara guida e fiducia, oltre a molti piaceri e gioie spirituali. La controversia che si presenta all’umanità è perciò imperniata sul tema del dominio e dell’autorità del regno.
22. Dove e come sono messi in risalto l’autorità e il dominio riguardo (a) al regno messianico, e (b) al tentativo di Satana di ottenere la supremazia?
22 Notate com’è messo in risalto questo tema nel libro di Rivelazione. In una visione che ricevette, Giovanni udì alte voci in cielo che dicevano: “Il regno del mondo è divenuto il regno del nostro Signore e del suo Cristo, ed egli regnerà per i secoli dei secoli”. Questo si adempì nel 1914 E.V., alla fine dell’ininterrotto dominio del mondo da parte di potenze gentili, permesso da Dio per 2.520 anni a partire dal 607 a.E.V. Poi, dopo aver visto la nascita del regno messianico, la guerra in cielo e il dragone, Satana il Diavolo, scagliato giù dal cielo, Giovanni ode la proclamazione: “Ora son venuti la salvezza e la potenza e il regno del nostro Dio e l’autorità del suo Cristo”. Facendo un contrasto, la visione successiva dice come il dragone dà alla “bestia selvaggia” (simbolo dell’organizzazione politica mondiale di Satana) “la sua potenza e il suo trono e grande autorità”, così che tutti i popoli della terra l’adorino. Simili autorità e adorazione sono ulteriormente menzionate riguardo all’“immagine della bestia selvaggia”, simbolo dell’attuale organizzazione delle Nazioni Unite. Infatti, l’organizzazione di Satana “costringe tutti” ad accettare il suo marchio di identità, senza cui la vita è resa quasi impossibile. — Riv. 11:15; 12:10; 13:2, 15-17.
23. (a) In considerazione di ciò, quali domande dovremmo farci? (b) Come si deve intendere la seconda parte di Salmo 36:9, così che perveniamo a quale eccellente conclusione?
23 Sotto quale autorità siete voi? Siete contenti di essere identificati come sostenitori dell’ordine mondiale di Satana? O desiderate sinceramente sottrarvi alla sua autorità ma non sapete con certezza quali passi compiere e temete ciò che potrebbe comportare? Per trarre incoraggiamento, trovate il Salmo 36. Dopo avere descritto il cattivo spirito di quelli che sono sempre giusti ai propri occhi, e, quindi, non possono vedere né imparare a odiare i propri errori, il salmista si volge quindi a Geova. Esalta l’amorevole benignità, la fedeltà e la giustizia di Dio, e le benedizioni che ricevono quelli che si rifugiano sotto le Sue ali. Dopo aver detto che Geova è “la fonte della vita”, aggiunge: “Mediante la luce da te noi possiamo vedere la luce”. In altre parole, solo imparando a guardare le cose, inclusi noi stessi, dal suo punto di vista, possiamo volgerci dalle tenebre alla luce e comprendere e riconoscere i passi da fare per ottenere la vita eterna sotto l’autorità di Dio. Felici noi se camminiamo strettamente uniti alla luce, alla verità e alla giustizia, poiché “il sentiero dei giusti è come la fulgida luce che risplende sempre più finché il giorno è fermamente stabilito”. Quindi possiamo pregare come Davide: “Continua la tua amorevole benignità a quelli che ti conoscono, e la tua giustizia ai retti di cuore”. — Sal. 36:5-10; Prov. 4:18.
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La via dell’egoistica indipendenza che Adamo ed Eva scelsero li portò lontano dalla luce e dalla vita per condurli nelle tenebre e alla morte
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Dio ostacolò lo scopo provocatorio dei costruttori della torre di Babele confondendone la lingua