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Ebrei, lettera agliAusiliario per capire la Bibbia
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a. Con un unico sacrificio eliminò il peccato per sempre
b. Apparirà una seconda volta per il giudizio e la salvezza dei credenti
6. Sacrifici animali inutili; predetto che era volontà di Dio abolirli e stabilire vero sacrificio mediante Cristo (10:1-10; Sal. 40:6-8)
7. Dopo quell’unico sacrificio, Cristo sedette alla destra di Dio in attesa che i nemici diventassero il suo poggiapiedi (10:11-18)
E. Mediante questa via nuova e vivente possiamo avvicinarci a Dio per mezzo del grande Sommo Sacerdote con vero cuore e coscienza pura (10:19-39)
1. Facciamo pubblica dichiarazione di fede (10:23)
2. Raduniamoci insieme per incoraggiarci a vicenda (10:24, 25)
3. Evitiamo di cadere in una volontaria pratica di peccato, che reca distruzione (10:26-31)
4. Perseveriamo mediante la fede; non torniamo indietro alla distruzione (10:32-39)
V Fede indispensabile per piacere a Dio, ricevere ricompensa (11:1–12:17)
A. Definizione della fede (11:1-3)
B. Esempi di fede: Abele, Noè, Abraamo, Mosè e altri (11:4-40)
1. Uomini di fede morirono, non videro adempiersi le promesse (11:4-13)
2. Aspiravano a un posto migliore, che appartiene al cielo (11:14-38)
3. Saranno resi perfetti, ma non senza gli altri coeredi di Cristo (11:39, 40)
C. La fede richiede disciplina (12:1-17)
1. Circondati da così gran nuvolo di testimoni, dobbiamo deporre ogni peso nel correre la corsa, guardando attentamente a Gesù (12:1-3)
2. Non disprezziamo la disciplina di Geova, che è per il nostro bene (12:4-11)
3. Facciamoci sentieri diritti, perseguiamo pace, santificazione (12:12-14)
4. Badiamo che nessuna persona o cosa “velenosa” contamini altri nella congregazione (12:15-17)
VI Superiorità della posizione del cristiano (12:18-29)
A. Non si accosta a un monte letterale, ma a una Sion e Gerusalemme celeste, a un’assemblea di angeli, a una congregazione di primogeniti, a Dio il Giudice di tutti e a Gesù il Mediatore (12:18-24)
B. Dio scuoterà la terra e il cielo per eliminare cose instabili (12:25-27)
C. Cristiani ricevono regno che non può essere scosso (12:28, 29)
VII Esortazioni e osservazioni conclusive (13:1-25)
A. Consigli su amore fraterno, ospitalità, onorabilità del matrimonio e fiducia in Geova (13:1-6)
B. Imitiamo la fede di coloro che prendono la direttiva; evitiamo di lasciarci sviare da insegnamenti strani (13:7-9)
C. Sopportiamo biasimo di Cristo, attendendo città avvenire (13:10-14)
D. Offriamo sacrifici di lode, facciamo il bene, condividiamo con altri (13:15, 16)
E. Siamo sottomessi a chi prende la direttiva (13:17)
F. Lo scrittore chiede ai fratelli di pregare, promette di recarsi a Gerusalemme, conclude inviando saluti (13:18-25)
Vedi il libro “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”, pp. 239-243.
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EbreoAusiliario per capire la Bibbia
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Ebreo
Il nome “Ebreo” ricorre la prima volta in relazione ad Abramo, per distinguerlo dai vicini amorrei. (Gen. 14:13) In seguito, quasi ogni volta, il termine continua a essere usato per fare un contrasto o una distinzione: chi parla è di nazione non israelita (Gen. 39:13, 14, 17; 41:12; Eso. 1:16; I Sam. 4:6, 9) o è un israelita che si rivolge a uno straniero (Gen. 40:15; Eso. 1:19; 2:7; Giona 1:9) oppure si parla di stranieri. — Gen. 43:32; Eso. 1:15; 2:11-13; I Sam. 13:3-7.
Dai versetti summenzionati si vede che il nome “Ebreo” era già noto agli egiziani nel XVIII secolo a.E.V. Questo sembra indicare che Abraamo, Isacco e Giacobbe erano assai conosciuti in una vasta zona, così che il nome “Ebreo” era ben noto. Quando Giuseppe menzionò il “paese degli Ebrei” (Gen. 40:15) parlando con due servitori del faraone, senza dubbio si riferiva alla regione di Ebron che da tempo era diventata il centro dell’attività di suo padre e dei suoi antenati. Circa sei secoli dopo i filistei chiamavano ancora “Ebrei” gli israeliti, e sia il re Saul che lo scrittore (o gli scrittori) di I Samuele indicano che “Ebrei” e “Israele” erano sinonimi. (I Sam. 13:3-7; 14:11; 29:3) Nel IX secolo a.E.V. il profeta Giona disse ai marinai (forse fenici) della nave salpata dal porto di Ioppe che era “Ebreo”. (Giona 1:9) Anche la Legge faceva una distinzione fra gli schiavi ‘ebrei’ e quelli di altre razze o nazionalità (Eso. 21:2; Deut. 15:12) e, a questo proposito, il libro di Geremia (nel VII secolo a.E.V.) indica che il termine “Ebreo” era allora sinonimo di “Giudeo”. — Ger. 34:8, 9, 13, 14.
In epoche posteriori scrittori greci e romani chiamavano gli israeliti “Ebrei” o “Giudei”, mai “Israeliti”.
ORIGINE E SIGNIFICATO DEL NOME
Forse il nome “Ebreo” (ʽIvrì) deriva da Eber (ʽÈver), nome di un pronipote di Sem e antenato di Abraamo. (Gen. 11:10-26) In Genesi 10:21 Eber viene distinto in modo particolare, infatti si legge che Sem fu “antenato di tutti i figli di Eber”. Questa potrebbe essere un’indicazione di Dio che la benedizione noetica pronunciata su Sem si sarebbe adempiuta in modo particolare sui discendenti di Eber, infatti i successivi avvenimenti rivelano che gli israeliti furono i primi a ricevere tale benedizione. La menzione specifica di Eber sarebbe inoltre servita a indicare la linea genealogica del promesso Seme menzionato nella profezia di Geova in Genesi 3:15: Eber divenne così un anello fra Sem e Abraamo. Tale coincidenza sarebbe pure in armonia col fatto che Geova è chiamato “l’Iddio degli Ebrei”.
NELLE SCRITTURE GRECHE CRISTIANE
Paolo si definiva prima di tutto ebreo, poi israelita, e in terzo luogo, del seme di Abraamo. (II Cor. 11:22) Il termine ‘ebreo’ può indicare in questo caso la sua origine (confronta Filippesi 3:4, 5); ‘israelita’, la sua appartenenza alla nazione che Dio aveva in origine scelta come popolo per il Suo nome (confronta Romani 9:3-5), e ‘seme di Abraamo’, il fatto che era uno degli eredi delle promesse benedizioni del patto abraamico.
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