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  • Erbacce, zizzanie
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • dopo la mietitura i semi del loglio si mischiano ai chicchi di grano, questo può essere pericoloso. Vertigini e anche avvelenamento mortale sono stati attribuiti all’aver mangiato pane che conteneva troppa farina di loglio. La tossicità dei semi del loglio pare provocata da un fungo che cresce all’interno di questi.

  • Erba salata
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    • Erba salata

      Questa espressione traduce il termine ebraico mallùahh, che ricorre una sola volta nelle Scritture come cibo mangiato da persone di poco conto. (Giob. 30:4) Nella lingua originale il termine pare derivato da una radice che significa “salare”, ed è stato tradotto anche “acetosa” (Con), “erba” (Ma; Nardoni) e “malva”. (Di) È stato tradotto “malva” probabilmente per la somiglianza fra il termine ebraico mallùahh e quello greco malàkhe, che si pensa corrisponda all’italiano “malva”. Tuttavia in Giobbe 30:4 i traduttori della Settanta non usarono il termine malàkhe ma àlima (“erbe salate”, LXX di Bagster), e àlima, come mallùahh, pare si riferisca al sapore salino della pianta o alla regione dove cresce.

      Quasi tutti concordano che il mallùahh della Bibbia corrisponda all’alimo o “porcellana di mare” (Atriplex halimus), folto cespuglio che raggiunge dai 30 ai 90 cm di altezza, anche se sulle rive del Mar Morto se ne trovano alcuni alti fino a 3 m. Ha foglie piccole, spesse, di sapore asprigno e, in primavera, fiorellini viola. L’aria marina è indispensabile alla sua esistenza.

  • Erec
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    • Erec

      (Èrec)

      Una delle quattro città che furono ‘il principio del regno di Nimrod’ nel paese di Sinar. (Gen. 10:10) Di Erec oggi rimangono alcune collinette artificiali presso la località che gli arabi chiamano Warka e nota come Uruk all’antica popolazione accadica della Mesopotamia. Si trova quasi 180 km a SE di Babilonia sulla riva O dell’antico letto dell’Eufrate (Shatt-ek-Kar), cioè circa 6 km a E dell’attuale corso del fiume. Vi è stata scoperta un’antica ziqqurat, oltre a molti tumuli e sarcofagi che sembrano indicare che Erec era un tempo il luogo di sepoltura dei re assiri.

  • Eredità
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    • Eredità

      Qualsiasi proprietà che alla morte del possessore passa all’erede o a chi ha il diritto di successione; qualsiasi cosa ricevuta da progenitori o predecessori per successione legittima. In Israele l’eredità riguardava principalmente proprietà terriere, ma a volte anche beni mobili. La Bibbia parla inoltre dell’eredità di cose di natura spirituale. I cristiani generati dallo spirito sono chiamati “eredi in realtà di Dio, ma coeredi di Cristo”. Sono in ansiosa attesa, se rimangono fedeli, “dell’eredità eterna”. — Rom. 8:17; Ebr. 9:15.

      IN EPOCA PATRIARCALE

      I fedeli patriarchi ebrei Abraamo, Isacco e Giacobbe non possedevano terra, tranne il campo con la caverna che usavano come luogo di sepoltura e il campo presso Sichem acquistato da Giacobbe. (Gen. 23:19, 20; 33:19) A proposito del soggiorno di Abraamo nel paese di Canaan il martire cristiano Stefano disse: “E non gli diede in esso nessun possedimento ereditabile, no, non un piede di terra; ma promise di darlo a lui in possedimento, e dopo di lui al suo seme, mentre non aveva ancora nessun figlio”. (Atti 7:5) L’eredità lasciata da quegli uomini consisteva di bestiame e di beni mobili. Il figlio primogenito ereditava una parte doppia (due parti) della proprietà che spettava agli altri figli. Nel caso del patriarca Giobbe, le figlie ricevettero un’eredità tra i loro fratelli, benché non sia precisato se questa includesse una proprietà terriera. — Giob. 42:15.

      Per qualche motivo il padre poteva trasferire la primogenitura, e l’eredità spettante al primogenito, a un figlio minore. Nei casi del genere menzionati nella Bibbia non si trattava di un capriccio né di favoritismo, ma di cambiamenti avvenuti per comando di Dio. — Gen. 25:23; 46:4; 48:13-19; I Cron. 5:1, 2.

      Il concubinato era legale. Infatti nella Bibbia la concubina a volte è chiamata “moglie”, e l’uomo con cui vive, “marito”. Il padre di lei è chiamato suo suocero e lui genero. (Gen. 16:3; Giud. 19:3-5) I figli delle concubine erano figli legittimi e perciò in quanto all’eredità avevano una posizione pari a quella dei figli della moglie.

      Prima di avere figli Abraamo parlava del suo schiavo Eliezer come del futuro erede dei suoi beni, ma Geova gli disse che avrebbe avuto per erede un figlio. — Gen. 15:1-4.

      ALL’EPOCA DELLA LEGGE

      Sotto la Legge era vietato che un padre costituisse suo primogenito il figlio della moglie prediletta a spese dell’effettivo primogenito avuto da una moglie meno amata. Doveva dare al primogenito una parte doppia di tutto quello che possedeva. (Deut. 21:15-17) Quando non c’erano figli maschi, l’eredità passava alle figlie. (Num. 27:6-8; Gios. 17:3-6) Tuttavia le figlie che ereditavano della terra si dovevano sposare solo nella famiglia della tribù paterna, per impedire che la proprietà passasse da una tribù all’altra. (Num. 36:6-9) In mancanza di figli, l’eredità veniva trasmessa (1) ai fratelli del defunto, (2) ai fratelli di suo padre, (3) al parente consanguineo più vicino. (Num. 27:9-11) La moglie non riceveva nessuna eredità dal marito. Se non c’erano figli, la moglie era considerata proprietaria del terreno finché questo non veniva riscattato da chi aveva il diritto di ricompra. In tal caso la moglie veniva acquistata insieme alla proprietà. (Rut 4:1-12) La legge del matrimonio del cognato prevedeva che il primo figlio che la donna aveva dal ricompratore diventasse erede del marito defunto e portasse il suo nome. — Deut. 25:5, 6.

      Eredità terriera

      I figli d’Israele ricevettero la loro eredità da Geova, che definì a Mosè i confini del paese. (Num. 34:1-12; Gios. 1:4) I figli di Gad, i figli di Ruben e metà della tribù di Manasse ricevettero la loro parte da Mosè. (Num. 32:33; Gios. 14:3) Le altre tribù ricevettero la loro eredità a sorte sotto la direttiva di Giosuè ed Eleazaro. (Gios. 14:1, 2) In armonia con la profezia di Giacobbe riportata in Genesi 49:5, 7, Simeone e Levi non ricevettero in eredità un territorio separato. Il territorio di Simeone consisteva di terreno (con le sue città enclave) entro il territorio di Giuda (Gios. 19:1-9), mentre a Levi furono concesse quarantotto città sparse nell’intero territorio d’Israele. Poiché i leviti avevano ricevuto l’incarico di svolgere un servizio speciale presso il santuario, si diceva che Geova era la loro eredità. In cambio del servizio reso ricevevano la decima come loro parte o eredità. (Num. 18:20, 21; 35:6, 7) Ciascuna famiglia riceveva una parte del territorio della propria tribù. Man mano che le famiglie aumentavano e i figli ereditavano, la terra sarebbe stata progressivamente suddivisa in parti sempre più piccole.

      Dato che la terra doveva rimanere in possesso della stessa famiglia di generazione in generazione non si poteva vendere in perpetuo. La vendita del

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