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  • Giuda, tribù di
  • Ausiliario per capire la Bibbia
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  • PRIMI SEGNI DI PREMINENZA
  • EREDITÀ DI GIUDA
  • DAI GIUDICI A SAUL
  • LA BENEDIZIONE PROFETICA DI GIACOBBE SI ADEMPIE IN DAVIDE
  • STORIA DEL REGNO
  • IL DIRITTO REGALE NON È PERDUTO
  • IL REGNO DELLE DUE TRIBÙ IN PARAGONE CON IL REGNO SETTENTRIONALE
  • DOPO L’ESILIO
Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 605-608

Giuda, tribù di

Circa 216 anni dopo che Giuda era sceso in Egitto con tutta la famiglia di Giacobbe, gli uomini validi dai vent’anni in su della tribù che ebbe origine da lui erano saliti a 74.600, un numero superiore a quello di qualsiasi altra delle dodici tribù. (Num. 1:26, 27) Alla fine dei quaranta anni di peregrinazione nel deserto, gli uomini registrati di Giuda erano 1.900 in più. — Num. 26:22.

Sotto la direttiva del giudeo Bezalel e con l’aiuto del danita Ooliab furono costruiti il tabernacolo coi suoi arredi e utensili. (Eso. 35:30-35) Una volta eretto il tabernacolo, Giuda, insieme alle tribù di Issacar e Zabulon, si accampava a E del santuario. — Num. 2:3-8.

PRIMI SEGNI DI PREMINENZA

La benedizione profetica di Giacobbe aveva attribuito a Giuda un ruolo preminente (Gen. 49:8; confronta I Cronache 5:2), e il suo adempimento viene confermato anche dall’iniziale storia della tribù. Al comando del capotribù Naasson, Giuda guidava la marcia nel deserto. (Num. 2:3-9; 10:12-14) Inoltre a questa tribù apparteneva Caleb, uno dei due esploratori fedeli che ebbero il privilegio di ritornare nella Terra Promessa. Benché avanti negli anni, Caleb ebbe una parte attiva nella conquista del paese assegnato a Giuda. La tribù stessa fu divinamente designata a prendere la direttiva nel combattere i cananei, cosa che fece insieme ai simeoniti. (Num. 13:6, 30; 14:6-10, 38; Gios. 14:6-14; 15:13-20; Giud. 1:1-20; confronta Deuteronomio 33:7). In seguito Giuda, sempre con l’autorizzazione di Dio, capeggiò la spedizione punitiva contro Beniamino. — Giud. 20:18.

EREDITÀ DI GIUDA

Il territorio della tribù di Giuda confinava a N con quello di Beniamino (Gios. 18:11), a E col Mar Salato (Mar Morto) (Gios. 15:5) e a O col Mar Grande (Mediterraneo). (Gios. 15:12) Sembra che il confine meridionale dall’estremità meridionale del Mar Morto si estendesse verso SO fino all’ascesa di Acrabbim; di là proseguiva fino a Zin, poi in direzione N fin nei pressi di Cades-Barnea e infine raggiungeva il Mediterraneo passando per Ezron, Addar, Carca e Azmon e per la valle del torrente d’Egitto. (Gios. 15:1-4) La parte di questo territorio intorno a Beer-Seba fu assegnata ai simeoniti. (Gios. 19:1-9) I cheniti, famiglia non israelita imparentata con Mosè in seguito al suo matrimonio, pure presero dimora nel territorio di Giuda. — Giud. 1:16.

I confini dell’antica Giuda includevano diverse regioni naturali. A S il Negheb, in gran parte un altopiano con un’altitudine che varia dai 450 ai 600 m circa. Lungo il Mediterraneo si stende la pianura della filistea, con le sue dune sabbiose che a volte penetrano anche per 6 km nell’entroterra. Nell’antichità questa pianura ondulata era coltivata a viti, olivi e grano. (Giud. 15:5) Immediatamente a E c’è una zona collinare, inframezzata da numerose vallate, che al S raggiunge un’altitudine di 450 m sul livello del mare. Questa è la Sefela (“bassopiano”), regione che nell’antichità era coperta di sicomori. (I Re 10:27) È un bassopiano in confronto con la regione montuosa di Giuda più a E che ha un’altitudine tra i 600 e i 1000 m o più sul livello del mare. Le colline spoglie del versante E costituiscono il deserto di Giuda.

Al comando di Giosuè, nel territorio dato a Giuda la potenza cananea era stata apparentemente infranta. Ma poiché non vennero stabilite delle guarnigioni, pare che gli abitanti originali ritornassero in città come Ebron e Debir, forse mentre gli israeliti combattevano altrove. Perciò queste località dovettero essere riconquistate. (Confronta Giosuè 12:7, 10, 13; Giudici 1:10-15). Gli abitanti del bassopiano, con i loro formidabili carri da guerra, non furono invece spodestati. Fra questi senza dubbio erano i filistei di Gat e Asdod. — Gios. 13:2, 3; Giud. 1:18, 19.

DAI GIUDICI A SAUL

Durante il turbolento periodo dei giudici, Giuda, come le altre tribù, cadde ripetutamente nell’idolatria. Perciò Geova permise che le nazioni circostanti, specie ammoniti e filistei, facessero incursioni nel territorio di Giuda. (Giud. 10:6-9) Ai giorni di Sansone non solo i giudei avevano perso ogni controllo sulle città filistee di Gaza, Ecron e Ascalon, ma i filistei dominavano su di loro. (Giud. 15:9-12) Solo all’epoca di Samuele i filistei furono estromessi dal territorio di Giuda. — I Sam. 7:10-14.

Dopo che Saul della tribù di Beniamino fu unto da Samuele e divenne il primo re di Israele, i giudei combatterono lealmente al suo comando. (I Sam. 11:5-11; 15:3, 4) Quasi sempre si doveva combattere contro i filistei (I Sam. 14:52), che sembra avessero avuto di nuovo il sopravvento sugli israeliti. (I Sam. 13:19-22) Ma gradatamente la loro potenza diminuì. Con l’aiuto di Geova, Saul e suo figlio Gionatan riportarono vittorie da Micmas ad Aialon. (I Sam. 13:23—14:23, 31) Quando i filistei tornarono a invadere Giuda, subirono una nuova sconfitta dopo che Davide, giovane pastore giudeo, uccise il loro campione Golia. (I Sam. 17:4, 48-53) In seguito il re Saul affidò a Davide, che era già stato unto quale futuro re di Israele, il comando dei guerrieri israeliti. Assunto il comando Davide sostenne lealmente Saul e ottenne altre vittorie contro i filistei. (I Sam. 18:5-7) In quel tempo la tribù di Giuda era come un “leoncello”, non avendo ancora conseguito il potere regale nella persona di Davide. — Gen. 49:9.

Quando Saul cominciò a vedere in Davide una minaccia al suo regno e lo mise al bando, Davide rimase leale a Saul, l’unto di Geova. Non passò mai dalla parte dei nemici di Israele e non fece mai personalmente del male a Saul né permise ad altri di farlo. (I Sam. 20:30, 31; 24:4-22; 26:8-11; 27:8-11; 30:26-31) avide combatteva contro i nemici di Israele. Una volta salvò la città giudea di Cheila dai filistei. — I Sam. 23:2-5.

LA BENEDIZIONE PROFETICA DI GIACOBBE SI ADEMPIE IN DAVIDE

Giunse infine il tempo stabilito da Dio perché il potere regale dalla tribù di Beniamino passasse alla tribù di Giuda. A Ebron, dopo la morte di Saul, gli uomini di Giuda unsero re Davide. Ma le altre tribù rimasero con la casa di Saul e fecero re suo figlio Is-Boset. Fra i due regni ci furono ripetuti scontri finché il più forte sostenitore di Is-Boset, Abner, passò a Davide. Non molto tempo dopo Is-Boset fu assassinato. — II Sam. 2:1-4, 8, 9; 3:1–4:12.

Quando poi Davide diventò re di tutto Israele, i ‘figli di Giacobbe’, cioè tutte le tribù di Israele, lodarono Giuda e si prostrarono al suo rappresentante, loro sovrano. Perciò Davide poté muovere contro Gerusalemme benché si trovasse in gran parte in territorio beniaminita e, dopo aver conquistato la roccaforte di Sion, farne la sua capitale. Davide si comportò quasi sempre in modo lodevole. Così grazie a lui la tribù di Giuda veniva lodata per qualità come la giustizia e la rettitudine, e anche per i servigi resi alla nazione, inclusa la difesa della sicurezza nazionale, come Giacobbe aveva predetto nella benedizione impartita in punto di morte. La mano di Giuda era veramente sul dorso dei suoi nemici poiché Davide sgominò i filistei (che due volte avevano cercato di impedirgli di regnare in Sion), e anche moabiti, siri, edomiti, amalechiti e ammoniti. Quindi, sotto Davide, i confini di Israele raggiunsero finalmente i limiti stabiliti da Dio. — Gen. 49:8-12; II Sam. 5:1-10, 17-25; 8:1-15; 12:29-31.

STORIA DEL REGNO

A motivo del patto eterno per un regno fatto con Davide, la tribù di Giuda detenne lo scettro e il bastone del comando per quasi cinquecento anni. (Gen. 49:10; II Sam. 7:16) Ma solo durante il regno di Davide e di Salomone si ebbe un regno unito, e tutte le tribù di Israele si prostravano davanti a Giuda. In seguito all’apostasia di Salomone verso la fine del suo regno, Geova sottrasse dieci tribù al successivo re di Giuda, Roboamo, e le diede a Geroboamo. (I Re 11:31-35; 12:15-20) Solo i leviti e le tribù di Beniamino e di Giuda rimasero leali alla casa di Davide. (I Re 12:21; II Cron. 13:9, 10) Perciò il nome Giuda attribuito al regno includeva anche la tribù di Beniamino. (II Cron. 25:5) Le altre dieci tribù formarono un regno indipendente retto dall’efraimita Geroboamo. Poco dopo, nel quinto anno del regno di Roboamo, Sisac re d’Egitto invase il regno di Giuda fino a Gerusalemme e catturò diverse città fortificate. — I Re 14:25, 26; II Cron. 12:2-9.

Per circa quarant’anni mentre in Giuda regnavano Roboamo, Abiam (Abia) e Asa, ci furono diversi conflitti fra il regno di Giuda e il regno di Israele. (I Re 14:30; 15:7, 16) Ma Giosafat successore di Asa fece un’alleanza matrimoniale col malvagio Acab re di Israele. Anche se portò la pace fra i due regni, il matrimonio di Ieoram figlio di Giosafat con Atalia figlia di Acab si rivelò disastroso per Giuda. Sotto l’influenza di Atalia, Ieoram si rese colpevole di grave apostasia. Durante il suo regno filistei e arabi invasero Giuda, fecero prigionieri e uccisero tutti i suoi figli tranne Ioacaz (Acazia), il minore. Quando salì al trono anche Acazia seguì la direttiva della malvagia Atalia. Dopo la morte violenta di Acazia, Atalia uccise tutti i discendenti reali. Ma, senza dubbio per divina provvidenza, il piccolo Ioas venne nascosto e sopravvisse quale legittimo erede al trono di Davide. Nel frattempo regnò l’usurpatrice Atalia finché non fu messa a morte per ordine del sommo sacerdote Ieoiada. — II Cron. 18:1; 21:1, 5, 6, 16, 17; 22:1-3, 9-12; 23:13-15.

Benché il suo regno fosse iniziato bene, dopo la morte del sommo sacerdote Ieoiada, Ioas si allontanò dalla vera adorazione. (II Cron. 24:2, 17, 18) Neanche Amazia figlio di Ioas seguì la retta via. Durante il suo regno, dopo anni di coesistenza pacifica il regno delle dieci tribù e il regno di Giuda si scontrarono di nuovo, e quest’ultimo subì un’umiliante sconfitta. (II Cron. 25:1, 2, 14-24) A parte il fatto che entrò illecitamente nel santuario, il successivo re di Giuda, Uzzia (Azaria), fece ciò che era giusto agli occhi di Geova. Anche il suo successore Iotam fu un re fedele. È invece risaputo che Acaz figlio di Iotam praticò l’idolatria su vasta scala. — II Cron. 26:3, 4, 16-20; 27:1, 2; 28:1-4.

Durante il regno di Acaz, Giuda subì invasioni da parte di edomiti e filistei, e anche del regno settentrionale e della Siria. La coalizione siro-israelita minacciò persino di destituire Acaz per mettere sul trono di Giuda un uomo che non fosse discendente di Davide. Benché il profeta Isaia gli avesse assicurato che ciò non sarebbe accaduto, l’infedele Acaz assoldò Tiglat-Pileser III re d’Assiria perché venisse in suo aiuto. Quest’azione poco saggia pose su Giuda il gravoso giogo dell’Assiria. — II Cron. 28:5-21; Isa. 7:1-12.

Ezechia, figlio di Acaz, ripristinò la vera adorazione e si ribellò al re d’Assiria. (II Re 18:1-7) Perciò Sennacherib invase Giuda e conquistò molte città fortificate. Ma Gerusalemme non fu mai presa, perché in una notte l’angelo di Geova uccise 185.000 soldati assiri. Umiliato, Sennacherib fece ritorno a Ninive. (II Re 18:13; 19:32-36) Circa otto anni prima, nel 740 a.E.V., il regno delle dieci tribù era giunto alla fine con la resa della capitale Samaria agli assiri. — II Re 17:4-6.

Il successivo re di Giuda, Manasse figlio di Ezechia, tornò all’idolatria. Tuttavia, quando fu portato prigioniero a Babilonia dal re d’Assiria, si pentì e, una volta tornato a Gerusalemme, attuò diverse riforme religiose. (II Cron. 33:10-16) Ma suo figlio Amon ricadde nell’idolatria. — II Cron. 33:21-24.

L’ultima campagna radicale contro l’idolatria fu quella durante il regno di Giosia figlio di Amon. Comunque era troppo tardi per produrre un sincero pentimento fra il popolo in generale. Perciò Geova decretò la completa desolazione di Giuda e Gerusalemme. Alla fine Giosia stesso venne ucciso a Meghiddo mentre tentava di respingere gli eserciti egiziani diretti a Carchemis per affrontare i babilonesi. — II Re 22:1–23:30; II Cron. 35:20.

Gli ultimi quattro re di Giuda, Ioacaz, Ioiachim, Ioiachin e Sedechia furono cattivi sovrani. Il faraone Neco depose Ioacaz, impose una gravosa tassa al paese di Giuda, e al posto di Ioacaz fece re suo fratello Ioiachim. (II Re 23:31-35) Poi, dopo otto anni di regno, Ioiachim divenne vassallo di Nabucodonosor re di Babilonia, che aveva sconfitto gli egiziani a Carchemis. Per tre anni servì il re di Babilonia, ma poi si ribellò. (II Re 24:1; Ger. 46:2) Allora Nabucodonosor, evidentemente con l’intenzione di portare prigioniero a Babilonia il re ribelle, mosse contro Gerusalemme. (II Cron. 36:6) Comunque Ioiachim non fu portato a Babilonia, poiché morì in circostanze che la Bibbia non rivela. Successivamente diventò re Ioiachin. Dopo aver regnato solo per tre mesi e dieci giorni si arrese volontariamente a Nabucodonosor e, insieme ad altri componenti della famiglia reale e a migliaia di sudditi, andò in esilio a Babilonia. Nabucodonosor mise quindi sul trono di Giuda Sedechia, zio di Ioiachin. — II Re 24:6, 8-17; II Cron. 36:9, 10.

Nel nono anno del suo regno come re vassallo, Sedechia si ribellò e cercò l’aiuto della potenza militare egiziana contro Babilonia. (II Re 24:18-25:1; II Cron. 36:11-13; Ezec. 17:15-21) Allora Nabucodonosor fece avanzare i suoi eserciti contro Giuda. Gerusalemme fu assediata per diciotto mesi prima che si riuscisse a far breccia nelle sue mura. Sedechia fuggì, ma fu catturato; i suoi figli furono uccisi sotto i suoi occhi e poi egli stesso venne accecato. Il mese dopo quasi tutti i superstiti furono portati in esilio. Sui pochi miseri rimasti in Giuda fu nominato governatore Ghedalia. Ma dopo che fu assassinato essi fuggirono in Egitto. Così nel settimo mese del 607 a.E.V. il paese di Giuda rimase completamente desolato. — II Re 25:1-26; per i particolari vedi le voci sui singoli re.

IL DIRITTO REGALE NON È PERDUTO

La calamitosa fine del regno di Giuda non significava che lo scettro e il bastone del comando fossero persi per sempre. Secondo la profezia pronunciata da Giacobbe in punto di morte, la tribù di Giuda doveva produrre l’erede regale permanente, Silo (“Colui di cui è”, o “Colui a cui appartiene”). (Gen. 49:10) Era dunque appropriato che, prima della caduta del regno di Giuda, Geova rivolgesse per mezzo di Ezechiele queste parole a Sedechia: “Rimuovi il turbante, e togli la corona. Questa non sarà la stessa. Innalza pure ciò che è basso, e abbassa pure l’alto. Una rovina, una rovina, una rovina ne farò. Anche in quanto a questo, per certo non diverrà di nessuno finché venga colui che ha il diritto legale, e a lui lo devo dare”. (Ezec. 21:26, 27) Colui che ha il diritto legale, come è stato indicato dall’annuncio dell’angelo Gabriele alla vergine ebrea Maria circa seicento anni più tardi, altri non è che Gesù, il Figlio di Dio. (Luca 1:31-33) È dunque appropriato che Gesù Cristo abbia il titolo “il Leone che è della tribù di Giuda”. — Riv. 5:5.

IL REGNO DELLE DUE TRIBÙ IN PARAGONE CON IL REGNO SETTENTRIONALE

Il regno di Giuda fu molto più stabile e durò circa 133 anni più del regno settentrionale. A questo contribuirono diversi fattori. (1) A motivo del patto di Dio con Davide, la discendenza reale rimase ininterrotta, mentre nel regno settentrionale neanche metà dei re ebbero i propri figli come successori. (2) La continuità del sacerdozio aaronnico nel tempio di Gerusalemme aveva la benedizione di Geova e rese più facile per la nazione infedele tornare a Dio. (II Cron. 13:8-20) Viceversa nel regno settentrionale l’istituzione e la continuità dell’adorazione dei vitelli era ritenuta necessaria alla preservazione dell’indipendenza da Giuda, e per questa ragione non si fece alcuno sforzo per sradicarla. (I Re 12:27-33) (3) Quattro dei diciannove re di Giuda (Asa, Giosafat, Ezechia e Giosia) si distinsero per la loro devozione alla vera adorazione e fecero importanti riforme religiose.

Tuttavia la storia di entrambi i regni dimostra quanto sia stolto trascurare i comandi di Geova e confidare nelle alleanze militari. Inoltre dà risalto alla longanimità di Geova verso il suo popolo disubbidiente. Più volte egli aveva mandato profeti per incoraggiare il popolo al pentimento, ma spesso i loro consigli rimasero inascoltati. (Ger. 25:4-7) Fra i profeti che prestarono servizio in Giuda furono Semaia, Iddo, Azaria, Hanani, Ieu, Eliezer, Iahaziel, Zaccaria, Amos, Osea, Gioele, Michea, Isaia, Sofonia, Abacuc e Geremia. — Vedi ISRAELE n. 2 e n. 3.

DOPO L’ESILIO

Quando nel 537 a.E.V. il decreto di Ciro permise agli israeliti di tornare nel paese di Giuda e riedificarvi il tempio, rappresentanti di tutte le tribù fecero ritorno in patria. (Esd. 1:1-4; Isa. 11:11, 12) Come era stato predetto in Ezechiele 21:27, nessun re della dinastia davidica amministrò la cosa pubblica per i rimpatriati. Si noti inoltre che non si fa menzione di gelosie tribali, indicando che Efraim e Giuda erano diventati tutt’uno. — Isa. 11:13.

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