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  • Un mondo senza estranei

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  • Un mondo senza estranei
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1962
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  • L’ESTRANEO DEI TEMPI ANTICHI
  • DURANTE L’ÈRA CRISTIANA
  • L’ESTRANEO DI OGGI
  • UN MONDO SENZA ESTRANEI
  • Guardatevi dalla “voce degli estranei”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2004
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1962
w62 1/11 pp. 645-648

Un mondo senza estranei

Com’è possibile un mondo senza estranei in un mondo di continui mutamenti? Perché tale speranza non è un’utopia, ma una futura realtà?

IL MONDO in cui viviamo è virtualmente affollato di persone. Questo potrebbe non sembrare vero, percorrendo chilometri e chilometri di ondeggianti pianure o volando in aereo sulle foreste, sui deserti e sulle giungle dell’Asia, dell’Africa e di altri continenti del mondo. Tuttavia, è la verità. Uomini responsabili sono già perplessi per il modo in cui l’attuale popolazione dovrà sostentarsi. E questo è solo il principio, perché gli uomini devono vivere insieme nella pace, se proprio vogliono vivere.

Attualmente, vi sono 2.900.000.000 di persone sulla terra e il loro numero cresce di 49.000.000 all’anno. Gli esperti delle Nazioni Unite calcolano che fra non più di trent’anni, cioè entro il 1990, saranno aggiunti altri 2.700.000.000 di persone. Essi dicono che entro la fine del secolo, la popolazione del mondo potrebbe essere quasi di 7.000.000.000.

Pensate che cosa significherà questo: le persone lavoreranno, si divertiranno, adoreranno, sì, vivranno insieme, in più gran numero e in più stretta vicinanza. Tale vicinanza potrebbe molto facilmente produrre altre difficoltà, rivoluzioni e guerre. D’altra parte, potrebbe essere un’opportunità per migliorare le relazioni mediante una migliore e reciproca conoscenza, una chiave per ottenere più ampia cooperazione e più grande felicità per tutti. Ma molto dipenderà dalla disposizione mentale e dall’ammaestramento delle persone.

Fondamentalmente, gli uomini hanno qualche cosa in comune che li unisce, essendo tutti parenti mediante un unico uomo, Adamo. Ma questo fatto in se stesso non è sufficiente a garantire pace e sicurezza, a nutrire l’umanità e a benedire gli uomini con felicità, perché la forza che scaturisce da tale comune relazione di “fratello e sorella” non è in se stessa potente abbastanza da eliminare le cause che dividono gli uomini.

In primo luogo la maggioranza degli uomini sono completamente estranei gli uni agli altri, malgrado la loro comune origine. Che cosa significa essere “estranei”? Non sono essi semplicemente uomini e donne che non abbiamo mai incontrato o persone che non conosciamo? Quanti dei 2.900.000.000 di abitanti della terra conoscete voi? La verità è che viviamo in un mondo di estranei. L’esistenza degli estranei è una forza che divide, una forza che genera sfiducia e sospetto. E sarà tale finché le persone non riusciranno a conoscersi e ad amarsi reciprocamente.

Ma come può esserci amicizia e amore senza armonia mentale? Come può esserci fiducia fra gli uomini senza la conoscenza, e conoscenza senza il desiderio d’imparare?

L’ESTRANEO DEI TEMPI ANTICHI

Nell’antico Israele, quando furono stabilite leggi per proteggere i diritti dell’estraneo, le relazioni fra estranei e nativi ebbero un certo successo.

Sotto la voce “forestieri”, il Dizionario Biblico della Libreria Editrice Claudiana dice che tale termine deriva dalla parola ebraica ger. Dichiara inoltre che la parola si riferisce a “gli stranieri che sono stati accolti da una tribù israelita, che si sono stabiliti nel territorio di quella tribù e che godono della sua protezione”. Un forestiero nel senso tecnico della parola ebraica, si potrebbe definire una persona di origine straniera o non israelita. Era una persona che risiedeva entro i confini della Terra Promessa. Era diversa dallo “straniero” perché quest’ultimo apparteneva ancora a un altro paese e voleva solo visitare la Palestina come viaggiatore. Gli stranieri non ebbero mai alcuna relazione col popolo di Dio. I Giudei li chiamavano pagani.

Al tempo di Salomone la Terra Promessa era abitata da estranei. La loro presenza fra gli Israeliti non ci sorprende, perché la Bibbia dice che al tempo dell’esodo “una gran turba di gente d’ogni specie” uscì dall’Egitto con gli Israeliti. C’erano fra i Giudei anche alcuni altri gruppi di estranei: il popolo cananeo che non fu mai cacciato dal paese, prigionieri di guerra, profughi, servi, mercanti, e così via. L’intero numero degli estranei era grande. Il censimento d’essi ai giorni di Salomone risultò di 153.600 uomini, il che potrebbe significare che il numero totale degli estranei era pari a circa un decimo della popolazione d’Israele. — Eso. 12:38, Na; 2 Cron. 2:17.

Quindi, fu cosa saggia e misericordiosa emanare leggi per regolare e proteggere i diritti del residente estraneo. Tali leggi furono fatte con uno spirito di grande liberalità. Ad eccezione dei Moabiti e degli Ammoniti, che combatterono contro Israele, in Israele tutte le nazioni potevano godere sotto certe condizioni del diritto di cittadinanza. Lo straniero che era solo di passaggio o risiedeva temporaneamente nel paese non godeva di nessun diritto tranne quello dell’ospitalità ordinariamente accordata agli estranei. Nell’Oriente questo diritto era considerato sacro. Come ospite l’estraneo era al sicuro anche nella tenda del suo nemico.

Circa la religione, era assolutamente necessario che l’estraneo non violasse alcuna delle fondamentali leggi d’Israele. Non gli era permesso di bestemmiare il nome di Geova, di lavorare il sabato, di mangiare pane lievitato nel tempo di Pasqua, di commettere qualche infrazione alle leggi matrimoniali, di adorare falsi dèi, o di mangiare sangue.

Un estraneo incirconciso non era considerato un cittadino completo. Se l’estraneo era circonciso, non esisteva nessuna distinzione fra l’estraneo e l’Israelita quanto ai diritti legali. “Una stessa legge” per le due classi era un principio dichiarato circa le osservanze religiose e le procedure legali. I giudici erano rigorosamente ammoniti contro qualsiasi parzialità nelle loro decisioni. All’Israelita fu comandato di trattare l’estraneo come fratello. Tali leggi erano necessarie per ostacolare la naturale tendenza a trattare con severità gli estranei. — Num. 15:16, Na.

DURANTE L’ÈRA CRISTIANA

Lo spirito liberale della legge mosaica relativa agli estranei era in netto contrasto con la rigida esclusività dei Giudei all’inizio dell’èra cristiana. Il loro deciso distacco dagli estranei potrebbe in parte essere dovuto agli oltraggi che i Giudei avevano subìto per mano degli stranieri quando erano tornati in Palestina dopo la cattività babilonese nel 537 a.C., e forse in parte per timore di mischiare la loro razza mediante matrimoni promiscui con gli estranei.

Ma Gesù Cristo non era d’accordo con tale rigida esclusività, ma la condannò nell’illustrazione del buon Samaritano. Egli diede al termine “prossimo” un significato che fu completamente nuovo per i suoi ascoltatori. — Luca 10:36, Na.

I proseliti, menzionati in Atti 2:10, rappresentano effettivamente l’estraneo delle Scritture Ebraiche. A questi e ad altri i primi cristiani manifestarono una cordiale simpatia. Infatti, l’apostolo Paolo avverte che chi vuol essere sorvegliante nella congregazione cristiana dev’essere un “volonteroso albergator de’ forestieri”. Naturalmente, questi estranei erano gli ultimi arrivati nella congregazione cristiana. Costoro dovevano essere accolti con ogni tenerezza. Per mezzo dello studio della Bibbia e con la loro regolare associazione alla congregazione cristiana, non sarebbero stati più considerati “estranei”, ma normali amici della congregazione. Tuttavia, avrebbero continuato a ricevere l’ospitalità concessa agli stranieri. — 1 Tim. 3:2, Di.

L’ESTRANEO DI OGGI

Naturalmente, oggi la parola “estraneo” ha acquistato un significato del tutto diverso da quello che aveva ai giorni dell’antico Israele. Ora la parola si applica comunemente a uno sconosciuto, che è senza amicizie in un certo luogo. D’altra parte, lo straniero è colui che appartiene ad un’altra nazione. La parola “straniero” spesso denota un residente nato all’estero che non è cittadino.

Innanzi tutto, questo moderno significato di “estraneo” deve scomparire dalla terra; perché quelli che sono stati prefigurati dagli “estranei” timorati di Dio della profezia biblica sono oggi destinati ad abitare la terra per tutta l’eternità. Costituiscono oggi una classe di persone che hanno la speranza di vivere per sempre sulla terra. Costoro, come gli estranei o forestieri che si unirono all’antico Israele per adorare il vero Dio e a motivo del Suo favore su Israele, si uniscono oggi al rimanente dell’Israele spirituale. Ciò si è realizzato specialmente dal 1931. Poiché non sono Israeliti spirituali, ma compagni, sono quindi profeticamente chiamati “stranieri” (zarìm). — Isa. 61:5, Na.

Come un gregge in un ovile, il rimanente spirituale e la classe degli estranei si sono raccolti insieme unitamente. Un buon esempio della loro unità e pace si vide nel 1958 durante l’Assemblea Internazionale “Volontà Divina” dei Testimoni di Geova. Gli adoratori di Geova giunsero nella città di New York da 123 paesi per tenere un’assemblea di otto giorni. Ci furono circa 5.000 delegati dall’Europa, 106 dall’Asia, 263 dall’Africa, 898 dall’America Centrale e America del Sud, 1.341 dalle isole del mare, oltre a decine di migliaia dagli Stati Uniti e dal Canada, e tutti insieme portarono alla massima partecipazione di 253.922 presenti.

Ivi, nel cuore di un mondo diviso, gli Israeliti spirituali e gli antitipici estranei si radunarono insieme come non era mai avvenuto prima nella storia. Ma con molta collaborazione, amore e altruismo furono in grado di lavorare e vivere insieme in stretta associazione per più di una settimana, senza discordie, violenza né spargimento di sangue. Tutto ciò dimostra che un pacifico e armonioso mondo sotto il vero Dio Geova è possibile. Egli l’ha promesso.

UN MONDO SENZA ESTRANEI

Mediante il suo profeta Daniele, Geova predice la nascita di “un regno, che non sarà distrutto e non sarà trasmesso ad altro popolo: stritolerà e annienterà tutti gli altri regni, mentre esso durerà in eterno”. (Dan. 2:44, Na) La nascita di quel regno nei cieli nel 1914 d.C. contrassegnò l’inizio della fine di questo mondo diviso. È ormai tempo che le persone si preparino per il futuro nuovo mondo di giustizia. Il radunamento della classe degli “estranei” è una positiva evidenza che viviamo nel periodo di transizione.

Come compirà il governo del Regno ciò che le nazioni della terra non hanno potuto fare? Prima di tutto, il Regno dominerà su tutta la terra. Le nazioni nemiche periranno. In secondo luogo, esso tollererà una sola religione: l’adorazione del vero Dio Geova. Quindi cadranno tutte le barriere nazionalistiche e religiose. “Tutti i tuoi figli saranno persone ammaestrate da Geova, e la pace dei tuoi figli abbonderà”. “La terra sarà certamente piena della conoscenza di Geova come le acque coprono lo stesso mare”, profetizzò Isaia. — Isa. 54:13; 11:9.

La conoscenza di Geova adempirà il proposito divino. Unirà insieme tutti gli uomini di una unità mai esistita nel passato. Ha già unito gli antitipici “estranei” al rimanente dell’Israele spirituale in vincoli d’amore e d’affetto. Li ha indotti a fare “delle loro spade vomeri e delle loro lance falci”. Come un solo popolo hanno fatto voto di non alzare la spada, nazione contro nazione, e di non imparare più “l’arte della guerra”. Fra essi quindi abbonda la pace. — Isa. 2:3, 4, Na.

Un altro fattore che servirà a far sparire il moderno significato di estraneo è il fatto che “la morte non ci sarà più”. (Apoc. 21:4, Na) Senza la morte, le persone avranno molto tempo per conoscersi scambievolmente. “Infatti, Dio ha tanto amato il mondo, che ha sacrificato il suo Figlio Unigenito, affinché ognuno che crede in lui, non perisca, ma abbia la vita eterna”. — Giov. 3:16, Na; Giov. 10:28.

Ma se nessuno muore, non sarà la terra in breve tempo sovrappopolata? No. La guerra di Dio di Armaghedon, che porrà fine a questo empio mondo, eliminerà una considerevole parte della popolazione della terra. La Bibbia dice che pochissimi uomini sopravvivranno alla battaglia. (Isa. 24:6; Apoc. 16:14, 16) Ma i pochi superstiti si sposeranno e avranno figli. Ci sarà anche una risurrezione “dei giusti e degli ingiusti”. (Atti 24:15, Na) Quando la terra sarà stata convenevolmente popolata, evidentemente le nascite cesseranno. Gli abitanti della terra s’impegneranno in lavori pacifici per rendere questa terra un eterno paradiso.

Nella nuova terra che i profeti e gli apostoli predissero, il genere umano sarà portato alla perfezione fisica e mentale. Con una mente perfetta i componenti della famiglia umana saranno in grado di tenere a memoria i nomi di tutti i fratelli e le sorelle che conosceranno. Ciascuno s’interesserà degli altri e cercherà il benessere altrui. Col tempo anche chi vivrà nelle zone più remote sarà conosciuto. Non sarà più un estraneo. La famiglia umana sotto la direttiva del suo “Padre eterno” prospererà nella pace e nella felicità, perché tale è l’inalterabile proposito di Dio verso questa terra. — Isa. 9:5, Na; Sal. 72:1-8.

Quindi la terra deve subire un mutamento. Non v’è alcun dubbio che cambierà. Il suo cambiamento non dipende dalla veduta e dall’altruismo degli uomini, ma dalla sapienza e dalla potenza di Dio. Con la moltiplicazione degli uomini nella nuova terra creata da Dio, risulterà ben chiaro che Dio e non l’uomo è il Custode della razza umana. L’ispirata promessa è: “Ecco la tenda di Dio tra gli uomini! e’ s’attenderà con loro”. La sola domanda che resta da fare è: Ci saremo noi per goderlo? Se ci saremo o no dipende dalla nostra relazione col Dio che ha giurato di fare “nuove tutte le cose”. — Apoc. 21:3-5, Ri.

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