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CicognaAusiliario per capire la Bibbia
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nido sulle case ma anche sugli alberi. La cicogna nera, così chiamata perché ha testa, collo e dorso nero, è più comune nella regione del Mar Morto e in Basan, e preferisce, dov’è possibile, fare il nido sugli alberi. Il salmista menziona le cicogne che fanno il nido su alti alberi di ginepro. — Sal. 104:17.
Facendo un contrasto fra lo struzzo incapace di volare e la cicogna che vola a grandi altezze, Geova chiese a Giobbe: “L’ala dello struzzo batte festante, ma è forse penna e piuma di cicogna?” (Giob. 39:13, CEI) Le penne dell’ala della cicogna sono molto larghe e robuste, le secondarie e le terziarie sono quasi lunghe come le primarie, e questo conferisce all’ala una grande superficie permettendo alla cicogna di raggiungere grandi altezze e percorrere grandi distanze. Una cicogna in volo, che si libra sulle possenti ali, col collo proteso in avanti e le zampe allungate all’indietro, ha un aspetto davvero maestoso. Le due donne viste in visione da Zaccaria (5:6-11), che portavano un’efa con dentro la donna chiamata “Malvagità”, avevano “ali come le ali della cicogna”. Il riferimento al ‘vento nelle loro ali’ (Zaccaria 5 v. 9) è pure in armonia col fruscio prodotto dall’aria che passa fra le penne remiganti della cicogna. Le primarie in volo si aprono a ventaglio così che all’estremità delle ali si formano delle fessure, che regolano il flusso dell’aria sulla parte superiore dell’ala aumentandone la portanza.
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Cielo
[ebr. shamàyim; gr. ouranòs].
Il termine ebraico shamàyim (sempre al plurale) sembra avere il significato fondamentale di qualche cosa di “alto” o “elevato”. (Sal. 103:11; Prov. 25:3; Isa. 55:9) Il termine greco è di etimologia incerta.
CIELI FISICI
Nella lingua originale questo termine abbraccia tutta l’immensità dei cieli fisici. Il contesto di solito provvede abbastanza informazioni per determinare quale parte dei cieli fisici s’intenda.
I cieli dell’atmosfera terrestre
Il termine “cielo” o “cieli” si può applicare a tutta l’atmosfera della terra in cui si formano rugiada e brina (Gen. 27:28; Giob. 38:29), volano gli uccelli (Deut. 4:17; Prov. 30:19; Matt. 6:26), soffiano i venti (Sal. 78:26), sfolgorano i lampi (Luca 17:24) e sono sospese le nuvole che lasciano cadere pioggia, neve o grandine. (Gios. 10:11; I Re 18:45; Isa. 55:10; Atti 14:17) Il termine “cielo” a volte si riferisce alla volta celeste visibile che sembra avvolgere la terra. — Matt. 16:1-3; Atti 1:10, 11.
Questa regione atmosferica corrisponde in genere alla “distesa [ebr. raqìaʽ]” formata durante il secondo periodo creativo, descritta in Genesi 1:6-8. A questo ‘cielo’ si riferiscono evidentemente Genesi 2:4; Esodo 20:11; 31:17 parlando della creazione “dei cieli e della terra”. — Vedi DISTESA.
Quando fu formata la distesa dell’atmosfera, le acque sulla superficie della terra si separarono da altre acque al di sopra della distesa. Questo spiega l’espressione usata a proposito del diluvio universale dei giorni di Noè: “Tutte le sorgenti delle vaste acque dell’abisso si ruppero e le cateratte dei cieli si aprirono”. (Gen. 7:11; confronta Proverbi 8:27, 28). Al Diluvio le “vaste acque dell’abisso” sospese al di sopra della distesa precipitarono come attraverso canali, e anche sotto forma di pioggia. Dopo che quell’immensa riserva idrica si svuotò, le “cateratte dei cieli” vennero in effetti “chiuse”. — Gen. 8:2.
Lo spazio cosmico
I “cieli” fisici si estendono oltre l’atmosfera terrestre nelle regioni dello spazio cosmico con i loro corpi stellari, “tutto l’esercito dei cieli”: sole, luna, stelle e costellazioni. (Deut. 4:19; Isa. 13:10; I Cor. 15:40, 41; Ebr. 11:12) Il primo versetto della Bibbia descrive la creazione di tali cieli stellati che precedette la preparazione della terra come dimora dell’uomo. (Gen. 1:1) Questi cieli manifestano la gloria di Dio, come la distesa dell’atmosfera, perché sono opera delle “dita” di Dio. (Sal. 8:3; 19:1-6) Gli “statuti dei cieli” divinamente stabiliti regolano tutti questi corpi celesti. Gli astronomi, nonostante i loro strumenti moderni e l’alta conoscenza matematica, non sono ancora in grado di comprendere pienamente tali statuti. (Giob. 38:33; Ger. 33:25) Le loro scoperte confermano però che l’uomo è incapace di misurare tali cieli o di contare le stelle. (Ger. 31:37; 33:22; vedi STELLA). Eppure Dio le conta e le chiama per nome. — Sal. 147:4; Isa. 40:26.
“In mezzo al cielo” e le “estremità dei cieli”
L’espressione “in mezzo al cielo” si riferisce alla regione entro la distesa dell’atmosfera terrestre dove volano gli uccelli, come l’aquila. (Riv. 8:13; 14:6; 19:17; Deut. 4:11 [ebr. “cuore dei cieli”]). Simile è l’espressione “fra la terra e i cieli”. (I Cron. 21:16; II Sam. 18:9) L’avanzata degli aggressori di Babilonia “dall’estremità dei cieli” significa evidentemente che mossero contro di lei dal lontano orizzonte (dove sembra che terra e cielo si congiungano e dove si vede sorgere e tramontare il sole). (Isa. 13:5; confronta Salmo 19:4-6). Anche l’espressione “dalle quattro estremità dei cieli” si riferisce senz’altro ai quattro punti cardinali, includendo perciò tutta la terra. (Ger. 49:36; confronta Daniele 8:8; 11:4; Matteo 24:31; Marco 13:27). Come i cieli circondano la terra da ogni parte, così Geova vede ogni cosa “sotto tutti i cieli”, cioè la sua vista abbraccia tutto il globo. — Giob. 28:24.
I cieli nuvolosi
Un altro termine ebraico, shàhhaq, è usato a proposito dei cieli o delle nuvole. (Deut. 33:26; Prov. 3:20; Isa. 45:8) La radice di questa parola significa qualche cosa che è ridotto in polvere, per esempio il “velo di polvere” (shàhhaq) di Isaia 40:15. Questo significato è molto appropriato, in quanto le nuvole si formano quando l’aria calda, alzandosi da terra, si raffredda fino al punto di condensazione e il vapore acqueo in essa contenuto si trasforma in minuscole goccioline. (Confronta Giobbe 36:27, 28). Lo rende ancor più appropriato l’effetto ottico della volta azzurra del cielo dovuto alla diffusione dei raggi solari che attraversano le molecole gassose dell’aria e altre particelle (incluso il pulviscolo) dell’atmosfera.
“Cielo [shàhhaq]”, com’è usato dagli scrittori biblici, può dunque riferirsi all’atmosfera che circonda la terra in cui si formano le nuvole (Isa. 45:8), o alla volta celeste al di sopra della terra, azzurra di giorno e costellata di stelle la notte. (Sal. 89:37) Quasi in tutti i casi lo scrittore si riferisce semplicemente a ciò che è alto al di sopra dell’uomo senza specificare quale aspetto del “cielo” si intenda. — Sal. 57:10; 108:4.
Le minute particelle del pulviscolo atmosferico, le molecole di vapore acqueo, nonché le molecole di ossigeno, azoto, anidride carbonica e altri gas presenti nell’atmosfera, disperdono i raggi di luce, e le radiazioni azzurre, essendo le più diffuse, conferiscono al cielo sereno il suo colore caratteristico.
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