-
Anna, IIAusiliario per capire la Bibbia
-
-
2. Profetessa, figlia di Fanuel della tribù di Aser. Rimasta vedova dopo solo sette anni di vita coniugale, all’epoca della presentazione di Gesù bambino al tempio aveva ottantaquattro anni. Nonostante l’età era sempre presente nel tempio, evidentemente dall’ora dell’offerta del mattino fino a quella dell’offerta della sera, e quindi ebbe il privilegio di vedere il piccolo Gesù e di dare testimonianza ad altri circa la liberazione che “digiuni e supplicazioni” indicava da parte sua cordoglio e viva aspettazione. I secoli di dominazione subiti dagli ebrei, insieme alle deteriorate condizioni religiose dell’epoca che avevano influito anche sul tempio e sul sacerdozio, potevano ben esserne la ragione. Ad ogni modo, benché non potesse aspettarsi di essere ancora in vita quando il bambino fosse cresciuto, essa diede con gioia testimonianza ad altri circa la liberazione che ci sarebbe stata grazie alla venuta del Messia. – Luca 2:36-38.
-
-
AnnoAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Anno
Il principale termine ebraico tradotto “anno”, shanàh, significa “successione” o “ripetizione” e, come il corrispondente termine greco eniautòs, dà l’idea di un ciclo o periodo di tempo. Sulla terra il ritorno delle stagioni segna in modo evidente il compimento dei cicli annuali; le stagioni, a loro volta, sono determinate dalla rivoluzione della terra intorno al sole. Il Creatore provvide dunque il modo di misurare il tempo in anni ponendo la terra in un’orbita stabilita, con una determinata inclinazione del suo asse in relazione al piano su cui si muove intorno al sole. Inoltre le regolari fasi della luna permettono di suddividere l’anno in periodi più brevi. Tutto questo risulta dai primi capitoli della Bibbia. – Gen. 1:14-16; 8:22.
Fin dall’inizio l’uomo si servì di questi indicatori del tempo provveduti da Dio, misurando il tempo in anni suddivisi in mesi. (Gen. 5:1-32) Quasi tutti i popoli antichi avevano un anno di dodici mesi lunari. Il comune anno lunare ha 354 giorni, con mesi di ventinove o trenta giorni, secondo la la comparsa di ciascuna luna nuova. Ha perciò 11 giorni meno del vero anno solare di 365 giorni (esattamente 365 giorni 5 ore 48 minuti e 46 secondi).
AI GIORNI DI NOÈ
Il primo documento che rivela come veniva calcolata nell’antichità la durata dell’anno risale all’epoca di Noè. Egli evidentemente divideva l’anno in dodici mesi di trenta giorni ciascuno. In Genesi 7:11, 24 e 8:3-5 il “diario di bordo” di Noè precisa che centocinquanta giorni corrispondevano a cinque mesi. In questa cronaca sono menzionati il secondo, il settimo e il decimo mese dell’anno del Diluvio. Quindi, dopo il primo giorno del decimo mese, c’è un periodo di quaranta giorni, e anche due periodi di sette giorni ciascuno, per un totale di cinquantaquattro giorni. (Gen. 8:5-12) C’è anche un periodo indeterminato fra l’invio del corvo e il primo invio della colomba. (Gen. 8:6-8) E un altro periodo indeterminato è menzionato in Genesi 8:12 dopo che la colomba fu mandata fuori per la terza e ultima volta. Nel versetto successivo troviamo menzionato il primo giorno del primo mese dell’anno successivo. (Gen. 8:13) Non è rivelato quale metodo seguissero Noè o i suoi predecessori per conciliare un anno composto di mesi di trenta giorni con l’anno solare.
IN EGITTO E BABILONIA
Nell’antico Egitto l’anno era di dodici mesi di trenta giorni ciascuno e altri cinque giorni venivano aggiunti ogni anno per rimanere in armonia con l’anno solare. I babilonesi invece avevano un anno lunare a cui, nel corso di certi anni, aggiungevano un tredicesimo mese, chiamato “veadar”, affinché le stagioni ricorressero nei mesi a cui normalmente corrispondevano. Tale anno è chiamato lunisolare, e ovviamente a volte è più breve e a volte più lungo del vero anno solare, a seconda che abbia dodici o tredici mesi.
IL CICLO METONICO
A un certo punto venne adottato il sistema di aggiungere un tredicesimo mese o mese intercalare sette volte nel corso di diciannove anni, con un risultato quasi identico a diciannove veri anni solari. Questo ciclo è chiamato ciclo metonico da Metone, matematico greco del V secolo a.E.V.
PRESSO GLI EBREI
La Bibbia non dice se questo fosse il sistema seguito in origine dagli ebrei per conciliare l’anno lunare con l’anno solare. Il fatto che i nomi dei loro mesi lunari che si conservano siano nomi stagionali indica che esisteva qualche sistema per conciliare le cose. Due volte l’anno il sole attraversa l’equatore celeste e allora in ogni parte della terra giorno e notte sono di ugual durata (con circa dodici ore di luce e dodici ore di oscurità). Questo avviene all’equinozio di primavera e all’equinozio d’autunno che ricorrono il 21 marzo e il 23 settembre di ogni anno del nostro attuale calendario. L’incidenza dell’equinozio permetteva di notare quando i mesi lunari erano troppo in anticipo rispetto alle relative stagioni e serviva di norma per fare il necessario aggiustamento con l’aggiunta di un mese intercalare.
Anticamente gli anni si contavano da un autunno all’altro, e il primo mese iniziava verso la metà dell’attuale mese di settembre. Ciò coincide con la tradizione ebraica secondo cui la creazione dell’uomo ebbe luogo in autunno. Dato che la Bibbia calcola in anni l’età di Adamo (Gen. 5:3-5), è ragionevole che il conto sia iniziato dal tempo della sua creazione e, se avvenne effettivamente in autunno, ciò spiegherebbe l’antica usanza di iniziare l’anno nuovo in quell’epoca dell’anno. Inoltre tale anno era particolarmente adatto alla vita agricola della popolazione, specie in quella parte della terra dove era concentrata la popolazione prediluviana e immediatamente postdiluviana. L’anno terminava con la fine del periodo della raccolta e cominciava con l’aratura e la semina ai primi del nostro mese di ottobre.
Anno sacro e anno secolare
Dio cambiò l’inizio dell’anno per la nazione d’Israele all’epoca dell’esodo dall’Egitto, decretando che doveva cominciare in primavera col mese di abib (o nisan). (Eso. 12:1-14; 23:15) L’autunno però avrebbe continuato a segnare l’inizio dell’anno secolare o agricolo. Infatti in Esodo 23:16 la festa della raccolta, che si teneva in autunno nel mese di etanim, il settimo mese del calendario sacro, viene detto che avveniva “all’uscita dell’anno” e in Esodo 34:22 “al volgere dell’anno”. Similmente i regolamenti relativi all’anno del Giubileo indicano che aveva inizio in autunno, nel mese di etanim. – Lev. 25:8-18.
Lo storico ebreo Giuseppe Flavio (del I secolo E.V.) dice che l’anno sacro (che iniziava in primavera) serviva per le osservanze religiose ma che l’originale anno secolare (che iniziava in autunno) continuò a essere usato nelle attività commerciali e in altre faccende d’ordinaria amministrazione. Questo duplice sistema di anno sacro e anno secolare è particolarmente evidente nel periodo successivo alla liberazione degli ebrei dall’esilio in Babilonia. Il 1º nisan (o abib) segnava l’inizio dell’anno sacro e il 1º tishri (o etanim) segnava l’inizio
-