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  • Domande dai lettori
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1954
w54 15/4 pp. 254-255

Domande dai lettori

● Non dovrebbero le parole con cui comincia Giovanni 7:22, “per questa ragione”, trovarsi invece alla fine di Giovanni 7:21? Dal modo in cui le mette la New World Translation, sembra che non abbiano significato. Qual è la “ragione” a cui si riferisce? — A. A., Stati Uniti.

No, queste parole non dovrebbero trovarsi alla fine del versetto 21. La New World Translation le mette correttamente al principio del versetto 22, conforme al testo greco di Westcott e Hort. La maggior parte delle traduzioni della Bibbia le mettono all’inizio del versetto 22. Alcune le omettono addirittura. Ed altre, le mettono alla fine del versetto 21, ma fanno questo senza ragioni plausibili. (AS; ED) Per capire che cosa significano, dove si trovano, dobbiamo considerarle col loro contesto. Al tempo di una festa giudaica, in un giorno di sabato, Gesù guarì un uomo. (Giov. 5:1-16) Questo irritò tanto i religiosi Giudei che erano rigorosi osservanti del sabato, più di quanto fosse divinamente richiesto, che in seguito discutevano ancora con Gesù su tale miracolo durante la festa. Dissero che Gesù avesse un demonio, o che fosse indemoniato. Quindi Giovanni 7:21 dichiara: “Rispondendo Gesù disse loro: ‘Ho compiuto un solo atto e voi tutti vi meravigliate’”. (NW) Gesù continuò: “Per questa ragione Mosè vi ha dato la circoncisione — non che essa venga da Mosè, ma vien dagli antenati — e voi circoncidete un uomo di sabato. Se un uomo riceve la circoncisione di sabato affinché la legge di Mosè non sia infranta, siete voi violentemente adirati con me perché di sabato ho reso un uomo completamente sano? Cessate di giudicare dall’aspetto esteriore, ma giudicate con retto giudizio”. — Giov. 7:22-24, NW.

Per quale ragione compì Gesù delle guarigioni di sabato, quando tale attività in giorno di sabato sembrava che violasse il giorno di riposo prescritto dalla legge mosaica? Relativamente a questa guarigione Gesù rispose a quella domanda: “Il Padre mio ha continuato a operare fino ad ora, e io continuo a operare”. (Giov. 5:17, NW) Gesù non fece lavori secolari di sabato. Egli fece l’opera di Dio. I sacerdoti giudaici compivano il servizio del tempio di sabato, senza violarlo. (Matt. 12:5) Perciò Gesù poteva compiere il suo servizio divino, e adempiere le profezie concernenti il Messia. L’opera di guarigione e di predicazione era un incarico di Geova, e Gesù doveva continuare a compierla mentr’era giorno, poiché la notte della morte sarebbe presto scesa su di lui. (Giov. 9:4) La ragione per la quale Gesù si attenne a quell’opera, anche di sabato, fu quindi il fatto che gliel’aveva comandata Geova.

Per questa stessa ragione i Giudei circoncidevano i neonati maschi di sabato. Geova comandò che ciò fosse fatto, e il farlo non violava il sabato, sebbene certi uomini privi d’intendimento l’avessero immaginato. Secondo la legge mosaica, i neonati maschi dovevano essere circoncisi l’ottavo giorno della loro esistenza anche se questo giorno ricorreva di sabato. Mancando di far questo, anche di sabato, sarebbe stata violata la legge di Mosè. Quando Geova specificamente comandava di fare un’opera quell’opera doveva esser fatta, sia che fosse giorno di sabato o meno. Dunque Gesù compiva guarigioni di sabato per la stessa ragione per cui i Giudei circoncidevano di sabato i bambini; perché se si fossero astenuti in un caso o nell’altro avrebbero commesso una violazione dei comandi di Geova. Gesù guariva tutte le membra del corpo d’una persona di sabato rendendola completamente sana, mentre i Giudei “guarivano” o rendevano giusto verso Dio un solo membro del corpo di un bambino circoncidendolo di sabato. Era per la stessa ragione che queste due diverse opere potevano essere rettamente compiute di sabato, e cioè, per ubbidire alla volontà di Geova.

● Deuteronomio 10:1-4 mostra che Geova scrisse il secondo elenco dei Dieci Comandamenti su tavole di pietra, ma Esodo 34:27, 28 dice che questo elenco lo scrisse Mosè. C’è una spiegazione di questa apparente contraddizione? — I. Z, Stati Uniti.

Mediante un angelo rappresentativo Geova scrisse sul Monte Sinai il primo elenco su tavole di pietra per Mosè, elenco che Mosè spezzò con ira quando scese dal monte e trovò che gl’Israeliti adoravano il vitello d’oro. (Eso. 32:15, 16, 19) Poi Geova scrisse un secondo elenco su nuove tavolette di pietra come è chiaramente indicato in Deuteronomio 10:1-4. Un’attenta considerazione di Esodo 34:1-28 ne conferma l’armonia e non la contraddizione. Esodo 34:1 dichiara esplicitamente che Geova avrebbe scritto su tavole un secondo elenco con gli stessi Dieci Comandamenti ch’egli aveva rappresentativamente scritto sulle prime tavole. Poi nei versetti da 10 a 26 leggiamo che fu stipulato un patto fra Geova e la nazione d’Israele, e quindi il versetto 27 mostra che Geova comanda a Mosè: “Poi l’Eterno disse a Mosè: ‘Scrivi queste parole; perché sul fondamento di queste parole io ho contratto alleanza con te e con Israele’”. Le parole di questo patto, dal 10º al 26º versetto, non si riferiscono al Dieci Comandamenti. Indi il versetto 28 dichiara: “E stette quivi con Geova quaranta giorni e quaranta notti; non mangiò pane e non bevve acqua. Ed egli scrisse sulle tavole le parole del patto, i dieci comandamenti”. — AS.

Dato il fatto che al versetto 1 è dichiarato che Geova avrebbe scritto i Dieci Comandamenti, e il versetto 27 indica solo che Mosè ebbe l’ordine di scrivere le parole del patto esposte nei versetti 10-26, si deve concludere che il pronome “egli” nella frase conclusiva del versetto 28 si riferisce a Geova e non a Mosè. I commentatori biblici in genere sono d’accordo su questo punto, e nella traduzione di Diodati l’ultimo “egli” del versetto 28 è reso Signore per indicare che si riferisce a Geova Dio e non a Mosè. Pertanto non esiste nessuna contraddizione fra Esodo 34:27, 28 e Deuteronomio 10:1-4.

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