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  • Prisca
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Priscilla era la moglie di Aquila, ed è sempre menzionata insieme a lui. I due erano un esempio di ottime opere cristiane e di ospitalità, che offrivano non solo ai singoli, ma anche tenendo adunanze di congregazione in casa propria sia a Roma che a Efeso.

      Verso il 50 E.V., a motivo del decreto dell’imperatore Claudio, Aquila e sua moglie lasciata Roma giunsero a Corinto. Poco dopo il loro arrivo Paolo si unì a loro nel fabbricare tende. (Atti 18:2, 3) Proseguirono poi con Paolo fino a Efeso, dove si trattennero per qualche tempo e furono di valido aiuto ‘spiegando più correttamente la via di Dio’ all’eloquente Apollo. (Atti 18:18, 19, 24-28; I Cor. 16:19) Tornati per qualche tempo a Roma (Rom. 16:3-5), in seguito si recarono nuovamente a Efeso. (II Tim. 4:19; I Tim. 1:3) La loro amicizia con Paolo durò più o meno dal 50 E.V. fino alla sua morte, avvenuta una quindicina di anni più tardi; in questo periodo essi ‘rischiarono il collo’ per l’anima dell’apostolo. — Rom. 16:3, 4; vedi AQUILA, I.

  • Procavia
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    • Procavia

      Questo termine traduce l’ebraico shaphàn, reso anche “irace” (CEI) e “coniglio”. (Di) La procavia è simile a un coniglio, ma ha orecchi piccoli, rotondi, zampe corte ed è praticamente senza coda. Le zampe sono munite di cuscinetti adiposi, contrattili al centro in modo da formare una ventosa, che permettono all’animale di superare superfici quasi perpendicolari. La procavia vive in zone rocciose, dove trova buche e fessure in cui ritirarsi rapidamente al minimo segno di pericolo. Anche se di natura molto schiva, quando si trova alle strette questo animale può azzannare con violenza. La sua dieta è vegetariana.

      Alcuni non sono d’accordo con la classificazione che ne fanno le Scritture come animale che rumina ma non ha l’unghia spartita. (Lev. 11:5; Deut. 14:7) Tuttavia lo zoologo Hubert Hendrichs, nell’osservare delle procavie nel giardino zoologico di Hellabrunn vicino a Monaco di Baviera, notò che compivano movimenti propri del ruminare e inghiottire. Constatò che la procavia effettivamente rumina per 25-50 minuti al giorno, di solito durante la notte. Il giornale tedesco Stuttgarter Zeitung del 12 marzo 1966 osservò a proposito di questa scoperta: “Anche se questo fatto era finora sconosciuto alla zoologia accettata, non è nuovo. Lo potete trovare . . . nell’undicesimo capitolo di Levitico”.

      Qualcuno ha affermato inoltre che la parte anteriore della zampa della procavia ha una doppia fenditura. Tuttavia è azzardato dire che le zampe anteriori della procavia, ciascuna con quattro dita unghiate, e le zampe posteriori, ciascuna con tre dita e un numero corrispondente di minuscoli artigli o unghie, assomiglino allo zoccolo di un animale ‘dall’unghia spartita’ come la mucca.

      Le Scritture parlano dell’istintiva saggezza di questo animaletto. Pur non essendo “potente”, la procavia rimedia al fatto di essere apparentemente indifesa dimorando in inaccessibili luoghi rocciosi. — Sal. 104:18; Prov. 30:26.

  • Processione trionfale
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    • Processione trionfale

      Il verbo greco thriambèuo, che significa “condurre in processione trionfale”, ricorre solo due volte nelle Scritture, ogni volta in un contesto illustrativo un po’ diverso. — II Cor. 2:14; Col. 2:15.

      Nei Salmi, Davide descrisse il corteo vittorioso di Geova dal Sinai fino al luogo del santo tempio a Gerusalemme: carri da guerra di Dio, prigionieri, cantori e suonatori, e folle radunate che benedicevano il Santo di Israele. — Sal. 68:17, 18, 24-26.

      PROCESSIONI TRIONFALI PRESSO LE NAZIONI

      Egitto, Assiria e altre nazioni ricordavano le loro vittorie militari con processioni trionfali. All’epoca della repubblica, uno dei più alti onori che il senato romano poteva conferire a un generale vittorioso era quello di consentirgli di celebrare la vittoria con una formale e costosa processione di trionfo nella quale non si trascurava alcun particolare che potesse accrescerne il fasto e la gloria. Questo fatto spiega l’applicazione spirituale fatta da Paolo nell’illustrazione riportata in II Corinti 2:14-16.

      Archi di trionfo furono eretti in onore di alcuni generali. L’arco di Tito a Roma ricorda la caduta di Gerusalemme nel 70 E.V. Tito celebrò la vittoria su Gerusalemme con una processione trionfale, accompagnato dal padre, l’imperatore Vespasiano. Alcuni archi servivano come porte della città, ma quasi sempre la loro funzione era puramente monumentale. La forma dell’arco forse rappresentava un giogo di sottomissione sotto il quale i prigionieri erano costretti a marciare.

      I CRISTIANI PARTECIPANO A UNA PROCESSIONE TRIONFALE

      Da esempi del genere e dalla cultura generale dell’epoca Paolo, scrivendo ai corinti, trasse la sua metafora: “Siano rese grazie a Dio che sempre ci conduce in trionfale processione in compagnia col Cristo”. (II Cor. 2:14-16) L’illustrazione presenta Paolo e altri cristiani quali devoti sudditi di Dio, “in compagnia col Cristo”, come figli, alti ufficiali, e soldati vittoriosi, tutti al seguito di Dio e condotti da lui in una grandiosa processione trionfale lungo una strada cosparsa di profumo.

      In Colossesi 2:15 la situazione è alquanto diversa. Qui le autorità e i governi nemici (satanici) vengono descritti come i prigionieri nella processione trionfale. Geova, il Vincitore, li denuda e li espone pubblicamente come gli sconfitti, i vinti “per mezzo d’esso”, cioè per mezzo del “palo di tortura” menzionato nel versetto precedente. La morte di Cristo sul palo di tortura non solo permise di eliminare “il documento scritto a mano”, il patto della Legge, ma rese anche possibile che i cristiani fossero liberati dalla schiavitù alle sataniche potenze delle tenebre.

  • Processo
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    • Processo

      Vedi CAUSA LEGALE.

  • Proconsole
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    • Proconsole

      Nel 27 a.E.V. Augusto, imperatore di Roma, assunse il comando di tutte le province che richiedevano la presenza di contingenti militari, lasciando le altre alle dipendenze del senato, come province senatorie. L’amministrazione di queste ultime era affidata a proconsoli. (Atti 13:7, 12; 18:12) I proconsoli potevano essere ex consoli (consoli il cui mandato era già scaduto), che venivano inviati nelle province dell’Asia e dell’Africa (dove c’erano contingenti di legionari), e ex pretori, inviati nelle altre province senatorie.

      Era compito del proconsole occuparsi dell’amministrazione civile della provincia, prendere decisioni giudiziarie, far osservare la legge e mantenere l’ordine. Aveva potere sovrano nella provincia, anche se le sue decisioni dovevano essere ratificate dal senato romano. L’esazione dei tributi era affidata a un quaestor. Il proconsole non indossava una divisa militare né portava la spada.

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