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DivinazioneAusiliario per capire la Bibbia
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per determinare il momento più favorevole per sterminare il popolo di Geova. (Est. 3:7-9) “Nel ricorrere a questo metodo per accertare il giorno più propizio per mettere in atto il suo piano atroce, Aman si comportava come i re e i nobili persiani hanno sempre fatto, non iniziando mai alcuna impresa senza consultare gli astrologi, e senza esser sicuri che il momento fosse propizio”. (Jamieson, Commentary, Vol. II, p. 639) Basandosi sulla divinazione Aman diede immediatamente il via al suo piano iniquo. Ma ancora una volta fu dimostrato che Geova poteva liberare il suo popolo, e Aman, che aveva confidato nella divinazione, fu appeso allo stesso palo che aveva preparato per Mardocheo. — Est. 9:24, 25.
Un altro esempio della superiorità di Geova sulle forze occulte si ebbe quando i moabiti andarono in Mesopotamia “coi compensi per la divinazione nelle loro mani” e assoldarono Balaam affinché maledicesse Israele. (Num. 22:7) Benché Balaam cercasse di ‘ricorrere a sinistri presagi’, Geova gli fece pronunciare solo benedizioni. In uno dei suoi detti proverbiali Balaam, sotto l’irresistibile potere di Geova, ammise: “Non c’è nessun sinistro incantesimo contro Giacobbe, né alcuna divinazione contro Israele”. — Num. capp. 23, 24.
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DivorzioAusiliario per capire la Bibbia
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Divorzio
Scioglimento legale e scritturale del matrimonio; rottura del vincolo coniugale fra marito e moglie.
Anche se agli israeliti era consentito divorziare per vari motivi, Geova Dio provvide a regolare il divorzio nella legge che diede a Israele per mezzo di Mosè. In Deuteronomio 24:1 si legge: “Nel caso che un uomo prenda una donna e in effetti ne faccia il suo possesso quale moglie, deve pure accadere che se ella non trova favore ai suoi occhi perché ha trovato qualche cosa di indecente da parte di lei, egli deve anche scriverle un certificato di divorzio e metterglielo in mano e congedarla dalla sua casa”. Che cosa fosse quel “qualche cosa di indecente” (lett. “la nudità di una cosa”) non è precisato.
Le due scuole rabbiniche esistenti quando Gesù Cristo era sulla terra e anche prima avevano opinioni diverse circa tale ‘indecenza’. Una scuola, capeggiata da Shammai, riteneva che questa ‘indecenza’ fosse l’adulterio. Tuttavia, che non si trattasse di adulterio è indicato dal fatto che la legge data da Dio a Israele decretava che i colpevoli di adulterio fossero messi a morte, e non che semplicemente divorziassero. (Deut. 22:22-24) La più antica scuola rabbinica di Hillel I e dei suoi seguaci pensava che l’espressione si applicasse a diverse questioni minori, interpretandola in senso lato a indicare difetti, deformità e mancanze da parte della moglie, come quella di rovinare il cibo bruciandolo o non condendolo bene.
Per quanto Deuteronomio 24:1 non specifichi quale ‘indecenza’ dava al mario ebreo motivo di divorziare dalla moglie, senza dubbio in origine riguardava questioni gravi, forse una grave mancanza di rispetto per il marito da parte della moglie o disonore recato alla famiglia. Dal momento che la Legge precisava “devi amare il tuo prossimo come te stesso”, non è ragionevole presumere che colpe di minore importanza potessero essere usate impunemente come scuse per divorziare dalla moglie. — Lev. 19:18.
Ai giorni di Malachia molti mariti ebrei si comportavano slealmente con la propria moglie, divorziando per qualsiasi motivo, sbarazzandosi della moglie della giovinezza, forse per sposare donne pagane più giovani. Invece di far rispettare la legge di Dio, i sacerdoti permettevano tutto questo, e Geova ne era molto dispiaciuto. (Mal. 2:10-16) Quando Gesù Cristo era sulla terra, gli ebrei ricorrevano al divorzio per molti motivi, com’è indicato dalla domanda che gli rivolsero i farisei: È lecito all’uomo divorziare da sua moglie per ogni sorta di motivo?” — Matt. 19:3.
Presso gli israeliti l’uomo abitualmente pagava una dote per la donna che prendeva in moglie ed essa era considerata sua proprietà. Pur avendo molti privilegi e benedizioni, la donna aveva una parte subordinata nell’unione coniugale. Questo è ulteriormente messo in risalto in Deuteronomio 24:1-4, dov’è indicato che il marito poteva divorziare dalla moglie ma non viene detto che la moglie potesse divorziare dal marito. Essendo considerata sua proprietà, non poteva essere lei a chiedere il divorzio. Nella storia secolare d’Israele, il primo caso di una donna che cercò di divorziare dal marito è quello di Salome sorella del re Erode che mandò al marito, governatore dell’Idumea, un certificato di divorzio che scioglieva il loro matrimonio. (Antichità giudaiche, Libro XV, cap. VII, 10) Mentre Gesù Cristo era sulla terra avevano cominciato a verificarsi casi di divorzio intentati da donne, oppure egli previde che si sarebbero verificati poi, come indicano le sue parole: “Se una donna, dopo aver divorziato da suo marito, ne sposa un altro, commette adulterio”. — Mar. 10:12.
CERTIFICATO DI DIVORZIO
Dagli abusi avvenuti in seguito non si deve concludere che la concessione del divorzio fatta in origine dalla legge mosaica rendesse facile per il marito israelita divorziare da sua moglie. Per far questo egli doveva osservare certe formalità. Era necessario redigere un documento, “scriverle un certificato di divorzio”. Il marito che intendeva divorziare doveva “metterglielo in mano e congedarla dalla sua casa”. (Deut. 24:1) Anche se le Scritture non forniscono altri particolari al riguardo, questa misura legale richiedeva evidentemente di consultare uomini dovutamente autorizzati, i quali potevano prima cercare di incoraggiare una riconciliazione. Il tempo necessario per preparare il certificato e portare legalmente a termine il divorzio offriva al marito l’opportunità di tornare sulla sua decisione. Ci doveva essere una ragione per divorziare e, quando la norma era dovutamente osservata, poteva servire a scoraggiare un’azione precipitosa. Inoltre in tal modo erano tutelati anche i diritti e gli interessi della moglie.
NUOVO MATRIMONIO DI PERSONE DIVORZIATE
Deuteronomio 24:1-4 stabiliva inoltre che la donna divorziata doveva “uscire dalla casa di lui e andarsene e divenire di un altro uomo”, vale a dire che poteva risposarsi. Era pure precisato: “Se quest’ultimo uomo l’ha odiata e le ha scritto un certificato di divorzio e gliel’ha messo in mano e l’ha congedata dalla sua casa, o nel caso che l’ultimo uomo che l’ha presa in moglie muoia, non sarà permesso al primo proprietario di lei che l’aveva mandata via di riprenderla perché divenga sua moglie dopo ch’ella è stata contaminata; poiché questo è qualche cosa di detestabile dinanzi a Geova, e non devi condurre al peccato il paese che Geova tuo Dio ti dà in eredità”. Il primo marito non poteva riprendersi la moglie da cui aveva divorziato, forse per evitare che lui e la moglie risposata si mettessero d’accordo per divorziare dal secondo marito,
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