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  • Residente forestiero
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • adorazione di Geova insieme al rimanente dei fedeli israeliti naturali tornati da Babilonia. (Nee. 11:3, 21) Dopo l’esilio profeti di Geova riaffermarono i principi del patto della Legge che tutelavano i diritti del residente forestiero. — Zacc. 7:10; Mal. 3:5.

      AVVENTIZIO

      Avventizio [ebr. tohshàv, avventizio, ospite] era l’abitante di una terra o nazione non sua. Evidentemente in Israele parte degli avventizi diventavano proseliti; altri si accontentavano di stare insieme agli israeliti e di ubbidire alle leggi fondamentali del paese, ma senza diventare adoratori di Geova come i proseliti circoncisi. L’avventizio si distingueva dallo “straniero”, che generalmente era di passaggio e a cui si mostrava solo l’ospitalità accordata di solito agli ospiti in Oriente.

      L’avventizio, che era un residente incirconciso nel paese, non mangiava la pasqua né alcuna cosa santa. (Eso. 12:45; Lev. 22:10) Insieme ai residenti forestieri e ai poveri riceveva i benefici dell’anno sabatico e del Giubileo potendo mangiare ciò che produceva la terra. (Lev. 25:6, 12) Lui o la sua progenie potevano essere acquistati come schiavi dagli israeliti e tramandati come eredità permanente senza diritto di ricompra né beneficio della liberazione giubilare. (Lev. 25:45, 46) D’altra parte, un israelita poteva vendersi come schiavo a un avventizio o ai componenti della famiglia di un avventizio, conservando però in ogni tempo il diritto di essere riacquistato, e anche di essere rimesso in libertà dopo sette anni di servitù o al Giubileo. — Lev. 25:47-52; Eso. 21:2; Deut. 15:12.

      Mentre solo gli israeliti naturali avevano un possedimento ereditario nel paese, Geova ne era il vero proprietario e poteva lasciarli stare nel paese o mandarli via, secondo il suo proposito. In quanto al vendere la terra egli disse: “La terra non si dovrebbe dunque vendere in perpetuo, perché la terra è mia. Poiché secondo il mio punto di vista voi siete residenti forestieri e avventizi”. — Lev. 25:23.

      ESTRANEO

      Coloro che non facevano parte della famiglia di Aaronne e della tribù di Levi, sia israeliti naturali che residenti forestieri, e altri, erano considerati estranei in relazione ai loro particolari compiti. Le funzioni sacerdotali erano affidate dalla Legge alla famiglia di Aaronne (Eso. 28:1-3), e altre mansioni nel tempio spettavano alla tribù di Levi in generale. (Num. 1:49, 50, 53) Tutti gli altri, inclusi gli israeliti naturali delle dodici tribù non levitiche, in certi casi erano considerati ‘estranei’ rispetto alla tribù di Levi. (Eso. 29:33) Secondo il contesto, nel Pentateuco “estraneo” si riferisce quasi sempre a chiunque non fosse della famiglia di Aaronne o della tribù di Levi, in quanto non aveva privilegi e doveri sacerdotali.

      L’estraneo (che non era cioè della famiglia di Aaronne) non poteva mangiare del sacrificio d’insediamento (Eso. 29:33), né esser unto con l’olio dell’unzione santa (Eso. 30:33), né mangiare alcuna cosa santa. (Lev. 22:10) Chi era estraneo alla famiglia di Aaronne non poteva svolgere alcuna funzione sacerdotale. (Num. 3:10; 16:40; 18:7) L’estraneo alla tribù di Levi, pur appartenendo a una delle altre dodici tribù, non poteva avvicinarsi al tabernacolo per nessuna ragione se non per offrire sacrifici o per rivolgersi ai sacerdoti alla porta della tenda di adunanza. (Lev. 4:24, 27-29) La figlia di un sacerdote che avesse sposato un estraneo alla famiglia di Aaronne non poteva mangiare della contribuzione di cose sante, né lo poteva l’“estraneo” suo marito. — Lev. 22:12, 13.

      La parola estraneo veniva usata anche in un altro senso in relazione a una condotta illecita o a un atteggiamento ostile, che esulavano da ciò che era in armonia con la Legge. Infatti la prostituta è chiamata “donna estranea”. (Prov. 2:16; 5:17; 7:5) Israele fu trascinato nell’idolatria per aver seguito le vie degli “estranei”. — Ger. 2:25; 3:13.

      Nelle Scritture Ebraiche il termine estranei è pure riferito a persone che non si conoscono, o stranieri. — I Re 3:18; Giob. 19:15.

      Principi cristiani relativi agli estranei

      Nelle Scritture Greche Cristiane si dà molta importanza all’amore per l’estraneo, qualità che il cristiano deve manifestare. L’apostolo Paolo dice: “Non dimenticare l’ospitalità [gr. philoxenìas, amore per gli estranei], poiché per mezzo d’essa alcuni, senza saperlo, ospitarono angeli”. (Ebr. 13:2) Gesù spiegò che mostrare amore ai suoi fratelli, per quanto estranei o sconosciuti possano essere al momento, è come accogliere lui. (Matt. 25:34-46) L’apostolo Giovanni scrive lodando Gaio per le sue opere buone nei confronti di cristiani che gli erano estranei, inviati a visitare la congregazione di cui Gaio faceva parte, e condanna Diotrefe, che non mostrò loro alcun rispetto. — III Giov. 5-10; I Tim. 5:10.

      I cristiani sono definiti “forestieri” e “residenti temporanei” nel senso che non fanno parte di questo mondo. (Giov. 15:19; I Piet. 1:1) Sono “forestieri” in quanto non seguono le pratiche del mondo ostile a Dio. (I Piet. 2:11, NW) Quelli delle nazioni gentili, un tempo “estranei ai patti della promessa”, senza speranza e “senza Dio nel mondo”, per mezzo di Cristo non sono “più estranei e residenti forestieri”, ma “concittadini dei santi e membri della casa di Dio”. — Efes. 2:11, 12, 19.

  • Rete
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    • Rete

      Intreccio di filo, spago o corda, a maglie più o meno larghe. Reti erano usate per pescare (Eccl. 9:12; Isa. 19:8; Matt. 4:18-21), catturare uccelli (Prov. 1:17) e altri animali. (Isa. 51:20) Per fare reti si usavano principalmente lino, fibre di palma e papiro.

      Reti di metallo invece servivano per scopi completamente diversi. Reti di rame furono usate come fregio dei capitelli delle colonne del tempio, Iachin e Boaz (vedi CAPITELLO), e una rete di rame serviva come graticola per l’altare dei sacrifici. — Eso. 27:4, 5; 38:4; I Re 7:16-18, 41, 42; Ger. 52:22, 23.

      USO FIGURATIVO

      Il termine “rete” spesso è usato nella Bibbia in senso figurativo per indicare un mezzo per irretire altri, circuirli e prenderli prigionieri o recare calamità su di loro. (Giob. 18:8; 19:6; Sal. 66:11; Lam. 1:13; Ezec. 12:13; 17:20; 19:8; 32:3; Osea 5:1; 7:12; Mic. 7:2) Il mezzo impiegato dai caldei per conquistare nazioni man mano che estendevano i loro vasti domini è paragonato a una rete a strascico. (Abac. 1:6, 15-17) Anche l’adulazione e il cuore intrigante di una donna immorale sono paragonati a reti. (Prov. 29:5; Eccl. 7:26) Il salmista espresse la fiducia che Geova l’avrebbe liberato dalle reti tese per intrappolarlo (Sal. 25:15; 31:4; 140:5, 12) e che quelli che le tendevano sarebbero caduti nella loro stessa trappola. — Sal. 9:15; 35:7, 8; 57:6; 141:10.

  • Rete a strascico
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    • Rete a strascico

      Rete da pesca usata per rastrellare il fondo di uno specchio d’acqua. (Ezec. 26:5, 14; 47:10) Nell’antico Egitto le reti a strascico erano fatte di corda di lino ed erano munite in basso di pesi di piombo e in alto di galleggianti di legno. Probabilmente quelle usate dagli israeliti erano simili.

  • Respiro
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    • Respiro

      Vedi SPIRITO.

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