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  • Miriam
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • temuto di parlare contro il mio servitore, contro Mosè?” L’ira di Dio divampò contro di loro e, mentre la nuvola sopra la tenda si allontanava, Miriam fu colpita da lebbra e diventò bianca come la neve. Aaronne implorò misericordia, Mosè intercedette per lei, e Geova permise a Miriam di tornare all’accampamento dopo un’umiliante quarantena di sette giorni. — Num. 12:1-15.

      Il fatto che solo Miriam fosse colpita dalla lebbra può far pensare che in quell’occasione fosse stata lei l’istigatrice di una condotta sbagliata. Il suo peccato nel mormorare contro Mosè può esser stato più grave di quello di Aaronne, trattandosi forse di gelosia nei confronti di un’altra donna (dato che cominciarono a parlare contro Mosè a motivo della sua moglie cusita), e Aaronne avrebbe preso le parti della sorella anziché della cognata. Essendo considerata una profetessa, Miriam poteva aver avuto un posto di prima donna in Israele. Perciò forse temeva che la moglie di Mosè potesse eclissarla. Ma indipendentemente da ciò, e benché fosse del tutto fuori luogo che sia Miriam che Aaronne mormorassero contro Mosè, per Miriam fu particolarmente sbagliato farlo a motivo del posto di sottomissione all’uomo assegnato da Dio alla donna. (Vedi Genesi 3:16; I Corinti 11:3). La condotta peccaminosa di Miriam fu poi usata come esempio ammonitore, infatti alla fine della peregrinazione nel deserto Mosè disse al popolo di seguire le istruzioni dei sacerdoti relative alla lebbra e lo esortò a ricordare ciò che Geova aveva fatto a Miriam mentre uscivano dall’Egitto. — Deut. 24:8, 9; vedi AARONNE.

      Miriam morì e fu sepolta a Cades, nel deserto di Zin, poco prima della morte di Aaronne. (Num. 20:1, 28) Secoli dopo, per mezzo del profeta Michea, Geova ricordò il privilegio che Miriam aveva avuto insieme ai suoi fratelli quando Israele era uscito dall’Egitto: “Poiché ti trassi fuori del paese d’Egitto, e ti redensi dalla casa degli schiavi; e mandavo dinanzi a te Mosè, Aaronne e Miriam”. — Mic. 6:4.

  • Mirra
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    • Mirra

      Gommoresina aromatica. (Cant. 1:13; 4:6, 14; 5:1, 13) Non si sa con precisione da cosa venisse estratta nell’antichità. Ma generalmente si ritiene che si trattasse quasi sempre della resina di un alberello o arbusto spinoso, la Commiphora myrrha o la Commiphora kataf. Entrambi questi arbusti crescono in zone rocciose, specie su pendii calcarei. Il legno e la corteccia sono fortemente aromatici. Anche se la resina trasuda naturalmente sia dal fusto che dai rigidi rami spinosi di entrambe le varietà, si può accrescerne la produzione mediante incisioni. Inizialmente la resina trasparente, bianca o giallo-bruna, è morbida e attaccaticcia ma, una volta caduta per terra, si indurisce e assume un colore rosso scuro o nero.

      La mirra era uno degli ingredienti del santo olio d’unzione. (Eso. 30:23-25) Apprezzata per la sua fragranza, veniva usata per profumare abiti, letti e altre cose. (Confronta Salmo 45:8; Proverbi 7:17; Cantico di Salomone 3:6, 7). Sembra che la Sulammita del Cantico di Salomone si cospargesse il corpo di mirra liquida prima di ritirarsi per la notte. (Cant. 5:2, 5) Lo speciale trattamento di bellezza praticato a Ester includeva massaggi con olio di mirra. (Est. 2:12) La mirra era pure una delle sostanze impiegate nel preparare corpi per la sepoltura. (Giov. 19:39, 40) Evidentemente era ritenuta abbastanza preziosa da essere offerta in dono al nato re dei giudei. — Matt. 2:1, 2, 11.

  • Mirto
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    • Mirto

      [ebr. hadhàs].

      Il mirto (Myrtus communis), arbusto o albero comune in Palestina e in Libano, cresce bene anche in terreno sassoso. Può raggiungere un’altezza di 9 m, ma di solito è un arbusto alto da 60 cm a m 1,2. Sempreverde dai rami piuttosto folti, ha foglie verde scuro, spesse e lucenti, e fiori bianchi profumati che a maturazione producono bacche blu scuro. Da quasi tutta la pianta si estrae un olio aromatico usato in profumeria. Le bacche profumate sono commestibili. Il mirto attualmente si trova più che altro nella regione del Carmelo e in Galilea, ma cresce anche intorno a Gerusalemme, come avveniva evidentemente all’epoca della visione descritta in Zaccaria 1:8-11, 16.

      Odorosi rami di mirto venivano usati insieme a rami di altri alberi per ricoprire le capanne o ripari temporanei all’aperto usati dagli ebrei durante la ‘festa delle capanne’. (Nee. 8:14, 15) Nelle profezie di restaurazione è predetto che il mirto sarebbe cresciuto come un albero bello e profumato al posto della pungente ortica e sarebbe spuntato anche nel deserto. — Isa. 41:19; 55:13.

      In ebraico il nome di Ester, moglie del re persiano Assuero, era Hadhassàh e quindi derivava dal nome del mirto. — Est. 2:7.

  • Misericordia
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    • Misericordia

      Con questo termine vengono spesso tradotti l’ebraico ràhham (verbo, rahhàm) e il greco èleos (verbo, eleèo). Un esame di questi vocaboli e del loro uso aiuta a chiarirne il significato e tutte le sfumature. In molti casi, ma non sempre, è implicita l’idea di pietà.

      Del verbo ebraico rahhàm viene data la seguente definizione: “ardere, sentire il calore della tenerezza; . . . provare compassione”. Secondo il lessicografo Gesenius, “sembra dare principalmente l’idea di provare affetto, lenire e avere un sentimento dolce”. Questo termine è strettamente affine al sostantivo tradotto “grembo, utero”, o può significare “intestini, visceri”, che ne risentono quando si prova tenerezza o affettuosa pietà. — Confronta Isaia 63:15, 16; Geremia 31:20.

      LA MISERICORDIA DI GEOVA

      L’uso più frequente del termine riguarda i rapporti di Geova col popolo del patto. La pietà (ràhham) di Dio verso di loro è paragonata a quella di una donna per il bambino che ha partorito e alla misericordia di un padre per i propri figli. (Isa. 49:15; Sal. 103:13) Gli israeliti più volte abbandonarono la retta via e si trovarono in gravi difficoltà, perciò ebbero spesso bisogno di misericordioso aiuto. Se manifestavano una giusta disposizione di cuore e si rivolgevano a Geova, egli, pur essendo stato adirato con loro, avrebbe mostrato compassione, favore, buona volontà. (Deut. 13:17; 30:3; Sal. 102:13; Isa. 54:7-10; 60:10) L’aver mandato suo Figlio affinché nascesse in Israele era una prova di una prossima “alba” di misericordia e compassione divina verso di loro. — Luca 1:50-58, 72-78.

      Il termine greco èleos ha lo stesso significato di quello ebraico ràhham. Nell’Expository Dictionary of New Testament Words W. E. Vine dice: “ELEOS (ἔλεος) ‘è la manifestazione esteriore di pietà; presume necessità da parte di chi ne è oggetto, e risorse adeguate a soddisfare tale necessità da parte di chi la mostra’”. Il verbo (eleèo) rende generalmente l’idea di provare “compassione per la sofferenza altui, e in special modo compassione manifestata con l’azione”. (Vol. III, pp. 60, 61) Quindi i ciechi, gli indemoniati, i lebbrosi, o quelli che avevano figli sofferenti, suscitavano èleos, misericordia, pietà. (Matt. 9:27; 15:22; 17:15; Mar. 5:18, 19; Luca 17:12, 13) In risposta alla supplica “Abbi misericordia di noi”, Gesù fece miracoli venendo in loro aiuto. Fece questo non in

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