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  • Conferimento dei diplomi a Galaad e pioggia rinfrescante
    La Torre di Guardia 1950 | 15 dicembre
    • o due signore bovine apparirono un po’ indignate per l’invasione della loro abitazione.

      Tremila persone rimasero per il programma di domenica sera, nel quale la maggior parte dei diplomati raccontarono delle esperienze dei loro giorni di scuola a Galaad. Furono molti i racconti umoristici che fecero scoppiare a ridere, qualche volta a spese degli istruttori. Il colmo venne quando uno degli studenti espresse il suo desiderio di sopravvivere ad Harmaghedon per assistere a un incontro tra Giosuè e l’istruttore che insegna geografia biblica per discutere sulle differenze di certi luoghi e sulla loro ubicazione. Evidentemente il diplomato sperava che Giosuè vincerebbe la discussione.

      Questa sessione mise fine ai due giorni di rianimanti avvenimenti a Galaad. Seguono vari particolari d’interesse. Durante i due giorni i posti di ristoro servirono 20.000 bevande di frutta e non alcooliche, 8.900 gelati e 13.000 panini imbottiti, oltre ai piatti d’insalata e d’altro. Specialmente degno di nota è il fatto che molti dei testimoni ospiti condussero i padroni della casa dove avevano passato la notte alla cerimonia del conferimento dei diplomi la domenica mattina. Molti di questi visitatori che abitano nelle vicinanze espressero sorpresa e gioia in quanto all’estensione della fattoria del Regno e mostrarono interesse nella scuola e nei suoi missionari. I testimoni che abitano in queste case nelle vicinanze hanno fatto molto per scacciare ogni pregiudizio che potesse ancora esistere in loro. Molti nomi furono lasciati perché queste persone siano visitate e si tenga studi biblici con loro. Molti di quelli che aprirono le loro case ai testimoni in visita rifiutarono di accettare denaro per l’alloggio.

      Così terminò un’altra festa del conferimento dei diplomi a Galaad, la tredicesima, che porta il totale di diplomati della scuola a 1.276 per i trascorsi sette anni. Fu presente un numero di persone che batte il primato, 5.205, il massimo precedente era stato l’estate prima col numero di 3.559 presenti. Quelli che erano lì per la prima volta avevano letto dei rapporti sui precedenti conferimenti di diplomi e avevano sentito delle relazioni di altri che erano intervenuti, ma quando essi stessi furono presenti sentirono che non era stato detto nemmeno la metà. E in quanto all’ondata di caldo e alla siccità che fu interrotta dalla pioggia rinfrescante caduta dal cielo durante la domenica della festa può servire per ricordare che v’è una più grande siccità che copre questo vecchio mondo nel rompere la quale avranno parte questi missionari diplomati. Mentre la tredicesima classe si disperde in molte parti della terra rinfrescheranno assetate migliaia e migliaia di persone con acque di verità e di vita e insegneranno agli abitanti dei paesi spiritualmente aridi le piogge di benedizioni che presto cadranno sull’umanità ubbidiente in un nuovo mondo.

  • Lettere
    La Torre di Guardia 1950 | 15 dicembre
    • Lettere

      “ANIMA UMANA MORTALE”

      Caro Fratello,

      Ti scriviamo in riferimento alla tua lettera del 10 corr. sulle “anime morte”.

      Qualunque sia il tuo argomento l’espressione letterale è lì nel testo originale ebraico non solo, ma la versione greca dei Settanta ha letteralmente tradotto l’ebraico in greco, in Numeri 6:6, psyché morta (psychei teteleutekuiai). Veramente, l’espressione ebraica potrebbe, GRAMMATICALMENTE essere tradotta “anima del morto”, come mostra Rotherham nella sua nota marginale, ma allora incorriamo nell’errore dottrinale dell’anima d’un uomo sopravvivente dopo la sua morte. La traduzione dei Settanta, però, non può essere grammaticalmente tradotta “anima del morto”, ma significa letteralmente “psyché morta”. Parimenti, in tutti gli altri punti dove le Scritture parlano di contaminazione nel toccare i morti il testo ebraico impiega la parola (nefesc) per “anima” intendendo la cosa toccata, e allo stesso modo la versione greca, dei Settanta la traduce “psyché”. Quando tu ti contamini toccando una psyché, che specie di psyché è essa, o che specie di nefesc? Il contesto indica che la morte avvolge tale psychè o nefesc. I traduttori sia dell’ebraico che della versione greca dei Settanta evitano la difficoltà e celano la verità rendendo in tali casi nefesc e psyché “corpo morto”. (Numeri 9:6, 7, 10; 19:11, 13; Aggeo 2:13) Ma qui troviamo difficoltà quando prendiamo Isaia 10:18, che parla di consumare “anima e corpo”, come pure Matteo 10:28, che parla di far perire sia l’anima che il corpo. Quindi noi non esageriamo quando traduciamo letteralmente e ci serviamo dell’espressione biblica “anima morta”. Dove la Bibbia usa il termine nefesc o psyché isolatamente per significare anima, il contesto indica se trattasi di anima vivente oppure morta.

      Ad ogni modo, la forza dell’espressione originale, letterale, della Parola di Dio dimostra che la dottrina pagana dell’immortalità dell’anima umana è un mito ed è completamente antiscritturale. Se usi il termine “persona” invece di una lunga definizione o descrizione di ciò che è un’”anima” secondo la Scrittura, riuscirai a superare la tua difficoltà mentale al riguardo.

      Tuoi fedeli conservi nel servizio del Regno

      WATCH TOWER BIBLE & TRACT SOCIETY

      “LIBERO A CASA PER UN ANNO PER FARE LIETA LA MOGLIE”

      21 novembre 1949

      Cara Sorella,

      Rispondiamo alla tua lettera del 29 ottobre.

      Il primo anno di vita coniugale di un Israelita fu impiegato solo come, un’illustrazione, non per indicare un anno letterale come ad esempio il 1918 al 1919. Il fatto è, che Cristo Gesù avrebbe difficilmente corrisposto

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