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DesertoAusiliario per capire la Bibbia
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di esilio, sarebbe stato come trasformare un deserto in un giardino edenico, con pingui frutteti e campi produttivi, irrigati da ruscelli e fiumi, ricco di canneti, alberi fronzuti e fiori, tanto da sembrare che la terra si rallegrasse. — Isa. 35:1, 2; 51:3.
Singoli individui
Simili riferimenti a singoli individui indicano che queste profezie hanno principalmente un adempimento spirituale, più che letterale. Infatti chi confida negli uomini anziché in Geova è paragonato a un albero solitario nel deserto, che non vedrà il bene. Mentre chi confida in Geova è come “un albero piantato presso le acque”, fruttifero, lussureggiante, sicuro. (Ger. 17:5-8) Questi paragoni aiutano a farsi un’idea di che cos’era una regione desertica.
“Deserto del mare”
Il “deserto [midhbàr] del mare” di Isaia 21:1 è inteso da alcuni commentatori come un’espressione enigmatica che si riferiva alla parte meridionale dell’antica Babilonia. Quando ogni anno l’Eufrate e il Tigri straripavano la regione diventava come un ‘mare deserto’. La Settanta greca omette il termine “mare” in questo versetto e il termine corrispondente nel testo consonantico del Rotolo del Mar Morto di Isaia può significare anche “parole”. Per questo alcuni suggeriscono la seguente traduzione di Isaia 21:1: “Parole come venti tempestosi che spazzano il Negheb, venendo dal deserto, da un paese terribile”. (The Interpreter’s Bible, Vol. V, p. 286) Questa traduzione, se accettata, potrebbe indicare che le “parole” di una “dura visione” (v. 2) contro Babilonia attraversavano la mente del profeta come tempestosi venti del deserto attraversano il Negheb.
In Rivelazione
Nel libro di Rivelazione il deserto ha un duplice significato: rappresenta solitudine e rifugio dagli attaccanti nel caso della donna simbolica che partorisce il regale figlio maschio (Riv. 12:6, 14), e rappresenta la dimora di bestie selvagge nel caso della donna simbolica, “Babilonia la Grande”, che cavalca la bestia selvaggia con sette teste. — Riv. 17:3-6, 12-14.
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Deserto di giudaAusiliario per capire la Bibbia
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Deserto di giuda
Vedi GIUDA, DESERTO DI.
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Deuteronomio, libro diAusiliario per capire la Bibbia
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Deuteronomio, libro di
L’autenticità di Deuteronomio, libro del canone biblico scritto da Mosè, è dimostrata dal fatto che gli ebrei l’hanno sempre considerato parte della Legge di Mosè. La prova dell’autenticità di Deuteronomio è in genere la stessa che per gli altri quattro libri del Pentateuco (vedi). Le parole di Gesù sono la più valida conferma dell’autenticità di Deuteronomio, infatti egli lo citò tre volte nel respingere le tentazioni di Satana il Diavolo. (Matt. 4:1-11; Deut. 6:13, 16; 8:3) Inoltre alla domanda quale fosse il più grande e primo comandamento, Gesù rispose citando Deuteronomio 6:5. (Mar. 12:30) Paolo cita Deuteronomio 30:12-14; 32:35, 36. — Rom. 10:6-8; Ebr. 10:30.
Deuteronomio abbraccia un periodo di tempo di poco più di due mesi nell’anno 1473 a.E.V. Fu scritto nella pianura di Moab mentre Israele era accampato al confine del paese di Canaan prima di entrarvi, e consiste di quattro discorsi, un cantico e una benedizione, pronunciati da Mosè. — Deut. 1:3; Gios. 1:11; 4:19.
SCOPO
Deuteronomio non è una seconda legge né una ripetizione dell’intera Legge, ma una spiegazione, come viene precisato in Deuteronomio 1:5. Il libro esorta Israele a essere fedele a Geova, e addita la generazione che vagò per quarant’anni nel deserto come un esempio da evitare. Mosè spiega e amplia alcuni punti essenziali della Legge e dei suoi principi, tenendo conto delle mutate circostanze in cui si sarebbero trovati gli israeliti non appena stabiliti in modo permanente nel paese. Perciò modifica certe leggi e stabilisce altre norme relative all’amministrazione del governo una volta sistemati nella Terra Promessa.
Il libro di Deuteronomio sottolinea l’importanza della conoscenza, dell’insegnamento e dell’istruzione, esortando e invitando gli israeliti a rinnovare il patto fatto con Geova per mezzo di Mosè. Il verbo “insegnare” vi ricorre molto più spesso che in Esodo, Levitico e Numeri. Mosè spiega che nutrendoli di manna Geova li ammaestrava. (Deut. 8:3) Dice loro di tenere la legge di Geova come un frontale fra gli occhi e di scriverla sugli stipiti delle porte nelle loro case. (6:8, 9) Comanda di inculcare questa legge ai figli. (6:6, 7) Sono date disposizioni di leggere la Legge ogni settimo anno, durante l’annuale festa delle capanne. (31:10-13) Speciali istruzioni vengono date per il re che Israele avrebbe potuto avere in futuro: doveva scriversi una copia della legge e leggervi ogni giorno. (17:18-20) Prima che Israele uscisse in battaglia, i sacerdoti dovevano ogni volta esortare il popolo ad avere fede e coraggio ed essere certi della vittoria, poiché Geova loro Dio marciava con loro. (20:1-4) Una volta entrati nella Terra Promessa dovevano dividere le tribù in due gruppi, uno sul monte Ebal e l’altro sul monte Gherizim, e poi leggere loro la legge di Dio. — 27:11-26; confronta Giosuè 8:33-35.
IMPORTANZA DELL’AMORE
Amore, benignità e rispetto sono pure messi in risalto in Deuteronomio. La stessa parola “amore” come sostantivo o nella forma verbale, ricorre oltre cinque volte più spesso in Deuteronomio che in Esodo, Levitico e Numeri messi insieme. Qui troviamo anche il più grande comandamento, menzionato da Gesù (Matt. 22:36, 37), esposto in modo impareggiabile: “Devi amare Geova tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua forza vitale”. (Deut. 6:5; vedi anche 10:12; 11:13). Geova esprime ripetutamente il suo amore per Israele. (Deut. 7:7-9; 23:5; 33:3) Il tono stesso di Deuteronomio dà rilievo all’amore di Geova per il suo popolo. “Se solo edificassero questo loro cuore per temere me e per osservare tutti i miei comandamenti per sempre, onde andasse bene a loro e ai loro figli a tempo indefinito!” (5:29) Infatti più e più volte troviamo in questo libro espressioni come “affinché vada bene a te, . . . e onde tu prolunghi i tuoi giorni”. — 4:40; 5:16; 6:3; 22:7; 30:19, 20.
Anche se gli israeliti dovevano combattere per impadronirsi del paese, Geova non trascurò l’amorevole benignità. La vittoria non era così importante o urgente da richiedere di essere spietati. L’uomo fidanzato era esonerato. (Deut. 20:7) L’esenzione era accordata anche all’uomo appena sposato, affinché potesse amare sua moglie e lei potesse stare col marito almeno per un anno intero. (24:5) Se un uomo piantava una vigna e non ne aveva mangiato il frutto oppure se costruiva una casa e non l’aveva inaugurata, era esonerato dal combattere perché potesse godere il frutto delle sue fatiche. — 20:5, 6.
Nella vita familiare e sociale si doveva avere
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