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  • Che fare degli idoli?

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  • Che fare degli idoli?
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Svegliatevi! 1977
g77 22/2 pp. 28-30

Qual è la veduta della Bibbia?

Che fare degli idoli?

ORO, luccicante e prezioso. Che fareste se ereditaste una piccola fortuna in oro? ‘Non ci sarebbe nessun problema’, penserete. Ma non molto tempo fa una donna in Spagna ebbe un problema di questo genere.

Suo padre era morto, lasciandole alcuni oggetti religiosi d’oro, fra cui una grossa croce d’oro con una gemma incastonata. C’erano pure alcune statuette d’oro, piccole immagini come quelle venerate da molti assidui frequentatori di chiesa nella zona. Ella aveva ereditato anche alcune medaglie d’oro di “santi” come quelle che molti cattolici spagnoli portano al collo.

Si chiedeva che fare di questi oggetti di adorazione. Forse in passato avete avuto un simile problema, o forse l’avrete in futuro. O può darsi che qualcuno che desidera fare ciò che è giusto secondo le Scritture vi chieda un consiglio.

‘Ma quale sarebbe il problema?’ penserà qualcuno. Non poteva ella tenersi gli oggetti d’oro se li voleva, o venderli se preferiva il denaro corrispondente al loro valore?

Ella non sapeva cosa fare perché era conscia della natura degli oggetti d’oro, della loro forma nonché del modo in cui erano stati e potevano essere usati. Come accade a molti che hanno studiato attentamente la Parola di Dio, ella si rendeva conto che il vero Dio condanna la fabbricazione e l’uso delle immagini nell’adorazione. Dio disse agli Israeliti nei Dieci Comandamenti: “Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai”. (Eso. 20:4, 5, La Bibbia di Gerusalemme, cattolica) I cristiani che vogliono la Sua approvazione sono similmente obbligati a evitare nell’adorazione l’uso di idoli o immagini. L’apostolo Paolo scrisse: “Perciò, o miei cari, fuggite l’idolatria. . . . Non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni”. — 1 Cor. 10:14, 19-21, Ge; Atti 17:29.

Molti, dopo aver appreso quello che dice la Bibbia, hanno compreso la necessità di disfarsi di immagini, icone, medaglie e croci alle quali o attraverso le quali rivolgevano in precedenza le loro preghiere, o che veneravano. Ma sorge la domanda su cosa fare di tali idoli. Cosa fareste voi: li distruggereste? Li vendereste? Li dareste via?

Quella donna in Spagna conosceva il consiglio e il precedente biblico di distruggere completamente gli idoli. Per esempio, prima che entrassero nella Terra Promessa e ne sconfiggessero gli abitanti pagani, Dio diede agli Israeliti il comando: “Darai alle fiamme le sculture dei loro dèi; non bramerai e non prenderai per te il loro argento e oro che è su di quelle, altrimenti ne resteresti come preso in trappola, perché sono un abominio per il Signore tuo Dio; non introdurrai quest’abominio in casa tua, perché sarai come esso votato allo sterminio”. — Deut. 7:25, 26, Ge; confrontare Esodo 32:1-10, 20.

Siamo aiutati a capire cosa fare degli oggetti usati nella falsa adorazione da ciò che fecero dei libri di magia di loro proprietà alcuni che erano divenuti cristiani nell’antica Efeso. Leggiamo: “Un numero considerevole di persone che avevano esercitato le arti magiche portavano i propri libri e li bruciavano alla vista di tutti. Ne fu calcolato il valore complessivo e trovarono che era di cinquantamila dramme d’argento”. — Atti 19:18, 19, Ge.

Quegli Efesini sapevano che vendendo o dando via i libri avrebbero indotto altri a praticare la magia, forse servendosi di quei libri in relazione alla falsa adorazione. Questo perché quei libri non avevano altro valore o utilità se non per quello scopo. In modo simile, molti che nei tempi moderni hanno abbandonato l’idolatria hanno distrutto completamente i loro idoli. Anziché darli a qualcun altro, hanno bruciato o strappato immagini di carta e di stoffa a cui prima si inchinavano o rivolgevano preghiere. Hanno gettato via o spezzato immagini e croci di gesso o di legno. Non hanno venduto o dato via quei “santi” e oggetti religiosi perché se altri ne fossero venuti in possesso se ne sarebbero serviti nell’adorazione.

Ma che dire se un idolo o un oggetto religioso è d’argento o d’oro?

Alcuni li hanno ugualmente distrutti, pensando, come quegli Efesini, che la perdita economica era nulla in paragone con il tesoro che avevano trovato divenendo veri adoratori di Geova. — Atti 19:24-27.

‘Ma’, chiederete, ‘è possibile impiegare diversamente il metallo prezioso, come per fare, ad esempio, un anello?’ È possibile, poiché in questo modo l’idolo sarebbe distrutto. È un fatto che buona parte dell’oro di cui sono fatti attualmente gioielli, protesi dentarie e componenti elettronici può contenere molecole d’oro che nei secoli passati appartenevano a monete, statue, corone, e oggetti simili.a La cosa di primaria importanza non è come fu impiegato in passato quell’oro, ma com’è impiegato ora.

A questo riguardo, però, c’è una cosa da considerare. Per esempio, chi fa fondere un idolo d’oro e poi ne fa fare un anello, in seguito metterà sempre in relazione quell’anello con l’idolo? Ogni volta che metterà l’anello sarà un po’ turbato pensando a quello che era prima? Qualcuno potrebbe anche essere portato a pensare che l’anello ha maggior valore o importanza perché l’oro di cui è fatto proviene da un idolo. Comprenderete che la legge di Dio esposta in Deuteronomio 7:25, 26, secondo cui gli Israeliti avevano il comando di non tenere e di non usare di nuovo l’oro degli idoli, faceva evitare tali possibilità. È vero che i cristiani non sono sotto la legge mosaica. (Rom. 6:14) Ma si può tener conto, del buon effetto che avrebbe la completa distruzione di idoli anche preziosi. Sarebbe un fattore da soppesare nel decidere cosa fare di oggetti religiosi d’oro o d’argento.

Alcuni hanno preferito demolire un idolo e poi vendere l’oro o l’argento, come semplice materia prima, a un gioielliere o a chi commercia in metalli preziosi usati. Se l’idolo fosse demolito prima d’essere venduto, il compratore o chiunque lo ricevesse da lui non lo metterebbe in relazione con l’adorazione, né lo userebbe a tale scopo, come potrebbe accadere qualora l’idolo fosse venduto intatto. Si tratterebbe solo di vendere oro o argento.

Naturalmente, chi si allontana dagli idoli per servire il Creatore può decidere personalmente come disfarsi degli idoli che usava nell’adorazione. Dovrebbe senz’altro disfarsene in modo da non favorire o incoraggiare altri a praticare l’idolatria. (1 Giov. 5:21) E, come fu consigliato a questa donna spagnola che aveva chiesto cosa farne, si deve scegliere la condotta che lascerà con la coscienza a posto. — 1 Tim. 1:5, 19.

In questo modo si potrà essere come gli antichi cristiani di Tessalonica a cui Paolo scrisse: “Vi volgeste dai vostri idoli a Dio per essere schiavi di un Dio vivente e vero, e per aspettare [così] dai cieli il suo Figlio . . . che ci libera dall’ira avvenire”. — 1 Tess. 1:9, 10.

[Nota in calce]

a Si calcola che tutto l’oro finora estratto ammonterebbe a un cubo di soli 16,2 metri (53 piedi) di lato. Poiché in condizioni normali l’oro non si deteriora, l’oro usato dall’uomo migliaia di anni fa può ancora essere in circolazione. E nel corso dei secoli può essere stato riusato molte volte.

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