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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1957 | 15 dicembre
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Domande dai lettori
◆ Fino a che punto un individuo deve preoccuparsi che la carne che acquista sia dissanguata? Un ospite, sapendo che l’uso del Paese è di non togliere il sangue da certa carne, come pollame e conigli, dovrebbe star zitto e mangiare, o dovrebbe accennare che tale pratica è antiscritturale e astenersi dal mangiare? — D. W., Inghilterra.
Nei Paesi dove è consuetudine generale scolare il sangue degli animali macellati non sembra necessario fare speciali indagini al momento dell’acquisto o quando si mangia carne preparata in una famiglia privata o ristorante di tali Paesi. Tuttavia, se uso del Paese è non togliere il sangue da certa carne, il compratore ne sarà al corrente e difficilmente potrà discolparsi mangiando il sangue. Si potrebbero addurre infinite scuse e ragionamenti inconsistenti per mangiare cose strangolate o non dissanguate, ma niente è valido di fronte all’esplicito comando della Bibbia: “Poiché lo spirito santo e noi ci siamo compiaciuti di non imporvi altro peso, eccetto queste cose necessarie: che vi asteniate dalle cose sacrificate agli idoli, dal sangue, da cose uccise senza scolarne il sangue [da cose soffocate, nota in calce] e dalla fornicazione. Se vi guardate scrupolosamente da queste cose, prospererete. State in buona salute!” — Atti 15:28, 29, NM.
Se siete ospiti di una famiglia dove viene servita carne “da cose soffocate”, non dovrete mangiarne. Se i padroni di casa non sono testimoni di Geova potrete decidere di non spiegare le vostre ragioni, oppure di dirle, secondo le circostanze a vostra conoscenza. Tuttavia, se chi serve la carne è un testimone di Geova è giusto richiamare alla sua attenzione tale pratica errata, per il suo benessere spirituale ed anche per spiegare perché voi non ne mangiate.
Questo caso non è come quello delle carni sacrificate agli idoli. Quando tale carne faceva parte di un sacrificio in un tempio pagano o altrove e significava partecipare con gli dèi demonici rappresentati dagli idoli, era proibita per i Cristiani. Ma a volte non tutta la carne dei sacrifici animali era usata in tal modo; veniva consegnata al macello o al mercato della carne per essere venduta ad altri. In tal caso i Cristiani potevano comprare e usare questa carne, o mangiarne quando veniva servita loro in casa d’altri. Non era necessario che facessero domande in proposito. Soltanto se un altro Cristiano, meno maturo e forse di coscienza debole, avesse pensato che mangiare tale carne fosse un peccato il Cristiano maturo si sarebbe astenuto dal mangiarne, per non far inciampare il fratello più debole. Non c’era nessun vero peccato nel mangiare tale carne che non faceva parte di un sacrificio. Questo caso non ha niente a che vedere col mangiare cose soffocate, poiché mangiare carne non dissanguata è sempre peccato e in ogni circostanza. — 1 Cor. 8:1-13; 10:25-33.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1957 | 15 dicembre
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Domande dai lettori
◆ Si deve considerare in senso letterale che i vestiti degli Israeliti non si consumarono durante i quarant’anni nel deserto, o è solo un modo di dire che non mancarono mai di vestiario? — R. H., Stati Uniti.
Deuteronomio 8:3, 4 dimostra che Geova continuamente “t’ha nutrito di manna che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avean mai conosciuta, per insegnarti che l’uomo non vive soltanto di pane, ma di tutto quello che la bocca dell’Eterno [Geova] avrà ordinato. Il tuo vestito non ti s’è logorato addosso, e il tuo piè non s’è gonfiato durante questi quarant’anni”. La provvista di manna era un miracolo continuo, e così per il vestiario che non si consumava. In questo consisteva il miracolo. Se il rifornimento fosse stato semplicemente rinnovato non ci sarebbe stato alcun miracolo in ciò. Il racconto è letterale relativamente ai vestiti che non si consumavano come è letterale riguardo ai piedi che non si gonfiarono durante i quarant’anni nel deserto. Nessuna effettiva difficoltà sarebbe stata implicata nell’usare lo stesso vestiario per quarant’anni, perché man mano che ai piccoli non andavano più bene i loro vestiti potevano mettere quelli più grandi disponibili, e i loro vestiti sarebbero stati passati ai figli più piccoli. Gli adulti morivano, lasciando il loro vestiario. È noto che il numero degli Israeliti era circa lo stesso alla fine del soggiorno nel deserto che al principio, così che l’originale fornimento di vestiario sarebbe stato adeguato durante l’intero periodo di quarant’anni.
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