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    Ausiliario per capire la Bibbia
    • dell’anno secolare. In ogni caso, il primo mese di un calendario diventava il settimo mese dell’altro calendario. – Vedi il prospetto alla voce CALENDARIO.

      Il calendario in relazione alle feste

      I momenti più importanti dell’anno erano le tre grandi feste stabilite da Geova Dio: la Pasqua e la festa dei pani non fermentati iniziavano il 14 nisan, la festa delle settimane o Pentecoste il 6 sivan, e la festa della raccolta (preceduta dal giorno d’espiazione) si celebrava dal 15 al 21 etanim. La festa dei pani non fermentati coincideva con la mietitura dell’orzo, la Pentecoste con la mietitura del grano, e la festa della raccolta con la produzione generale alla conclusione dell’anno agricolo.

      Come si calcolavano gli anni di regno

      Nei documenti storici babilonesi c’era la consuetudine di contare gli anni di regno di un re a partire dal 1º nisan, come anni interi. I mesi nei quali il re poteva aver in effetti cominciato a regnare prima del 1º nisan erano considerati parte dell’anno della sua ascesa al trono, ma storicamente erano attribuiti al re che l’aveva preceduto e contati come facenti parte degli anni interi del suo regno. Se, come indica la tradizione ebraica, questo era il sistema vigente in Giuda, quando la Bibbia dice che il re Davide e il re Salomone regnarono ciascuno per “quarant’anni”, i rispettivi regni durarono effettivamente quarant’anni interi ciascuno. – I Re 1:39; 2:1, 10, 11; 11:42.

      NELLE PROFEZIE

      Nelle profezie il termine “anno” è spesso usato con uno speciale significato e corrisponde a 360 giorni (dodici mesi di trenta giorni ciascuno). (Riv. 11:2, 3) L’anno è chiamato anche un “tempo” e a volte è rappresentato da un “giorno”. – Riv. 12:6, 14; Ezec. 4:5, 6.

  • Anno sabatico
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    • Anno sabatico

      Dal 1473 a.E.V., l’anno in cui Israele era entrato nella Terra Promessa, si doveva osservare un anno sabatico “alla fine di ogni sette anni”, in effetti ogni settimo anno. (Deut. 15:1, 2, 12; confronta Deuteronomio 14:28). L’anno sabatico evidentemente iniziava con lo squillo di tromba il 10 etanim (tishri), Giorno d’Espiazione. Comunque, alcuni sostengono che, mentre l’anno del Giubileo iniziava col Giorno d’Espiazione, l’anno sabatico iniziava il 1º tishri.

      Non si doveva coltivare la terra, seminare o potare, e non ci doveva essere raccolta delle messi, ma quello che cresceva da sé veniva lasciato nel campo, perché ne mangiassero il proprietario del campo come pure i suoi schiavi, i lavoratori salariati e i residenti forestieri. Questo era un provvedimento misericordioso per i poveri e anche per gli animali domestici e le bestie selvatiche, che avrebbero potuto cibarsi del prodotto della terra durante l’anno sabatico. – Lev. 25:1-7.

      L’anno sabatico era chiamato “l’anno della remissione [shemittàh]”. (Deut. 15:9; 31:10) Durante quell’anno la terra godeva un completo riposo o “remissione” rimanendo incolta. (Eso. 23:11) Ci doveva essere anche la remissione dei debiti. (Deut. 15:3) Era una “remissione a Geova”, in onor suo. Benché altri siano di diversa opinione, alcuni commentatori sostengono che i debiti non erano effettivamente annullati, ma piuttosto che un creditore non doveva costringere un altro ebreo a pagare un debito, perché durante quell’anno l’agricoltore non avrebbe fatto alcun guadagno; ma poteva invece esigere il pagamento da uno straniero. (Deut. 15:1-3) Alcuni rabbini sono del parere che i debiti per prestiti caritatevoli fatti per aiutare un fratello povero erano annullati, ma i debiti contratti negli affari erano un’altra cosa. Dicono che nel I secolo E.V. Hillel istituì la procedura per cui il creditore poteva rivolgersi al tribunale e fare una dichiarazione per assicurarsi contro l’annullamento del debito.

      Fra parentesi, quell’anno di remissione dal pagamento dei debiti non si riferiva alla liberazione degli schiavi, molti dei quali erano in schiavitù a motivo dei debiti fatti. Lo schiavo ebreo veniva liberato nel settimo anno di servitù o nel Giubileo, se questo ricorreva prima. – Deut. 15:12; Lev. 25:10, 54.

      Ci voleva fede per osservare gli anni sabatici che facevano parte del patto di Geova con Israele, ma la piena osservanza del patto avrebbe recato grandi benedizioni. (Lev. 26:3-13) Dio aveva promesso di provvedere durante la raccolta del sesto anno cibo a sufficienza per due anni, dalla raccolta del sesto anno fino a quella dell’ottavo anno, perché nel settimo non si poteva seminare; perciò non ci sarebbe stata raccolta fino all’ottavo anno. (Lev. 25:20-22) Quando Israele entrò nella Terra Promessa al comando di Giosuè, sei anni servirono a sottomettere le nazioni di Canaan e a ripartire la terra. Naturalmente nel frattempo Israele poté seminare ben poco, ma quello che avevano seminato i cananei provvide loro del cibo. (Deut. 6:10, 11) Il settimo era un anno sabatico, così che dovettero dimostrare fede e ubbidienza aspettando fino alla raccolta dell’ottavo anno, e grazie alla benedizione di Dio sopravvissero.

      Ogni anno di remissione, durante la Festa delle Capanne, tutto il popolo doveva radunarsi, uomini e donne, bambini e residenti forestieri, per sentir leggere la Legge. – Deut. 31:10-13.

      Se Israele avesse osservato dovutamente la Legge il paese avrebbe goduto 121 anni sabatici e 17 giubilei prima della cattività. Ma gli anni sabatici furono osservati solo in parte. Quando la popolazione andò in esilio a Babilonia, il paese rimase desolato per settant’anni “finché il paese non ebbe scontato i suoi sabati”. – II Cron. 36:20, 21; Lev. 26:34, 35, 43.

  • Antico di giorni
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    • Antico di giorni

      Traduzione dell’espressione aramaica ʽattìq yohmìn, che letteralmente significa “uno d’età o avanti nei giorni”. Questo titolo di Geova ricorre solo in Daniele 7:9, 13 e 22 e si alterna col titolo “Supremo” (vv. Dan. 7:18, 22, 25, 27). La scena si svolge nell’aula di un tribunale dove l’Antico di Giorni siede per giudicare le potenze mondiali, simboleggiate da grosse bestie. Il permesso di governare la terra è loro tolto e “dominio e dignità e regno” sono dati a uno “simile a un figlio d’uomo” a cui tutti i popoli hanno ordine di rendere omaggio.

      Il titolo “Antico di Giorni” (NW) appropriatamente fa un paragone fra l’Eterno Iddio e le successive potenze mondiali che sorgono e cadono, e raffigura Geova nel ruolo di maestoso e venerando Giudice di tutti. – Sal. 90:2; 75:7.

  • Anticristo
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    • Anticristo

      [gr. antìkhristos, contro o invece di Cristo].

      Questa espressione, al singolare e al plurale, ricorre cinque volte, e solo in due epistole di Giovanni.

      Quando Giovanni scrisse le sue lettere (verso il 98 E.V.) l’argomento non era nuovo per i cristiani. In I Giovanni 2:18 si legge: “Fanciullini, è l’ultima ora, e, come avete udito che viene l’anticristo, così ora vi sono molti anticristi; da cui acquistiamo la conoscenza che è l’ultima ora”.

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